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Afterhours

Marrano – Carne Ossa (LostDog Records/ ADA Music, 2023)

R E C E N S I O N E


Recensione di Stefania D’Egidio

Ultimamente la musica indipendente italiana offre parecchi spunti di riflessione e anche qualche bella sorpresa in un periodo in cui, invece, da oltremanica non sembra più arrivare nulla di nuovo: oggi, ad esempio, voglio parlarvi dei Marrano: nati a Rimini nel 2015 dall’incontro tra Andrea Fantini (basso e voce), Daniele Paglialonga (voce, chitarra e piano, nonché ideatore dei testi) e Nicola Abati (batteria e synth), dopo pochi mesi pubblicano già il primo omonimo EP, presentato poi in tour in Italia. Nel settembre del 2017 sfornano il primo album, Gioventù Spaccata, che dà loro l’occasione di condividere i palchi con artisti del calibro de I Ministri, Andrea Laszlo De Simone, Gazebo Penguins, Havah, ecc… Nel 2020 danno alla luce il secondo album, Perdere, e, nell’estate dello stesso anno pubblicano la cover di Sabotage, brano cult dei Beastie Boys. Nel 2022 si dividono tra scrittura ed esibizioni live con i singoli Poveri Diavoli, Ekomostro e Bruciare, che anticipano l’uscita della terza fatica in studio, Carne Ossa, edito il 17 febbraio per LostDog Records e distribuito da ADA Music Italy.

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Giorgio Ciccarelli: Il viaggio in Occidente tra demoni e dei

I N T E R V I S T A


Articolo di Cinzia D’Agostino

Ci sono figure che ti hanno accompagnato anni che, nel loro silenzio e nella loro luminosa ombra, sono riuscite a catturare le tue emozioni e a lasciarti un forte senso di appartenenza che non ti abbandona mai. Perché quella elegante figura con la chitarra in mano che pizzica le corde con classe e grinta, ci ha sempre trasmesso un’energia trascinante, tanto forte che non abbiamo potuto fare a meno di seguirlo nei suoi percorsi. Afterhours a parte, Giorgio Ciccarelli è stato fondatore dei Sux!, artista di alto livello che si è sempre immerso in vari progetti fino al suo percorso solista che vedrà tra pochi mesi la luce del terzo disco. Intanto il 22 aprile è uscito il nuovo singolo Conto i tuoi passi, che farà parte del suo nuovo atteso album, per Le Siepi Digital. Ne abbiamo approfittato per fare quattro chiacchiere con lui.

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Re del Kent – Sottocultura (Autoproduzione, 2020)

R E C E N S I O N E


Articolo di Stefania D’Egidio

Le polemiche successive alla vittoria dei Måneskin a Sanremo 2021 mi hanno fatto capire che, in Italia, i consumatori di musica si dividono in tre fazioni: quelli che seguono le mode del momento, nello specifico la trap, per lo più ragazzi sotto i 25 anni, quelli nostalgici, che vivono nel ricordo dei Led Zeppelin e dei Black Sabbath, snobbando qualsiasi tentativo di emulazione, come appunto i Måneskin o i Greta Van Fleet, e, infine, quelli che pur rimpiangendo i tempi che furono, apprezzano lo sforzo di alcuni nuovi gruppi di portare avanti un genere musicale, il rock, dato ormai per morto e sepolto, nel tentativo di arginare l’invasione di autotune e basi campionate. Io appartengo a quest’ultima schiera, consapevole che il meglio è già passato, ma nello stesso tempo fiduciosa nel futuro perché, classifiche a parte, l’underground, sia italiano che estero, qualche bella sorpresa ancora la riserva ogni tanto: è vero che bisogna fare un lavoro di ricerca certosino, non limitarsi ad ascoltare le playlist di Spotify e delle altre piattaforme di streaming, scorrere le mille proposte che il web ti propina ed ecco che, a volte, ti arriva l’onda giusta.

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Amelie Tritesse: anche a Teramo esiste una scena musicale

I N T E R V I S T A


Articolo di Luca Franceschini

Ho conosciuto gli Amelie Tritesse per caso ed in maniera piuttosto curiosa: due mesi fa Rumore ha pubblicato una bella inchiesta sul giornalismo e sull’editoria musicale. Trovandomi in qualche modo da quella parte della barricata (anche se ovviamente in maniera totalmente approssimativa e dilettantistica) l’ho letto con piacere e ho poi scritto a Manuel Graziani, uno degli autori, per ringraziarlo e per offrirgli un paio di mie considerazioni sull’argomento. Tra una cosa e l’altra, è venuto fuori che suona e che ha un gruppo, gli Amelie Tritesse, appunto, con il quale ha pubblicato due dischi.
L’ascolto su Bandcamp del loro secondo lavoro Sangue di provincia mi ha davvero colpito: l’unione dello spoken word alle parti cantate e degli arpeggi di chitarra stranianti a fraseggi ed atmosfere al confine tra il Garage Punk e la New Wave, mi sono sembrate subito caratteristiche fuori dal comune, come se l’eccletismo dei Pere Ubu incontrasse la complessa costruzione di paesaggi sonori tipica dei Massimo Volume. Mi è venuta voglia di saperne di più e così ho chiamato Manuel al telefono e mi sono fatto raccontare un po’ di cose della sua band, dell’ultimo disco, della sua passione per la scrittura e dei prossimi progetti futuri. Chiacchierata interessante ed una band che, pur non facilissima come proposta, merita senza dubbio di essere ascoltata…

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I Hate My Village – I Hate My Village (La Tempesta, 2019)

Articolo di Stefania D’Egidio

I Hate My Village è l’ultimo ambizioso progetto di Adriano Viterbini, chitarrista tra i più talentuosi ed eclettici del panorama musicale italiano, già membro dei Bud Spencer Blues Explosion e di Milano Elettrica, in collaborazione con Fabio Rondanini, batterista di Calibro 35 e Afterhours, ai quali si è aggiunto in un secondo momento una vecchia conoscenza del rock nostrano, Alberto Ferrari dei Verdena.

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Manuel Agnelli: “Un disco solista? Boh, perchè no? Ma gli After non si sciolgono”

Articolo di E. Joshin Galani

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Afterhours – conferenza stampa per l’uscita antologica 1987-2017

Articolo, immagini e grafica di Giovanni Carfì e E. Joshin Galani

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Afterhours @ Live Club, Trezzo d’Adda (Mi) – 9 marzo 2017

Articolo di Luca Franceschini, immagini sonore di Andrea Caristo

Gli Afterhours ripartono da dove avevano lasciato, vale a dire dall’ultimo album “Folfiri o Folfox”. Un disco che, pur non avendo lo smalto delle loro cose migliori, è stato comunque in grado di riportarli a livelli che da diversi anni non sentivamo.
I cambi di formazione, lo avevo già scritto, hanno indubbiamente pesato. Stefano Pilia alla chitarra e Fabio Rondanini alla batteria non sono solamente due dei più grandi musicisti del rock italiano ma anche due individui che si sono inseriti perfettamente nell’alchimia personale e creativa della band milanese.

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Afterhours @ Market Sound Milano – 14 luglio 2016

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Articolo di Luca Franceschini, immagini sonore di Beppe Brambilla

È indubbio che il maggior motivo di curiosità relativo alla nuova formazione degli Afterhours risieda nel disco. Dal vivo avevano già girato lo scorso anno, durante il tour teatrale denominato “Io so chi sono” e chi li aveva visti ne aveva documentato l’indiscusso valore.
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