OffPost di OffTopic by Simone Nicastro
L’amministrazione pubblica distribuirà a tutti i cittadini sotto la soglia del minimo buon gusto almeno 12 album all’anno da ascoltare. Gli album saranno immessi direttamente sui cellulari (stile U2) e saranno ascoltabili in ogni dove e in qualsiasi situazione. Sarà opportuno recapitare ai cittadini anche delle cuffie per l’ascolto adeguato alla qualità eccelsa delle canzoni inviate. Gli album dovranno avere caratteristiche oggettive e inequivocabili per il bene della cittadinanza: autori conosciuti e stimati, produzioni serie, testi profondi ma di facile lettura/ascolto, arrangiamenti articolati ma piacevoli, fotografie di corredo e segnalazione di tutti i collaboratori all’opera.
Sarà preferibile musica italiana con una certa riconoscibilità e l’indispensabile approvazione della critica giornalistica certificata: niente blogger, musicologi improvvisati o pseudo artistoidi dell’ultima ora. Il processo di scelta degli album dovrà procedere attraverso steps rigorosi e non trascurabili: il governo decreterà il bacino dei titoli a cui attingere (attenzione che non tutti i titoli di un artista potrebbero essere adatti…onde evitare un Battisti non più in sé che smette di utilizzare solo strumenti veri e utilizza tecnologia impropria come nel suo periodo bianco), i critici scelti sceglieranno le opere più meritevoli, una giuria ancora più selezionata capitanata dai senior eterni della discografia nazionale darà l’ultimo assenso (sarà richiesta la firma del giovane presidente della Siae in carica).
Non tutti i generi musicali verranno presi in considerazione al fine di evitare digressioni sociali e atteggiamenti poco educativi, verranno esclusi tutti gli artisti non figli della vera scuola cantautorale e rock nazionale, nessuno spazio per personaggi televisivi o di contesti alternativi a quelli evidentemente e tradizionalmente corretti, preferibilmente verranno ritenuti prioritari i grandi nomi del passato che tanto hanno regalato al paese. Potranno in verità essere individuate alcune eccezioni per album di autori stranieri a cui gli stessi artisti italiani si sono ispirati, ma nessuno nell’ambito dell’hip hop e dell’elettronica perché quella è opinione ormai accertata non essere in realtà musica.
Si raccomanda un occhio di riguardo per i musicisti tecnici, le “composizioni composite” e il bel canto; quindi si preferiscano album usciti in vinile nell’epoca d’oro degli anni 60/70. Venga vietato a questo proposito ogni produzione del decennio orribile 80/90 e per gli anni successivi si prediligano le opere di quegli autori che ne sono usciti (quasi) indenni. Chi invece è nato negli ultimi 30 anni venga sottoposto ad una analisi ancora più specifica e indagatoria: tutto è possibile ma la causa dell’inabissamento del buon gusto sembrerebbe derivare esattamente dalle produzioni di questi anni “incriminati”. Nessuno potrebbe ascoltare Salmo o lo Stato Sociale se avesse conosciuto un De Gregori qualunque.
La musica di cittadinanza si prefigge il serio compito di sconfiggere la povertà dell’ascolto del presente, debellare la Trap e l’It Pop, fare chiudere i Talent e far riemergere il buon senso oscurato da queste centinaia e centinaia di album indie, alternativi, moderni e addirittura (pop)ular. La musica di cittadinanza rimetterà al centro i veri bisogni del popolo e gli permetterà di soddisfarli autonomamente con il semplice e obbligatorio aiuto delle vere autorità in materia, tornando così ad ascoltare la vera arte italiana, quella che ha reso grandi e fieri i nostri nonni, i nostri padri e che renderà così anche i nostri figli.
E finalmente si tornerà ci si augura anche a dare dei nomi alle band come Dio comanda: mai più Cani o Verdena ma Profeti e Orme.
Musica di cittadinanza: basta finalmente ignoranti della e nella discografia italiana e di qualità.
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