R E C E N S I O N E


Articolo di Antonio Spanò Greco

40 minuti suddivisi in dieci brani originali compongono Strange Door, il nuovo album della Fabio Marza Band, giunta al quinto capitolo in dodici anni circa di attività caratterizzata da un’intensa attività live e da continue e innumerevoli collaborazioni con i migliori chitarristi quali Paolo Bonfanti, Maurizio Gnola, Alex Gariazzo, il compianto Rudy Riotta, Maurizio Pugno, Steve Burns e ultimo, solo in ordine di apparizione, Roberto Morbioli. La Fabio Marza Band è composta da Fabio Marzaroli alle chitarre e alla voce, Fabio Mellerio al basso e alla voce, Max Ferraro alla batteria e da Greta Bragoni alla voce. Il lavoro, prodotto dalla stessa band e registrato negli studi Busker Studio di Rubiera (RE), vanta la collaborazione di Matteo Boldini alle tastiere e di Anais Drago al violino.

Fabio Marzaroli - Foto di Andrea Furlan

Dirty Shoes apre l’album, blues secco dal riff ipnotico, assolo di Fabio eccellente e in crescendo; segue Numb dove sul giro armonico della chitarra bene si inserisce l’hammond di Matteo seguito dall’assolo dirompente della sei corde, il basso e la batteria accompagnano a dovere: brano rock blues alla Deep Purple, oserei dire. Nella successiva Strange Door, brano soul venato di blues, Greta esordisce al canto, la sua voce migliora sempre e continua ad acquistare risvolti notevoli e molto coinvolgenti. Devil and the lady assume le sfumature country della west coast, sembra di sentire Eagles e soci, il violino di Anais Drago rende il tutto molto piacevole. Forever mine vede ancora protagonista la splendida voce di Greta che qui fa sfoggio della sua bravura sia nelle note basse che in quelle alte: brano ad alta gradazione soul con Fabio che disegna assoli intensi. Segue Take a Break, brano scritto da Greta con Fabio, forse il mio preferito per l’inizio sensuale, con la voce calda di Greta e la chitarra che si destreggia in giri quasi jazzati. Dopo queste divagazioni sul genere più o meno marcate Shake your mine riporta il tutto al marchio di fabbrica FMB, rock blues intenso con l’hammond di Matteo che ci fa girare per le strade di New Orleans e ci fa ricordare per un attimo la recente dipartita del grande Dr. John. Far away from home è un blues rock marcato senza cedimenti di ritmo e assoli sempre precisi, sicuri e molto caldi. Straight line è il brano più jazzato dove Greta dà ulteriore dimostrazione della sua bravura mentre Dark Star chiude l’abum: talkin’ blues semplice, essenziale e diretto.

Brava la Fabio Marza Band: l’album è meditato, variegato, ogni nota è accuratamente soppesata e la verve soul-jazz di Greta si sposa bene col l’indole più rock della band. Tutto ciò potrà avere sviluppi molto interessanti e l’aggiunta dell’hammond in alcuni brani è un elemento da non trascurare soprattutto in occasione dei live nei vari festival blues cui il gruppo si accinge a partecipare.