R E C E N S I O N E


Recensione di Claudia Losini

Drone San è una astronave non ben identificata, capitanata da Andrea Sanna e Nicola Pedroni, avvistata sui cieli italiani e pronta a farci atterrare su pianeti sconosciuti.
Drone San è anche il titolo del loro primo album, autoprodotto per l’etichetta da loro stessi fondata Horribly Loud Records, un album che si compone di musica elettronica “suonata” e che fa riferimento alla scena post-jazz contemporanea. Pedroni e Sanna si sono incontrati casualmente in un jazz club e hanno composto e arrangiato l’album su una base improvvisativa su cui hanno strutturato la scrittura vera e propria, utilizzando strumenti analogici e digitali come batterie montate, tagliate e rimontate in layer con drum machine vintage, Fender Rhodes, software, oggetti come vecchi pianoforti, corde, molle e giocattoli amplificati con microfoni piezoelettrici o ripresi all’interno di suggestive location naturali. Il disco è stato infatti registrato in Sardegna non solo all’interno dello studio di registrazione, ma addentrandosi tra boschi e nelle tipiche domus de janas, tombe preistoriche scavate nella roccia.

Le sonorità, ben chiare fin dal primo singolo Ornamentalities, richiamano i film di fantascienza e le avventure spaziali, viaggi nell’Universo infinito alla ricerca di nuovi mondi, tra creature mostruose e meraviglie inaspettate. Come dichiarano gli artisti stessi, il disco racconta dell’astronave dei Drone San alle prese con un disperato viaggio interplanetario alla ricerca di possibili forme di vegetazione, purtroppo scomparse nel nostro mondo. Non solo sci-fi quindi, ma anche una volontà di sensibilizzare sul tema ambientale ed ecologico, trascurato oggigiorno da tutti, ma prioritario per il nostro futuro.

I sette brani diventano così la colonna sonora di una nuova Odissea, che si snoda tra IDM e ambient music, sorride al funk e alla dub, in grado di stimolare l’energia e stuzzicare la nostalgia. Un post-jazz per post-umani, per ricordarci che, anche se non abbiamo una vera e propria astronave, possiamo sempre viaggiare oltre i confini della nostra immaginazione.

Tracklist:
01. Drone
02. Snob Pineapple
03. Detroit’s Son
04. Baking Bread
05. Waltzer Matthau
06. Ornamentalities
07. San