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Coma_Cose

Coma_Cose – Nostralgia Tour @ Carroponte, Sesto San Giovanni(Mi), 06 luglio 2021

L I V E – R E P O R T


Articolo di Stefania D’Egidio

Quella di Fausto e Francesca è una storia a lieto fine: conosciutisi in un negozio del centro di Milano, ben presto sono diventati una coppia nella vita e sul palco, quasi inaspettatamente, come più volte dichiarato, essendo due tipi introversi e solitari. Il progetto Coma_Cose nasce come qualcosa di poco etichettabile, dettato dalla necessità di esprimersi in tanti modi diversi, con testi apparentemente leggeri, ma che nascondono, tra una parola e l’altra, significati più profondi. Dalle difficoltà dei primi tempi hanno tratto la forza per autoprodursi e, nel giro di pochi anni, sono riusciti a fare il grande salto dalla scena indipendente milanese a quella mainstream, grazie anche alla partecipazione all’ultimo Festival di Sanremo, che li ha resi visibili al grande pubblico.

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Coma_Cose – Nostralgia (Asian Fake/Sony Music, 2021)

R E C E N S I O N E


Articolo di Cristiano Carenzi

Poco più di un mese dopo la loro partecipazione a Sanremo i Coma_Cose hanno pubblicato il loro secondo disco: Nostralgia.
Ammetto che questa recensione doveva essere scritta prima, quindici giorni per scrivere di (di fatto) cinque brani che in totale durano appena 20 minuti sono parecchi ma per assurdo è proprio questo ad avermi bloccato.
Un disco così breve non riesce a costruirsi un’identità (o meglio, è molto più difficile), non riesce ad avere degli alti e dei bassi particolarmente marcati, non riesce a darti indicazioni chiare sul percorso intrapreso dagli artisti. Anzi, forse su questo qualcosa ci dice: il continuo ricorrere alla forma canzone, l’eliminazione delle tipiche particolarità testuali e la forzata voglia di cantare anche quando non si è particolarmente bravi danno un’idea ben chiara di una direzione maggior nazional popolare che hanno deciso di seguire.

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Come per i Maratoneti, non c’è tempo per fermarsi: intervista a Francesco Savini

I N T E R V I S T A


Articolo di Stefania D’Egidio

Riflettevo sul potere della musica: un giorno ti arriva un press kit e il nome dell’artista ti ricorda vagamente qualcosa, un attimo dopo ti tornano in mente i sapori di casa, gli odori della piccola via dove hai trascorso la tua infanzia e quel bar all’angolo dove andavi a comprare il Cucciolone, dopo aver giocato, per ore e ore, a nascondino con gli altri bambini del quartiere. La vita a volte fa giri strani e ti ritrovi a 500 km di distanza ad ascoltare i brani di un ragazzo che è partito dal tuo stesso paese, anche se una ventina di anni dopo te, in cerca della sua strada…

Questa volta ho il piacere di intervistare Francesco Savini, cantautore classe 1996, abruzzese doc, ma milanese di adozione.

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Classifica dei 50 migliori album del 2019

R E C E N S I O N E


Anche quest’anno, ormai una tradizione fissa, abbiamo affidato a Simone Nicastro la compilazione del “listone” con il meglio del 2019 in musica. Lo hanno guidato competenza, curiosità e mente aperta. Ci auguriamo che la stessa curiosità che ha mosso Simone e tutta la redazione sia lo stimolo per confrontarvi con le nostre scelte.

Non ci resta che ripetere le stesse frasi dello scorso anno, che riteniamo sempre attuali: nessuna pretesa di esaustività o oggettività, la musica non è una scienza esatta, casomai un’emozione che ci colpisce a suo piacimento. Spazio quindi al confronto, perché la musica è viaggio, conoscenza, scoperta e stupore!

Siate curiosi e fatevi stupire.

Buon anno

(La redazione)

Non credo esista un’annata in cui non sia rimasto soddisfatto della musica che ho avuto la fortuna, il piacere e la volontà di ascoltare, ma questo 2019 è stato particolarmente piacevole soprattutto su due fronti: lavori notevoli anche da artisti “laterali” e una produzione nazionale di altissimo livello. A questo proposito la scelta è stata ancor più difficile del solito e sono fin da ora convinto che molti dischi che non menzionerò, non solo sono ottimi, ma forse meritavano maggior attenzione da parte mia. Però le giornate sono fatte di poche ore e i miei gusti sono ancor più strampalati di quanto sia possibile immaginare. Buon ascolto a chi avrà il piacere e il desiderio di ascoltare.

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Woodoo Fest – 17/21 luglio 2019 – Cassano Magnago (VA)

L I V E – R E P O R T


Articolo di Luca Franceschini (Day 2-3-4) e Giovanni Carfì (Day 1-5), immagini sonore di Alessandro Pedale

Woodoo Fest torna anche quest’anno con un programma ricco ed interessante, con gruppi che in questi ultimi anni, e in molti casi mesi, hanno detto la loro con uscite degne di nota, o performance coinvolgenti. Questa è la sesta edizione e la “festa nel bosco” si fa grande, ospitando street food, due palchi di cui uno coperto, e varie chicche tra cui una postazione games rubata da qualche sala giochi, che se non era fine anni ’80 eravamo da poco nei ’90; ma andiamo con ordine, perché il bosco è vivo, bisogna conoscerlo e saperlo vivere, conosciamo così gli abitanti del primo giorno…

