The Mirror – visioni allo specchio di Christian Di Martino

Ogni volta che vedo un film mi piace dire che vado a fare un’escursione e poi torno.
Oggi sono andato sulla Luna.
Un film sicuramente grande, su una parte della vita di Neil Armstrong, gli anni precedenti al primo allunaggio.

Neil, interpretato da Ryan Gosling, è un personaggio molto schivo, non parla molto e lascia solo intravedere quanto tutte le morti che hanno caratterizzato la sua vita gli esplodano dentro.
Tanto bravo a salvare la sua pellaccia quanto impotente di fronte alle continue perdite intorno a lui. Amici, colleghi ma soprattutto quella prematura della sua unica figlia femmina, Karen di soli 2 anni in seguito a un tumore al cervello.
Un evento che cambierà tutto, che lo porterà a conquistare la Luna per un “nuovo inizio”. Un nuovo inizio che sembra però non arrivare mai veramente perché il corpicino di quella bimba, i suoi capelli biondi e i suoi occhietti abitano la mente di Neil.
Un dolore troppo grande da superare, ma che lo accompagnerà fino alla conquista della cima.
È come se la macchia nera di morte che ha invaso la sua vita gli abbia dato la forza di sfidarla.

E poi c’è Janet, sua moglie, interpretata da un’ottima Claire Foy, sempre in disparte, a cercare di essere forte, abituata ormai ai funerali.
Il suo personaggio, apparentemente secondario, è tutto in quella paura di non rivedere più suo marito impressa negli occhi, e nella rabbia, nell’amore e nella felicità in quello sguardo finale dopo il suo ritorno.
Chazelle conferma di avere un grande talento e dimostra per l’ennesima volta di riuscire a emozionare con le immagini e il suo modo di raccontare.
Ho l’impressione che si stia preparando per raggiungere la sua Luna, il suo capolavoro. E ben presto credo che arriverà.
First man è un dolore troppo rumoroso nel silenzio surreale dell’Atmosfera.

voto: 7,5/10