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Parco della Musica Records

Costanza Alegiani Folkways – Lucio Dove Vai? (Parco della Musica Records, 2023)

R E C E N S I O N E


Recensione di Aldo Pedron

Costanza Alegiani è una bravissima cantante e compositrice romana, tra le più interessanti del neofolk italiano, attiva principalmente nell’ambito della musica jazz contemporanea e della musica d’autore. Allieva, tra gli altri, di Roger Treece, Marco Tiso e Bruno Tommaso.
Il fatto di saper interpretare con una voce personale materiale musicale preesistente
è un linguaggio musicale che per lei rappresenta un luogo ideale.
Costanza giunge al suo quarto album dopo Fair is Foul and Foul is Fair del 2014, Grace In Town del 2018 con Fabrizio Sferra e Folkways del 2021 (trovate la mia recensione qui)

Ora la cantante dedica interamente il suo nuovo disco Lucio Dove Vai? a Lucio Dalla.
Lucio Dalla lo ricordiamo aveva un talento smisurato, un personaggio inimitabile, irresistibile e indecifrabile per la sua vocazione naturale ad essere universi molteplici, il principe e al tempo stesso il vagabondo, per usare una sua citazione. Il suo è un canzoniere pieno di capolavori, alcuni famosissimi altri nascosti tra le pieghe di un repertorio straordinario.

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Francesco Bearzatti – Portrait of Tony (Parco della Musica Records, 2021)

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Recensione di Riccardo Talamazzi

C’è chi considera la ricerca del “senso della vita” una prigione mentale, una delle tante che l’Uomo si costruisce beandosi poi di abitarla. Così almeno la pensava l’intellettuale indiano Krishnamurti. C’è chi invece, come lo psicoanalista C.G.Jung, sostiene il contrario, per cui l’individuo veramente liberato è colui che insegue il vero sé stesso, trovando la propria essenza al di là di tutte le maschere sociali e personali che abitudinariamente indossa. Non so come la pensi Francesco Bearzatti a proposito, ma ho l’impressione che il suo metodo di ricerca sia assolutamente peculiare. Abituato a tracciare in profondità il profilo musicale di artisti dalle personalità multiformi – Tina Modotti, Malcom X, Woody Guthrie, John Coltrane o creature di fantasia come Zorro – oggi lo vediamo concentrare lo sguardo sul leggendario Tony Scott, il grande clarinettista italo-americano scomparso a Roma nel 2007. Forse, attraverso il proprio “sentire”, Bearzatti accarezza le storie personali, il carattere, le complessità individuali dei suoi “omaggiati” ed è per mezzo di loro che egli cerca di chiarire sé stesso, elaborando il tutto come uno specchio concavo che focalizzi al centro le riflessioni, i pensieri, i progetti e i sogni altrui. Per capire chi era Tony Scott al di là della sua musica, è molto utile vedere il docu-film di Franco Maresco che trovate su YouTube,“Io sono Tony Scott”. Il film ci mostra, direttamente o attraverso le interviste fatte a familiari e a musicisti americani e italiani che ebbero a che fare con lui, i lati più inquieti del suo carattere, un narcisismo esasperato, sfumato da comportamenti paranoidi e dalla gran paura di non essere valutato per ciò che è stato veramente, un musicista che ha fatto la storia del jazz.

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Costanza Alegiani – Folkways (Parco della Musica Records, 2021)

R E C E N S I O N E


Recensione di Aldo Pedron

Costanza Alegiani, romana, si è laureata con il massimo dei voti in Musica Jazz al Conservatorio di Frosinone e in filosofia alla Sapienza di Roma, rispettivamente con una tesi su Carla Bley e su Albert Camus. Ha studiato canto jazz con Diana Torto, tra gli altri, e ha poi approfondito la sua tecnica vocale con Sabine Meyer, per la musica contemporanea, e con Angela Bucci per la musica barocca. Da sempre interessata a progetti interdisciplinari, si è confrontata spesso e volentieri col teatro, la danza e la letteratura. Tra le altre cose è stata autrice e leader di un intrigante progetto, Fair Is Foul And Foul Is Fair, imperniato su musiche di Giuseppe Verdi e realizzato in occasione del bicentenario verdiano con musicisti del Conservatorio di Bruxelles.

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Federica Michisanti Horn Trio – Jeux de Couleurs (Parco della Musica Records, 2020)

R E C E N S I O N E


Recensione di Mario Grella

Quando ho avuto tra le mani (tra le mani si fa per dire, poiché il web ha purtroppo quasi eliminato la gioia tattile di avere tra le mani qualcosa), l’ultimo disco di Federica Michisanti (mi ostino a chiamarlo disco poiché ho una certa età), mi è tornato alla mente, quasi istantaneamente, un bellissimo libro di Wassily Kandinsky ‘Punto, linea, superficie’, libro che è stato una delle colonne portanti delle teorie dell’astrattismo. Ma il bello viene dopo, quando dalle impressioni di pura percezione visiva, si passa all’ascolto di questo incantevole lavoro della giovane contrabbassista e prodotto da Parco della musica Records, uscito qualche giorno fa. 

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