I N T E R V I S T A


Articolo di Angela Todaro

Logo è il nome del progetto solista di Giulia Di Gregorio, cantautrice indipendente milanese che decide di presentarsi al grande pubblico con il particolarissimo Inverno Deep. L’EP esce il 21 ottobre e arriva dopo 3 singoli già pubblicati durante i mesi di lockdown della scorsa primavera. Per questa personalissima “fase 2” Logo torna con 3 nuovi pezzi che raccontano con immagini serrate una vita quotidiana dai ritmi sempre troppo veloci. Abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con l’artista per conoscerla meglio.

Benvenuta Giulia e complimenti per i singoli che abbiamo già avuto modo di ascoltare. Ti va di raccontarci da dove trae spunto l’idea del tuo primissimo progetto?
Grazie per i complimenti. Ho sempre scritto canzoni, all’inizio in inglese, poi sono passata all’italiano perché mi sono accorta che con l’inglese non riuscivo davvero a scrivere qualcosa di veramente mio. Bazzicavo già nell’ambiente della musica nell’organizzazione di alcuni eventi a Milano. Ascoltando altri artisti ho pensato “le mie canzoni sono belle uguali, se non di più”, ho iniziato così a pensare ad un progetto tutto mio. In più l’esperienza come turnista al basso coi Van Houtens ha istillato in me l’adrenalina da live, ho suonato tanto dal vivo e mi sono sempre divertita, figurati l’emozione di farlo con canzoni tue!

Il disco ha una matrice indie elettropop. Come hai sviluppato il gusto verso questo genere e come mai hai deciso di usarlo per esprimerti?
Volevo un genere che non sovrastasse, ma esaltasse quello che sto dicendo con la mia voce. Diciamo che, se la musica fosse un piatto, questo sound mi dà la possibilità di usare tante spezie diverse, senza esagerare nello spaziare fra i gusti.

Com’è stato collaborare con Simone Waxlife Lanza e Aaron Bautista?
Simo è il produttore di tutto l’EP, è un collaboratore fidato e un amico. Ho faticato tanto a trovare un professionista con cui mi trovassi bene come con lui. Con Aaron siamo amici da tanto tempo, ha creato lui il rif iniziale di Pugni, è un musicista talentuoso, sono contenta che anche il suo progetto Emotron stia andando bene!

I primi tre pezzi che compongono l’EP son stati concepiti sotto lockdown. Vuoi raccontarci la tua esperienza? Come l’hai vissuta?
Mi sentivo particolarmente impotente nei confronti della situazione, ero anche molto preoccupata. Nella quotidianità ero tenace, ho riscoperto molte passioni come quella del disegno, che avevo abbandonato da tanto tempo. Mi mancavano gli amici e i miei cari, quello sì.

Il settore culturale sembra soffrire ancora dopo il respiro preso in estate, quando qualcosa è iniziato a muoversi per i live. Cosa pensi della situazione generale e soprattutto quanto è difficile per un nuovo artista misurarsi in un campo che già di per sé, a volte, non sembra offrire grandi spazi?
Mi dispiace vedere locali a cui sono affezionata, teatri di ricordi, che fanno fatica o addirittura hanno chiuso. Parlando più in generale, il mio approccio ai live è orientato alla qualità, più che alla quantità: pochi live, ma fatti bene e degni di nota. Penso ci sia spazio per me, anzi, sento tanta voglia di accogliermi a suonare, alla fine è una cosa che faccio da sempre e sul palco si vede che mi diverto e pare che la cosa arrivi a chi ascolta. Mi piace ancora di più suonare per una causa, ho suonato diverse volte per Amnesty International, ad esempio.

Cosa succederà dopo l’uscita dell’intero EP? Avremo il piacere di vederti live quest’inverno? E dove?
In accompagnamento all’uscita dell’EP uscirà un video – pazzesco – girato da mia sorella Silvia Clo Di Gregorio. Dopo quest’uscita mi piacerebbe dedicarmi un po’ ai live, anche se non sono molto ottimista per quest’inverno, sono più speranzosa per la primavera 2021. Mi piacerebbe potervi fare ascoltare la versione elettronica del mio live, cosa che non ho potuto ancora fare. Staremo a vedere.