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Primo Maggio Roma 2019: non un Festival di Sanremo bis, ma il luogo delle parole forti e dei sodalizi musicali

L I V E – R E P O R T


Articolo e foto di Iolanda Raffaele

Come nei due anni precedenti, anche quest’anno abbiamo vissuto la strana e straordinaria esperienza del Primo Maggio a Roma e vogliamo raccontarvela. È stata un’edizione criticata su ogni fronte, dalla scelta degli artisti che sembra strizzare l’occhio a Sanremo, alla presenza di poche donne nella line up, alla conferma dei precedenti presentatori nella conduzione.
Off Topic, tuttavia, non ama giudizi e polemiche e si vuole concentrare sulla bellezza di questo evento sia pur nelle difficoltà che sono proprie delle grandi manifestazioni. Il clima non è stato di certo amico, la pioggia, infatti, è stata quasi un cantante aggiunto, ma non ha scoraggiato il pubblico con la sua schiera di ombrelli colorati, riparato con giubbini, impermeabili o oggetti improbabili di fortuna, né la musica, né i cantanti.

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Megha: Adesso mi potete anche vedere in faccia

I N T E R V I S T A


Articolo di Luca Franceschini

Difficile orientarsi in mezzo al mare di uscite discografiche da cui siamo sommersi ogni venerdì (perché soprattutto da quando lo streaming è il mezzo principale per fruire la musica, le novità si concentrano in questo giorno della settimana). Ancora più arduo poi, è capire cosa vale e cosa no, nel momento in cui il tempo da dedicare ad ogni singolo nome diventa sempre più esiguo. Senza contare che, trovato il genere di successo, le coordinate stilistiche che possono più agevolmente garantire la risposta del pubblico, tutti vi si buttano a pesce (è successo così in ogni momento storico), con l’inconveniente di un panorama artistico sempre più uniformato. Oggi, almeno in Italia, da una parte abbiamo Trap e Hip Pop, dall’altra quella che da tempo gli addetti ai lavori chiamano It Pop, che è poi una versione più sfacciata e piaciona di quello che una volta era l’Indie. Passerà, probabilmente, ma al momento è questo che abbiamo. E sia chiaro che non ci va affatto male: fatti salvi i gusti e le sensibilità personali (che saranno sempre e per sempre insindacabili), ogni genere ha i suoi codici espressivi, attraverso cui esce un determinato prodotto. E il prodotto può essere buono o meno buono, sia chiaro; ma è un problema di contenuto, non di forme.

Megha, da questo punto di vista, appartiene a quelli che la ricetta la sanno preparare bene. È romano, incide per Asian Fake ed è prodotto da Frenetik & Orang3 (ha preso parte anche a ZEROSEI, esordio discografico del duo, uscito un paio di mesi fa), che al momento, quando si parla di certe sonorità, sono forse il meglio che ci sia sulla piazza.
Basterebbero questi elementi per renderci bendisposti verso Superquark, il suo primo disco, che arriva dopo quattro singoli di altissima qualità usciti negli ultimi due anni, che lo hanno subito fatto collocare tra gli artisti da tenere d’occhio nel prossimo futuro. Noi ne avevamo parlato in occasione del report del concerto dei Coma_Cose a Milano, lo scorso settembre. Adesso, con un bel po’ di materiale in più a disposizione, gli abbiamo telefonato e abbiamo ascoltato che cosa aveva da raccontarci…

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Coma_Cose @ Alcatraz, Milano – 2 aprile 2019

L I V E – R E P O R T


Articolo di Luca Franceschini

Alla fine, avendo esaurito tutti i pezzi in repertorio, Fausto e Francesca ripropongono Granata e Mancarsi, due dei pezzi forti del disco. “Che schifo avere vent’anni però quanto è bello avere paura” cantano nel ritornello. È scoppiata una bella discussione, dopo il concerto, su che senso avesse che noi che eravamo lì (parlo di me e dei miei amici ma penso che il discorso possa valere anche per altri), tutti abbondantemente sopra i trenta, qualcuno già oltre gli -anta, cantassimo un verso così. Mancarsi, infatti, è la canzone che racchiude un po’ la peculiarità dei Coma_Cose: un brano dai forti connotati Pop, con un ritornello memorabile, tra i più riusciti del duo, che se verrà scelto come singolo, mi facevano notare ieri sera, consacrerà la loro ascesa a livelli che ancora ci sogniamo. E poi c’è il testo, sempre zeppo di giochi di parole in perenne sospensione tra il genio e la denuncia penale, in questo caso molto più adolescenziale di altri, carrellata di immagini che evocano disorientamento, nostalgia, rimpianti, uniti ad un po’ di ironia sulla proverbiale brama di ricchezza dei rapper.

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Coma_Cose @ Magnolia, Segrate (Mi) – 12 settembre 2018

Articolo di Luca Franceschini, immagini sonore di Stefania D’Egidio

“Noi adesso vi avremmo preparato una sorpresa: è un pezzo che non abbiamo mai suonato dal vivo, una canzone d’amore, molto romantica… siete pronti a cantarla con noi?”. Il boato d’assenso è assordante ma quando parte “Acido Acida” dei Prozac + quelli che erano già pronti a tirare fuori gli accendini, si gettano in un pogo esagitato, che non coinvolge solo le primissime file. È l’unico brano in cui compare la chitarra, imbracciata da Fausto mentre è giustamente Francesca ad occuparsi delle parti vocali.

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