L I V E – R E P O R T
Articolo e immagini sonore di Paola Tieppo
Notturno. Il solo pronunciare mentalmente questa parola mi rievoca certe belle serate estive in cui il calare del sole lascia posto progressivamente all’oscurità, alla frescura, dopo tanto caldo, e -finalmente- alla calma in cui dolcemente si smorza la frenesia di una giornata intensa. In ambito musicale, il “notturno” è una composizione di carattere lento e romantico, così denominata a partire dal XVIII secolo, solitamente eseguita all’aperto, ovviamente di notte, che ha acquisito popolarità nel secolo successivo grazie alla maggiore diffusione del pianoforte nei salotti borghesi e sicuramente al suo autore più conosciuto: Fryderyk Chopin.
Proprio il pianista polacco è stato l’ispiratore dell’album Notturni uscito all’inizio dello scorso anno e firmato dal suo collega piemontese Emanuele Sartoris e dal poliedrico musicista marchigiano Daniele Di Bonaventura, qui in veste di bandoneonista. Un omaggio esplicito che affianca alla personale riscrittura improvvisativa dei celebri Notturni Op.9 n.1 e n.2 di Chopin, rispettivamente in apertura ed in chiusura del disco, sette brani originali dell’inedito duo.
