R E C E N S I O N E
Articolo di Cristiano Carenzi
Poco più di un mese dopo la loro partecipazione a Sanremo i Coma_Cose hanno pubblicato il loro secondo disco: Nostralgia.
Ammetto che questa recensione doveva essere scritta prima, quindici giorni per scrivere di (di fatto) cinque brani che in totale durano appena 20 minuti sono parecchi ma per assurdo è proprio questo ad avermi bloccato.
Un disco così breve non riesce a costruirsi un’identità (o meglio, è molto più difficile), non riesce ad avere degli alti e dei bassi particolarmente marcati, non riesce a darti indicazioni chiare sul percorso intrapreso dagli artisti. Anzi, forse su questo qualcosa ci dice: il continuo ricorrere alla forma canzone, l’eliminazione delle tipiche particolarità testuali e la forzata voglia di cantare anche quando non si è particolarmente bravi danno un’idea ben chiara di una direzione maggior nazional popolare che hanno deciso di seguire.

Ma procediamo con calma: il disco si apre su Mille Tempeste che è un brano sicuramente ben riuscito in cui viene anche un po’ mantenuta la presenza di giochi testuali al suo interno anche se, verso metà brano, Fausto Lama prova a prendere un’intonazione vocale che a me proprio non è piaciuta, la produzione è ottima e riesce a risaltare il testo accompagnandolo.
Ad essa segue La canzone dei lupi che secondo me rappresenta bene il rischio di standardizzare (e dunque annoiare) i suoni e le idee in un progetto come questo.
Discoteche abbandonate invece mi è piaciuta maggiormente grazie ad una produzione non originalissima ma perfetta per creare l’atmosfera giusta e adeguata al testo, inoltre la forma di un’unica strofa con qualche refrain testuale si adatta molto di più alle loro particolarità (anche se in questo caso lui fa solo le seconde voci).
Di Fiamme negli occhi ne abbiamo già parlato ampiamente, rimane che forse è quella che ad oggi mi riascolto più volentieri nonostante sia sfacciatamente e esageratamente pop.
Ci avviamo verso la conclusione con due brani molto diversi: Novantasei che con chitarra e batteria si caratterizza per essere il brano più vivace del progetto, carino ma soprattutto utile a cambiare ritmo nell’ascolto e infine Zombie al Carrefour, un’ottima canzone anche se dopo qualche ascolto rischia di annoiare in cui però la produzione con solo pianoforte è molto piacevole, anche qui è presente solo California che però canta quello che mi è sembrato un testo più originale rispetto agli altri.
Segue la completamente inutile Outro su cui non mi soffermo.
Due riflessioni per concludere. È un disco che non mi è piaciuto? No, anzi vengono trovate alcune soluzioni carine e tutto sommato fila. E allora qual è il problema? Il principale è che sono i Coma_Cose e dopo un ep e un disco magici per me, Nostralgia non ha rappresentato il pop originale e ben riuscito ma piuttosto un forzato passo verso un pubblico più ampio con un progetto decisamente più banale dei precedenti.
È tutto da buttare via? Assolutamente no ma è un disco che va preso per quello che è (dunque un ep) che può tenerci compagnia mentre fumiamo una sigaretta e vogliamo ascoltare qualcosa di piacevole, ma niente di più.
Tracklist:
01. Mille tempeste
02. La canzone dei Lupi
03. Discoteche abbandonate
04. Fiamme negli occhi
05. Novantasei
06. Zombie al Carrefour
07. Outro
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