Diario quotidiano di Domenica D’Agosto #unconcertoalgiorno

Never Too Old

Un concerto al giorno è appena iniziato, e già comincio a sentire la stanchezza, lo stress per l’intensa giornata lavorativa e i primi acciacchi della non più giovanissima età (dopo i trent’anni è tutto un declino).

Raggiungo la location designata con addosso il Rockamice e il minimo delle energie indispensabili per affrontare il live. La prima cosa che vedo è la fila; la seconda, i bambini urlanti e le mamme che usano i passeggini come fossero arieti per farsi largo tra la folla. Il parco di Villa Tittoni è gremito, la gente seppur simpaticamente vestita è nervosa e poco disposta alla condivisione di spazio e campo visivo.

Temo per il quieto andamento della serata quando, i Gem Boy prima e poco dopo Cristina, salgono sul palco CON ADDOSSO DEI CAMICI; bene non sono più sola. Basta poco e tutti si rallegrano, cominciano ad intonare in coro le tanto amate strofe e in men che non si dica siamo tornati bambini, un po’ capricciosi forse, ma ancora con tanta voglia di giocare e divertirci insieme.

 

In pratica, un live della D’Avena è la fusione tra un po’ di musicoterapia, medicina antiaging e una seduta di ipnosi regressiva. Che dire? Funziona.

Vedo a fianco a me dei bambini, delle mamme vestite da “Sailors”, omoni barbuti che le cantano tutte, gruppi di coreografia con “Jem e le Holograms” e una coppia di meno giovani che ballano un lento sulle note di “Piccoli problemi di cuore”.

Grazie a questa serata, torniamo a casa con addosso l’allegria di “Pollon” e le energie di “Holly e Benji” in nazionale; questa non è “(quasi) magia (Johnny)”, è una terapia che ha del prodigioso.

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