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Annalisa Fortin

L’arte della fuga – Spellbound Contemporary Ballet @ Teatro comunale di Vicenza – 25 febbraio 2023

L I V E – R E P O R T – D A N Z A


Articolo di Annalisa Fortin

Moving Souls, anime in movimento, sesta edizione del Festival Danza in Rete, promosso dalla Fondazione Teatro Comunale di Vicenza e dalla Fondazione Teatro Civico di Schio, si è aperto con una prima assoluta, andata in scena sabato 25 febbraio presso il Teatro Comunale di Vicenza, ovvero la nuova creazione di Spellbound Contemporary Ballet, firmata dal coreografo Mauro Astolfi: L’Arte della Fuga.

Chi ama il balletto, e in particolare il balletto contemporaneo, può approcciarsi alla visione di “L’arte della fuga” con un certo tipo di aspettativa. Mi sentirei di escludere che ne rimarrà deluso, a meno che quello spettatore non sia del tutto sordo alla sublime musica di Bach e all’originale proposta coreografica di Mauro Astolfi. Nel qual caso sconsiglierei anche la lettura di questa recensione. Il sold out registrato presso il maestoso Teatro Comunale di Vicenza mi dà ragione di ciò.

      

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Dawson / Duato / Kratz / Kylián @ Teatro Alla Scala, Milano, febbraio 2023

L I V E – R E P O R T – D A N Z A


Articolo di Annalisa Fortin

Se vi chiedessero che colore ha la purezza, cosa rispondereste? Probabilmente la maggior parte direbbe il bianco. Un candido e luminoso bianco.
È proprio una sensazione di purezza e di estasi quella che lascia Anima Animus, il balletto che apre lo spettacolo “Dawson/Duato/Kratz/Kylián” in scena in questi giorni al Teatro alla Scala.
Il sipario si alza su un palcoscenico colmo del fulgore di una luce bianca. Lo spettatore, inizialmente destabilizzato da una sorta di vertigine, si ridesta subito, percependo l’armonia e la raffinatezza che pervade l’intero teatro. E ne trae una sensazione benefica, ammaliante. Estasiante.
La musica è di Ezio Bosso, al cui concerto il coreografo David Dawson assistette a San Francisco, nel 2017, con un quaderno che riempì di idee. Ne emerse, dopo un lavoro intenso e frenetico di tre settimane, un capolavoro dall’ampio respiro e di estrema bellezza.
La conformazione della melodia, la complessità dei contrattempi, la frammentarietà della retrospezione immortalata in bellissimi effetti di controluce, mettono in risalto le esili forme di danzatrici che sembrano meravigliose libellule. Il quadro, dalla grande forza poetica, è arricchito dall’armonia degli interpreti maschili, splendidi e capaci partner nelle numerose prese previste dalla coreografia. Un lavoro delicato, virtuoso, umano e musicale. Quasi a ricalcare quanto scriveva lo stesso Bosso:“Mentre scrivo penso ancora e ancora a ciò che rimane e realizzo… che le registrazioni, i dischi, sono proprio una delle cose che restano. Spesso ciò che resta del suono, dell’idea, del tocco e soprattutto di un momento preciso della vita di un musicista, sono quelle fotografie.”

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Andrea Pennacchi, il Pojana ma non solo.

T E A T R O


Articolo di Annalisa Fortin

Ha ottenuto uno straordinario successo al Teatro Comunale di Vicenza il doppio appuntamento con Andrea Pennacchi. Le pièce portate in scena nelle due serate sono state diametralmente opposte. La prima più intima, dal titolo Mio padre, in cui l’attore padovano racconta la storia di suo padre, partigiano, che durante la guerra viene rinchiuso in un campo di concentramento al quale sopravvive. La successiva Pojana e i suoi fratelli più divertente e ilare, in cui i fratelli maggiori del Pojana, presentati da Pennacchi, ovvero Edo la security, Tonon il derattizzatore, Alvise il nero e altri nuovi personaggi, raccontano le storie del nordest che fuori dai confini della Padania nessuno ancora conosce. In entrambi gli spettacoli il protagonista è accompagnato dall’amico e collaboratore a tutto campo Giorgio Gobbo e dal musicista Gianluca Segato.

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Un’escalation di mostre per Elisabetta Maistrello, al pari del suo successo.

