I N T E R V I S T A
Intervista di E. Joshin Galani
È uscito il 7 aprile Ho freddo al naso di Andrea Corno in arte Oratio. È un omaggio al musicista Enzo Carella, scomparso nel 2017. Negli anni 70/80 Carella collaborò con il poeta Pasquale Panella che sarà successivamente paroliere di Lucio Battisti. Le sue canzoni erano costituite da testi visionari, voce roca, sussurrata, gentile, unica; arrangiamenti musicali che a distanza di tempo colpiscono ancora per la genialità e la bellezza. L’EP porta il titolo di una frase di Barbara canzone che valse a Carella il secondo posto al festival di Sanremo del 1979. Nonostante questa visibilità il talento di Carella – ingiustamente – non ha mai raggiunto le masse. Un imprinting troppo moderno, forse troppo proiettato nel futuro o visionario per ricevere nella contemporaneità dell’epoca il meritato riconoscimento. A celebrare questa originalità ci ha pensato il cantautore siciliano Oratio, invitando per questo progetto altri artisti che come lui condividono l’amore per l’artista romano. Abbiamo scambiato quattro chiacchere per saperne di più sulla realizzazione di questo EP.

Ciao Oratio, grazie per questo EP Ho freddo al naso! Per me è una grande gioia che tu abbia reso omaggio ad Enzo, un artista che considero una perla, sia vocalmente che come attitudine musicale. Credo che per quanto possa aver avuto visibilità e successo, la risposta del pubblico nel tempo non gli abbia reso il giusto merito. A distanza di anni, artisti sensibili come te gli danno il giusto riconoscimento, ricordandolo nel modo migliore: cantando le sue canzoni. Come hai scoperto Enzo e perchè è stato importante fare questo tributo?
Ciao Joshin e ciao Off Topic. Sono davvero contento che l’EP abbia suscitato, in te come in molti e sparpagliati fan di Carella, gioia e curiosità. Credo di aver scoperto per la prima volta le sue canzoni tanti anni fa ascoltando delle cover di Camillas, Colapesce e altri.
È stata una esperienza importante, almeno per noi, perché ci ha tenuti vicini oltrechè impegnati, durante la pandemia, nella costruzione a distanza delle canzoni. Eh si, è proprio vero, si ha sempre la strana sensazione ascoltando Carella che non abbia ancora una memoria degna della sua musica; c’è anche da dire però che ha avuto una carriera scostante, con pause molto lunghe tra una pubblicazione e l’altra, e ciò forse non ha contribuito alla costruzione di un grande pubblico. Le belle canzoni per fortuna prima o poi trovano la loro strada anche se in tempi più dilatati; credo molto in questa cosa e Carella ne è la prova lampante. Rimane un alone di mistero in fondo su questa storia, sul perché di tale scostanza, se per mancanza di voglia o coraggio, se perché a un certo punto non sono più arrivati i pezzi come invece accadeva all’inizio, se per noia o snobismo del jet set. Lungi da me giudicare, mi piacerebbe solo capire, e a tal proposito c’è da poco un’intervista molto lunga di Carella su YT che da molti indizi sulla persona e sul carattere che aveva, cosi che ognuno possa trarre le sue conclusioni. È stato carino che tanti ragazzi, anche più giovani, ci abbiano comunicato il loro amore nascente per questo artista e questo credo sia stata la cosa più importante.
Questo omaggio l’hai condiviso con altri artisti, Dente, Nicolò Carnesi, Cipo, Luiz Miranda, Rojabloreck. Eri al corrente dell’amore partecipato per l’artista romano o hai pensato a delle voci che potevano essere adatte ad interpretare i brani?
Diciamo che una volta richiesta la partecipazione all’EP ho ritrovato l’amore per Carella in quasi tutti gli artisti che sono intervenuti; per la maggior parte dei partecipanti è stata un’occasione per rispolverare questi dischi magari non ascoltati da tempo, per qualcun altro un buon motivo per conoscerlo di sana pianta. Ho cercato di assegnare le canzoni ad ognuno in base alle caratteristiche vocali e credo di aver indovinato gli abbinamenti. A tal proposito Cipo mi ha scritto qualche notte fa per dirmi per l’appunto che si ritrovava molto nel brano Estrella misteriosa.
Che apporto hanno dato questi musicisti nelle loro differenze?
Ognuno secondo le proprie inclinazioni; Dente ci ha regalato la sua dolcezza, Carnesi la sua voce elegante, Cipo ci ha portato nelle campagne della provincia toscana, Francesco Bendinelli ha colorato oltre che le copertine anche tutte le canzoni con diversi strumenti, Miranda ci ha tirato su con la sua ruspanza, Giulia Conti ha rinfrescato con la sua voce celestiale, Michele Staino ci ha regalato piacevoli saliscendi sulle scale del suo contrabasso, i Rojabloreck ci hanno stupito con la loro bravura, Agostino Burgio ha fatto tutte le batterie, Andrea Cian e Joel Nyman hanno impreziosito il tutto con i loro fiati.

Nella scelta delle canzoni che compongono il tuo EP hai toccato i punti della sua carriera. C’è qualche pezzo che avresti voluto aggiungere e che poi non hai inciso?
Si è vero, rivedendo a posteriori la scaletta se non erro abbiamo toccato quasi tutti i dischi della discografia di Carella tranne Se non cantassi non sarei nessuno. Mi sarebbe piaciuto rifare Che notte brano contenuto sull’album Sfinge.
Hai fatto una scelta molto rispettosa nell’arrangiamento musicale, che è un po’ attualizzato ma fondamentalmente non stravolge l’originale. Anche gli approcci vocali seguono la sua inclinazione. Enzo era artisticamente all’avanguardia, surreale, originale, i suoi brani suonano ancora oggi molto moderni, contemporanei. Era forse troppo innovativo per l’epoca?
Sì su qualcuna ci siamo attenuti all’arrangiamento originale, vedi Barbara e Stai molto attenta, su altre ci siamo allontanati, in alcuni casi semplificando il brano come nel caso di Foto dove la struttura è tenuta in piedi da una chitarra un basso e un beat, in altri casi come in Malamore, che ricordo è stata interamente eseguita dalla band Rojabloreck ed alla quale ho solo prestato la mia voce, dove c’è stata una vera e propria reinterpretazione del brano. Carella era musicalmente bizzarro e i testi di Pasquale Panella sensazionali, nel senso di più vicini alla sensazione che al significato verbale stesso, lo portavano a degli slanci elevati, irraggiungibili e che sicuramente si difendono meglio dal tempo che passa.

Il disegno della copertina ritrae bene l’essenza scanzonata di Enzo, chi l’ha realizzata?
Le copertine sono state realizzate da Francesco Bendinelli, membro dei Rojabloreck, che ha suonato su tutti i brani diversi strumenti.
L’ottobre scorso è uscito il tuo ultimo album Tropico del mare, stai già lavorando ad un nuovo progetto?
Si è da qualche mese uscito il mio album anticipato da un paio di singoli. Vado questa settimana in studio per concludere un nuovo brano insieme ad un mio compaesano siciliano A. Romano. Vorrei tornare in studio entro fine anno per i miei brani nuovi. Ad aggiornarci!
Rispondi