Articolo e Immagini Sonore di Roberto Bianchi

Questa calda estate offre una serie infinita d’interessanti concerti, è difficile scegliere, doloroso rinunciare, faticoso coniugare tempo disponibile e distanze da percorrere.

Gallaratese di nascita, cresciuto con cutiscia (grazie alla Mamma) e ottima musica (grazie a Carù Dischi) ho dovuto spesso girovagare per ascoltare buona musica dal vivo. Questa volta gioco in casa, ma non è una scelta di comodo, è il piacere di ascoltare un artista apprezzato su disco ma visto solo di sfuggita sul palco.

La location è molto intima, siamo nel cortile interno di una vecchia casa di corte, che ospita l’eccellente Osteria il Mercantò. Ho la fortuna di essere seduto in prima fila, in ottima compagnia, e il piacere di assaporare il cibo proposto dai simpatici e capaci gestori. Il locale è sold-out!

Luca Rovini ha pubblicato da pochi mesi lo splendido Figure Senza Età: un disco intenso, ricco di ottime composizioni e avvolgenti suoni. È un autore che riesce sapientemente a unire la qualità dei songwriter americani alla tradizione cantautorale italiana, non dimenticando mai di avere una sana anima rock e blues.

La serata è aperta da Francesco D’Acri, raffinato cantautore del territorio degno di grande considerazione. Francesco ha una voce profonda, scrive bene e ha inciso da poco il valido album Il Principio di Archimede, meritevole di un attento ascolto. Ci intrattiene, in versione acustica, con brani scritti da lui e qualche omaggio ad autori americani, tra cui Johnny Cash. Una nota particolare per la title-track Il Principio di Archimede, Amico Sincero, la ballata yankee Portami a Ballare e la delicata Se Bastasse. Un ottimo antipasto!

Luca Rovini si presenta in versione elettrica, accompagnato da eccellenti musicisti: Peter Bonta alla chitarra elettrica, Andrea Pavani al basso e Stefano Costagli alla batteria. Un’ottima band! La sezione ritmica è precisa e trascinante; la chitarra elettrica di Bonta guida con discrezione le melodie, deliziando gli ascoltatori con suoni cristallini di gran classe e duettando sapientemente con la ritmica di Luca. La personalissima voce di Rovini è sostenuta dai background vocali dei musicisti.

Siamo di fronte ad un artista generoso, passionale e capace. L’interfaccia con il pubblico è altamente empatica. È un piacere ascoltarlo, anche perché i brani sono coinvolgenti, mai banali.

La scaletta è intensa con particolare attenzione per le ultime incisioni, senza però dimenticare i primi due dischi: Avanzi e Guai (2013) e La Barca Degli Stolti (2015). Ogni brano meriterebbe un commento approfondito, non ci sono cali di tensione, c’è invece un continuo crescendo, che il pubblico apprezza.

Non mancano i tributi all’amato De Gregori con Niente da Capire, Sei Giorni Sulla Via (Steve Earle) e la dylaniana Come Il Giorno.

Da evidenziare lo spazio solista di Peter Bonta, che esegue la splendida ballata A Hard Lesson To Learn (YouTube), scritta negli anni ’70 da Joe Triplett dei Rosslyn Mountain Boys  (gruppo di cui Peter ha fatto parte) e successivamente portata al successo da Rod Stewart.

Segnalo per intensità e gusti personali le esecuzioni di Corri Uomo Corri, Il Quartiere Della Follia, l’inedita Fuorilegge, il piccolo gioiello Fino Al Mattino e l’emozionante L’Ultimo Hobo, tributo a un uomo amatissimo dalle mie parti: Carlo Carlini.

Una grande serata, ricca di energia positiva, calore, sorrisi e buona musica. Le due ore abbondanti sono durate un attimo. Complimenti Luca, e complimenti a tutti i musicisti della serata!