A R T E – M O S T R E


Articolo di Annalisa Fortin

Ti guarda, e diventa lo specchio della tua interiorità. Questo è quanto scaturisce quando ci si trova davanti ad un volto dipinto da Elisabetta Maistrello. La virtuosistica meticolosità e l’ardita scelta cromatica enfatizzano quella nota di grazia tipica dei volti femminili protagonisti delle sue opere. L’ascesa di Elisabetta Maistrello è in pieno sviluppo, tant’è che le richieste dei suoi quadri provengono ormai da tutta Europa e dall’America. In Italia avremo la fortuna di poter ammirare i suoi dipinti per ben due mesi a Venezia, in occasione di Venice Start 2021, nuovo ed importante evento marchiato Art Events Mazzoleni, che la vede protagonista dal 18 settembre al 7 novembre. Elisabetta ha colto di buon grado l’invito, creando opere inedite per l’occasione. Le sue scelte non possono non risentire della grande sensibilità di cui è dotata, oltre che dal rigore tecnico con cui ha condotto le varie sperimentazioni pittoriche.

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Gli alberi di Bianca Beghin in uno splendido tour di mostre.

A R T E – M O S T R E


Articolo di Annalisa Fortin

Il suo sito ti accoglie con un Soul and Nature. E a sentir parlare Bianca Beghin percepisci subito l’animo di una artista che si proietta sulla tela senza filtri, con l’intento di trasmettere un segnale positivo e speranzoso, come è la natura, con i suoi continui cicli senza fine. Nella città italiana a maggior concentrazione di musei e gallerie, settembre porterà un nuovo evento dedicato agli artisti emergenti, tra cui proprio Bianca Beghin e i suoi alberi: il Venice Start 2021 (Venezia, 18 settembre – 7 novembre). Sono gli alberi principalmente gli oggetti-soggetti delle creazioni di Bianca “perché sono l’emblema della vita”, spiega la pittrice parlando di questa sua scelta, enfatizzata soprattutto con la tempesta Vaia. Dopo la devastazione comportata da questo avvenimento,con la rappresentazione degli alberi Bianca ha voluto dare un segno di speranza.

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Bayadère, Il Regno delle Ombre – Nuovo Balletto di Toscana @ Teatro comunale di Vicenza – 15 luglio 2021

L I V E – R E P O R T – D A N Z A


Articolo di Annalisa Fortin

Il teatro riapre le porte al pubblico, presenta progetti futuri, ritrova la città. I mesi di giugno e luglio hanno visto gli spettatori di Vicenza coinvolti nel Festival “Danza in Rete”, alla sua quarta edizione, che si sta ampliando ogni anno di più territorialmente e artisticamente. Il progetto, messo in atto dalla Fondazione Teatro Comunale di Vicenza già dal 2014, rappresenta un’esperienza significativa di sostegno alla creatività emergente. Tra i molti spettacoli ed eventi proposti, uno dei più attesi è stata la prima regionale di “Bayadère – Il Regno delle Ombre”, interpretato dal Nuovo Balletto di Toscana
Pensata per un ensamble di talenti giovanissimi, la coreografia di Michele Di Stefano si presenta carica di suggestioni misteriose, sulle musiche originali, altrettanto oscure, di Lorenzo Bianchi Hoesch. Questa versione dell’omonima opera di Minkus (della quale riprende a tratti il leitmotiv), si discosta molto dalla leggendaria storia dell’amore impossibile tra il nobile guerriero Solor e la bellissima ballerina Nikiya, per fare riferimento invece a qualcosa che riguarda la presenza dei corpi e l’intreccio delle loro traiettorie, in uno spazio reinventato con delicatezza e passione.

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Serata Contemporanea @ Teatro Alla Scala, Milano – 7 luglio 2021

L I V E – R E P O R T – D A N Z A


Articolo di Annalisa Fortin

Quando si parla di danza, ci sono dei corpi di ballo che la rappresentano nella sua interezza, nella sua dimensione più esemplare e raffinata. Uno di questi è il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala.
La sensazione che si ha quando si assiste ad un balletto eseguito da questi danzatori è quella di credere che i ballerini scaligeri siano esseri speciali dai connotati sovrumani. Quando le prime luci di scena illuminano corpi e movimenti, la testa dello spettatore inizialmente vacilla per poi ridestarsi. Dopodiché una sensazione di benessere e armonia lo pervade, capendo così che davvero la bellezza può salvare il mondo.
Se si pensa che il Corpo di Ballo della Scala dia il meglio solo nei grandi classici, si commette un errore. A dimostranza di questo in Serata Contemporanea, il 7 e 8 luglio scorsi, sono stati presentati cinque debutti e una prima assoluta, insieme al ritorno di Forsythe.

