Articolo di Roberto Basilico, immagini sonore di Massimo Campi
Il concerto del Teatro Degli Orrori, tenutosi al Magnolia di Milano, è stato un autentico spettacolo di potenza ed energia Rock. Incentrato sulla figura dell’uomo e del suo pensiero, ci ha invitati a guardarci dentro, ad aprire gli occhi sulla vita quotidiana per reagire alle ingiustizie e mantenere la dignità che merita ogni essere umano. La band collaudata da tempo, impreziosita da tastiere e synth, ha creato un suono molto pieno e intenso. Pierpaolo Capovilla è stato un autentico trascinatore, con la sua voce che tuonava e rimbombava nelle teste dei presenti.
La prima parte del live si è incentrata sull’album nuovo, autentico pugno nello stomaco già dalla prima canzone “Disinteressati e indifferenti”, in cui l’ironia di Capovilla contro l’indifferenza latente, ha fatto riflettere da subito. La serata è proseguita fra ritmi serrati senza respiro, con “La paura”, “Cazzotti e suppliche” e “Bezodiazepina”, che hanno raccontato come lasciarsi distruggere con le proprie mani sia un crimine verso la figura umana. La voce di Capovilla ci ha catturati con brani come “Sentimenti inconfessabili”, “Il lungo sonno” e”Bellissima”.
Il pubblico si è fatto coinvolgere muovendosi e cantando al ritmo di “Una giornata di sole”. In “Slint” si è parlato del trattamento sanitario obbligatorio, uno di quei soprusi giornalieri praticati verso i più deboli e sfortunati. Il tutto dopo un discorso sulla band degli Slint e il loro album Spiderland, fonte d’ispirazione per questa canzone in cui, l’unico rimedio alla sofferenza, forse sta’ nella musica come forma di terapia. L’affiatamento della band si è notato sul palco anche nella seconda parte del concerto che ha proposto i grandi classici del loro repertorio come “Non vedo l’ora”, “Turbamento”, “Due”, e la trascinante “E’ colpa mia”.
Pierpaolo ha dato voce agli ultimi, alle stelle della notte, schierandosi contro le ingiustizie quotidiane. Ci ha provocati, capace di scuotere le nostre coscienze, facendoci reagire, come è accaduto nella splendida versione di “Majakóvskij”, nel grido di dolore di “A sangue freddo”, e nella toccante “Canzone di Tom”. Mentre fuori la notte era buia e il paese sprofondava nel nulla, le canzoni del Teatro Degli Orrori, sono risuonate come un posto sicuro in cui ritrovarsi per resistere, non essere mai soli e vivere davvero insieme.
Rispondi