
Articolo e immagini sonore di Claudia Losini
L’ultimo giorno del Todays Festival è da sempre quello riservato alle sorprese, che cominciano al Parco Aurelio Peccei con il live di M¥SS KETA.
La bionda che abbonda è stata accolta sul palco da un bagno di folla in estasi: per tutto il live le persone hanno cantato, ballato, urlato e acclamato colei che tutti chiamano “Monica” come una sorta di divinità laica.
Ed è dopo il live che si capisce quanto questa ragazza con la maschera riscuota successo: tutti i presenti si ammassano per avere una foto con lei, o semplicemente per stringerle la mano.
Dopo questo inizio esplosivo, ci si trasferisce tutti allo Spazio211, dove troviamo Generic Animal, classe 1995 ma già nome di successo nel panorama emergente. Penso che in partenza si sia lasciato prendere dall’emozione di trovarsi su un palco di grandi dimensioni, ma quando i suoi fan cantano in coro “Aeroplano” si distende, fino a trovarsi completamente a proprio agio con la chitarra in mano, per suonarci gli ultimi brani, quelli che anche a noi convincono di più.

Maria Antonietta festeggia il suo compleanno a Torino, dopo una sosta forzata a causa della laringite. Nonostante al secondo pezzo abbia problemi tecnici al microfono che dapprima la sconfortano, la cantautrice marchigiana riprende subito la grinta e la grazia che la caratterizzano, per terminare il live sola con la sua chitarra, cantandoci “Questa è la mia festa” e “Quanto eri bello”. Sono brani del suo primo disco che parlano di lei, parlano a noi, e nel suo ringraziarci con la voce ancora provata dalla malattia traspare tutta la sua immensa forza. Ci sono poche persone così forti e dolci come Maria Antonietta, difficile non innamorarsi di lei ascoltandola live.
Dicevamo che la domenica è il giorno riservato alle sorprese: che Ariel Pink fosse stravagante, assurdo, ingestibile, lo sapevamo. MA che fosse così tanto pazzo, scatenato, folle, è stata una grande scoperta. Ha portato sul palco tutto: punk, filastrocche, folk, psichedelia, pop, in una salsa di puro divertimento. Lui si è divertito, noi anche. Esperienza da ripetere assolutamente.

E, come ogni gran chiusura che si rispetti, quest’anno tocca agli Editors salutare il Todays e darci l’arrivederci all’anno prossimo. Tom Smith è un animale da palco, rapisce il pubblico con il suo sguardo, la sua voce e le sue movenze: non c’è da stupirsi se tanti fan erano già in coda dalle 9 del mattino solo per accaparrarsi un posto in prima fila e godersi lo spettacolo.
Un’ora e quarantacinque di musica suonata a livelli ineccepibili, livelli altissimi raggiunti sui pezzi più strappalacrime come “Smokers Outside the Hospital Doors” e “A Ton of Love” (un ragazzo accanto a me tra il pubblico ha esclamato: “tristezza a palate”, e aveva ragione), una chiusura in grande stile.
In aggiunta una storia bellissima: quella del bimbo belga che insieme al padre sta seguendo gli Editors in Europa. E che a 7 anni ha già la stoffa del grande batterista di successo: noi del pubblico l’abbiamo amato con tutto il cuore, quel bimbo, perché lui rappresenta la passione per la musica che ci fa sentire uniti, in modo genuino e puro.













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