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Heroes, da un’idea di Paolo Fresu, un concerto imperdibile omaggia David Bowie

L I V E – R E P O R T


Articolo di Annalisa Fortin

Forse non tutti sanno che il primo passaggio di David Bowie in Italia risale al 1969, anno in cui partecipò ad un concorso canoro a Monsummano Terme, un piccolo comune toscano. Arrivò però secondo. Per rimediare, come sostiene scherzosamente Paolo Fresu, cinquant’anni dopo il comune stesso ha incaricato il famoso trombettista di omaggiare adeguatamente il Duca Bianco. “Appena mi è stato proposto questo progetto”, dichiara Fresu, “mi sono sentito onorato ed emozionato. Ho deciso di mettere insieme una band unica, creata appositamente, con grandi musicisti eclettici e provenienti da esperienze diverse, anche lontane dal jazz. Credo che questo sia un grande valore. Avvicinarsi alla musica di David Bowie è una grande emozione e anche una straordinaria opportunità per tutti noi”.
Durante l’esibizione di Heroes, avvenuta il 9 luglio nell’ambito del Vicenza Jazz Festival, Paolo Fresu confessa che la conoscenza primordiale che lui e gli altri componenti avevano della musica di Bowie era quella delle comuni persone, ovvero di puro ascolto e apprezzamento. Nessuno si era mai cimentato nell’esecuzione di quella che poi si è rivelata una sfida artistica emozionante e coinvolgente, riportando una splendida luce in un momento buio comune dovuto alla pandemia. La band scelta da Fresu ha nomi di calibro stellare: Petra Magoni, Filippo Vignato, Francesco Diodati, Francesco Ponticelli, Christian Meyer. Insieme hanno messo le mani su una trentina di pezzi, tra i quali Life on Mars, This Is Not America, Warszawa, When I Live My Dreams. Ogni membro della band ha dato il proprio contributo negli arrangiamenti, conferendo maggiore varietà e dinamicità al progetto, scaturito anche in un cd. Tornando alle parole di Fresu: “Bowie è un autore immortale che è sempre stato vicino al jazz. Abbiamo trattato con il massimo rispetto la sua arte pur essendo propositivi, gettando infatti uno sguardo nuovo su queste canzoni”.

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Presentata la prossima Stagione al Teatro La Fenice di Venezia, ancora una volta esemplare di una grande rinascita.

C O N F E R E N Z E


Articolo di Annalisa Fortin

Oggi più che mai, quando ci si trova a Venezia, si ha la sensazione di essere in un piccolo centro del mondo. In quel luogo unico dove storia millenaria e visioni futuristiche si incontrano. È difficile parlare di Venezia senza cadere in luoghi comuni e stereotipi del bene e del male, ma la realtà è che questa città, che ha dovuto inventarsi e reinventarsi molte volte, tra mille difficoltà, continua a farlo con un’apertura mentale che la affianca alle città culturalmente più importanti d’Europa. E forse anche del mondo. Fucina di ricerca e sperimentazioni, ma nel contempo intima, verace e popolare, Venezia è sempre stata una perfetta equilibrista tra acqua e terra, tra Oriente e Occidente, tra aperture e chiusure, una continua fonte d’ispirazione per intellettuali e artisti, ma anche per imprenditori capaci di cogliere gli stimoli del bello, credendo in questa città e nei suoi tesori. Tra questi, uno dei più preziosi è indubbiamente il Teatro La Fenice, emblema rappresentativo di rinascita, più e più volte. E ogni volta sempre più straordinaria. Questo grazie anche alla lungimiranza imprenditoriale di cui si parlava poc’anzi, sostenimento principale della Fondazione su cui si basa il famoso teatro veneziano e che il sovraintendente e direttore artistico Fortunato Ortombina, non si è risparmiato di ringraziare durante la conferenza stampa del 6 luglio scorso. La motivazione ufficiale del convegno è stata la presentazione della prossima Stagione Lirica, di Balletto e Sinfonica, pur essendo ancora attiva la stagione attuale con eventi assolutamente da non perdere come il dramma vivaldiano Farnace (10 Luglio), il concerto dell’Orchestra Giovanile di Luigi Cherubini diretto niente meno che da Riccardo Muti (12 Luglio), il Rinaldo di Händel (31 Agosto – 4 Settembre), il Rigoletto (29 Settembre – 10 Ottobre) e concerti meravigliosi interpretati dall’Orchestra e dal Coro del Teatro La Fenice, diretti da maestri di fama internazionale.

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