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Articolo e fotografie di Roberto Bianchi

Chicco Gussoni è un eccellente chitarrista che ha collaborato in studio e sul palco con molte figure di primo piano del panorama pop-rock italiano ed internazionale. Tra i molti ricordo Franco Battiato, Ron, Lucio Dalla, Max Pezzali, Francesco Renga, Tony Levin, Stewart Copeland (Police). Da quasi dieci anni è inoltre chitarrista dell’orchestra Rai del Festival di Sanremo. Nonostante gli impegni da session man ha coltivato la passione di suonare con un valido gruppo di amici, i Sottosopra, con i quali da vent’anni si esibisce in molti locali dell’alto milanese, proponendo un repertorio pop, rock, funky e blues di alta qualità. Il gruppo è composto  da: Chicco Gussoni alle chitarre, Tony Guerrieri alla voce,  Lorenzo Poli al basso, Pino Di Pietro alle Tastiere e Pianoforte Elettrico e Marco Orsi alla Batteria.

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Questa sera, alla Salumeria della Musica Gussoni presenta il suo primo album solista I Am pubblicato alla fine del 2015 ed apprezzato da molti critici del settore. Il disco, completamente strumentale, raccoglie dieci brani di pregevole fattura, composti da Gussoni e suonati con grande classe. Tra gli ospiti in studio segnalo Michael Landau, Tony Levin, Josh Smith, Filippo Neviani  (in arte Nek) e Giovanni Boscariol alle tastiere. Il disco, erroneamente catalogato da alcuni nella categoria jazz, mi ricorda alcune pubblicazioni di Neal Shoen, chitarrista dei Journey. Le composizioni sono figlie delle influenze che hanno cresciuto la tecnica del nostro chitarrista: ci sono echi di Jimmy Page, Steve Vai, Robben Ford,  Tony Levin, Gary Moore, David Gilmour, Warren Haynes, Pat Metheny, Steve Luckather.  Il risultato porta ad un lavoro difficilmente etichettabile, molto eclettico e mai ripetitivo.

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Eccoci al concerto: la scelta dell’artista è quella di alternare i brani del proprio lavoro con cover abitualmente eseguite dai Sottosopra. Si comincia con la splendida Tremolus caratterizzata da un’armonia delicata molto evocativa, con suoni limpidi ed avvolgenti. Meters è impreziosita da un bellissimo riff chitarristico che si alterna ad accattivanti armonie, arricchite da un organo, con timbro molto anni 70 ed un preciso supporto ritmico di batteria e basso. Sale sul palco il cantante Tony Guerrieri, ed inizia l’intermezzo delle cover con Black Cars di Gino Vanelli e Signed Sealed Delivered  di Stevie Wonder. La voce di Tony è  molto flessibile e le esecuzioni interessanti. Eartquake il cui suono fusion che rammenta certe sonorità di Path Metheny, è molto scorrevole e trasognante. The Key  è più rock, il suono limpido è alternato a riff taglienti ed il gruppo lo supporta a meraviglia. Crazy di Gnarls Barkley e l’ottima It’s a Man, Man World di James Brown proseguono l’intermezzo cover. My #1 ripropone il connubio tra grande tecnica ed armonie. My #2 è un piccolo gioiello compositivo, un brano perfetto per accompagnarti in un viaggio verso paesaggi scozzesi o irlandesi. Sunrise dei Simply Red ed un medley dei Beatles, tributo alla recente scomparsa di George Martin, ci offrono una finestra prevalentemente pop. Speedball è ritmata, ciclica, nel contempo molto armonica.  E’ il brano con l’impronta più funky. Con Talkshow si ritorno verso il rock: ancora chitarra e organo si sovrappongono e completano, precisa la batteria di Marco Orsi, il basso di Lorenzo Poli non fa assolutamente rimpiangere quello di Tony Levin ascoltato nel cd. Il ritorno sul palco di Tony Guerrieri ci regala “ Bad Love”di Eric Clapton,” Turn It On Again” dei Genesis  e “Waiting For a Girl Like You” dei Foreigner. E’ un piacere ascoltare i suoni precisi che Chicco riproduce con le sue chitarre. The Gift è il mio brano preferito, ci porta ai migliori suoni di David Gilmour  (o Warren Hynes  se preferite). Grande melodia, perfetti fraseggi di chitarra  e l’organo di Pino Di Pietro ancora in evidenza insieme alla sezione ritmica, mai invadente. Guitarday è una colonna sonora ideale, brano se vogliamo più leggero, ma estremamente piacevole e ben suonato dal gruppo.

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Pubblico attento e soddisfatto, che esige ed ottiene il ritorno sul palco per il doveroso bis, dove spicca una versione molto particolare di Message in a Bottle dei Police, arrangiata dallo stesso Gussoni. Bella serata, ottima musica e brillanti esecuzioni. La preparazione e la tecnica di Chicco Gussoni sono di alto livello. Fino ad ieri ci siamo accontentati di ascoltarlo come grande interprete. Oggi finalmente possiamo apprezzare le sue qualità compositive.

Mi permetto di esprimere un giudizio personale sulla formula: penso che i brani del cd meritino la giusta ribalta, senza l’obbligo di sistematici intermezzi di cover che, pur qualitativamente valide, non sempre si amalgamano con gli interessanti suoni di I Am, anzi talvolta creano uno stacco troppo netto. Nulla da togliere ai Sottosopra, come già detto veramente bravi, ma vivono di un’altra ben definita realtà.

Grande Chicco, credi in quello che hai creato, senza pensare minimamente che la tua musica possa risultare ripetitiva o noiosa.

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