Note di merito per album passati distrattamente in secondo piano, ma meritevoli di un loro piccolo spazio. Nell’impossibilità di raccontare tutto ciò che viene prodotto, una selezione di dischi con confronti senza vincitori, né punteggi; ma con la presunzione di restituire una sensazione il più immediata possibile, attraverso un’analisi che va oltre le solite stellette.

Articolo di Giovanni Carfì 

Hide Vincent

Alter ego per l’italianissimo cantautore Mario Perna. Un disco d’esordio di facile e piacevole ascolto, grazie ad una chitarra folk che intreccia dolci melodie, insieme ad altri strumenti tra cui spicca il violoncello. Un disco che non sarà certo originalissimo come stile e genere, ma che riesce a trasmettere tepore e calma, aprendo una piccola parentesi temporale nella quale accomodarsi.

Drift Machine

Sperimentale nello sperimentale. Il gruppo è composto da un duo tedesco, che per il loro quarto album si avvale dell’estro creativo di Shackleton e The Sight Below, che rivisitano i loro brani più un inedito. Un disco fatto di poche tracce, con sonorità sorde e subdole, che afferrano l’ascoltatore trascinandolo per mano, senza dar lui una meta.

Julitha Ryan

Cantautrice australiana dal suono evocativo. Si avvale di compagni di viaggio italiani, che le regalano una cornice alle volte più psichedelica, e alle volte più elettrica. Una voce particolare che accompagnata ad un pianoforte, è al centro e ruota velocemente come un miraggio in un deserto polveroso, verso il quale ci si avvicina in modo cadenzato.

Xiu Xiu

Gruppo americano di rock sperimentale, immerso in collaborazioni e altri progetti, che trova il tempo per pubblicare anche quest’album. Shayna Dunkelman, Angela Seo e Jamie Stewart, si avvalgono di situazioni differenti per trarvi ispirazione. Il risultato è una miscela di elettronica ed elementi più tradizionali, intorno ad una voce narrante particolarissima e tremante.