Articolo e immagini di Monica Alabianca Sala
Più insisto nel volermi dedicare al solo compito di scattare, e più mi si presentano occasioni in cui mi tocca prendere in mano la penna! E già, perché solitamente ciò che esprimo per iscritto, nasce con l’ausilio di due tradizionalissimi strumenti: foglio bianco e penna blu!
“Niente concerti o impegni legati a musica e fotografia questo fine settimana!”, ma queste affermazioni sono state letteralmente sgretolate e rase al suolo nel momento in cui ricevo l’invito a partecipare all’evento che prevedeva la presenza di Laura Pergolizzi, in arte LP, a Milano presso la libreria Mondadori di Piazza Duomo.L’incontro con i fans è previsto per le 16, siamo in un weekend pre natalizio, migliaia di persone ovunque, ma la coda di gente nei corridoi di transenne in attesa di incontrare LP, è ancora più impressionante di tutto lo sciame di individui che calpesta i restanti mattoncini in pietra della pavimentazione meneghina.
Giungere due ore prima sul posto non è servito assolutamente a nulla!
Pur apprezzando LP, inizio a fare delle riflessioni che mi fanno considerare pazzi quelli che affermano di essere lì in coda dalle 11 della mattina! L’attesa diventa impegnativa, ammetto di aver anche perso una parte del mio entusiasmo nel momento in cui ho scoperto che l’evento altro non era che un “firmacopie”, e non un incontro con l’artista basato su un dialogo/intervista con momenti dedicati a rispondere alle domande dei fans.
Cosa cambia? Diciamo che di positivo rimane la grossa opportunità di incontrare faccia a faccia qualcuno che stimi, che vedi solitamente su un palco, o ascolti attraverso i tuoi supporti audio, o conosci attraverso i suoi libri; incontrarlo e farci una foto insieme non è affatto male.
In realtà cambia tantissimo, per mia opinione personale, da semplice appassionata di musica o lettrice, da quando è nata la “moda” di promuovere un lavoro attraverso un “firmacopie”, è diventato tutto un pochino più triste. Ci si reca all’appuntamento, ma prima di mettersi pazientemente in fila bisogna già aver acquistato il nuovo “prodotto”, solitamente nel luogo stesso in cui si tiene l’evento, in modo che si possa ricevere un braccialetto o qualche segno distintivo che ti faccia accedere al tanto sospirato autografo, e ad una fotografia con il tuo idolo indiscusso.
I tempi che l’artista può dedicarti, sommando autografo e foto, non possono che limitarsi a pochi secondi; di solito per questioni organizzative non è permesso intrattenersi con l’artista nemmeno per poche curiosità, complimenti, richieste particolari; è vietato l’utilizzo dello smartphone, sono vietati i selfie, c’è sempre un fotografo che sarà anche l’unico autorizzato a scattare e che in un secondo momento pubblicherà tutte le foto nelle pagine social del soggetto che ha ospitato l’evento.
A volte possono accadere delle piccole eccezioni, spesso dipendono dalla disponibilità e dalla bontà d’animo del protagonista dell’incontro, ma tendenzialmente tutto funziona quasi come in un sistema automatizzato, un esempio? Cd aperto, posato sul tavolo, autografo, sorrisi, foto e saluti… avanti il prossimo, e così può continuare anche per tre, quattro ore in base all’affluenza di persone che l’artista è riuscito a richiamare, o di nuovo secondo la sua disponibilità ad intrattenersi anche oltre i tempi prestabiliti pur di accontentare tutti i fans.
Di altra impostazione sono invece quegli appuntamenti o anche showcase, che per me diventano irrinunciabili per approfondire un artista o un autore, incontri in cui gli stessi, attraverso interviste dirette da un presentatore o giornalista e domande spontanee del pubblico presente, si raccontano spiegando il nuovo progetto, motivano cosa li abbia spinti a creare determinati testi, come siano nate certe collaborazioni, come stanno vivendo quel particolare momento della loro vita…
Attraverso questi appuntamenti ho scoperto spesso cose interessanti che probabilmente in autonomia non avrei saputo cogliere o avrei interpretato diversamente, si giunge in un certo qual modo più preparati all’ascolto di un nuovo disco, alla lettura di un nuovo libro, se poi il personaggio in questione riesce a raccontarsi con una certa naturalezza tutto diventa ancora più appagante.
Ma torniamo a noi, dopo un’attesa che sembrava interminabile finalmente giungo anch’io in prossimità dell’accesso alla libreria, ma nemmeno ora l’ingresso è così scontato, ci sono dei ritardi nella gestione degli appuntamenti, LP c’è, ma ancora non si vede.
Dopo altre decine di minuti, proprio mentre i responsabili della sicurezza ottengono l’ok per far accomodare un altro gruppo di persone, sento alle mie spalle un boato di gente che urla in coro: “LP LP LP LP”, mi giro e centinaia di persone stanno applaudendo con lo sguardo rivolto verso l’alto! Nemmeno il tempo di pensare a cosa stessi facendo, mollo la mia postazione guadagnata dopo non so quanto tempo, e corro come una furia in mezzo a piazza Duomo, dove alzando a mia volta lo sguardo, vedo LP affacciata ad un balcone sopra la libreria che saluta entusiasta la folla accorsa per incontrarla.
Riesco a farle due foto montando di corsa il mio 70-300 obsoleto, con le mani gelate, e al pensiero che saranno le uniche foto a ricordo di questo evento, provo già una profonda vergogna e una tristezza infinita.
Lei abbandona il balcone, in pochi attimi sarà pronta per dare il via al “firmacopie”, ed io corro di nuovo verso l’ingresso della libreria sperando che gli addetti alla sicurezza riconoscano che ero la stessa in attesa di entrare pochi minuti prima. A pochi metri da lei i responsabili dell’ordine continuano a ripetere che non si possono usare i telefoni, che non si devono fare fotografie e che non bisogna dilungarsi.
LP si presenta in gran forma, il suo viso è quasi completamente nascosto dalla cascata di riccioli che le ricopre la testa e la fronte, ma il suo inconfondibile sorriso si vede benissimo, trasmette energia e positività.
Sono davanti a lei, le porgo la copertina per l’autografo ed estraggo velocemente anche una foto che le ho fatto al concerto di Pavia pochi mesi fa; mi firma sorridente anche quella, una copia della foto l’ho portata per lei e le dico: “This is for you”. Mi ringrazia con un abbraccio e in quel momento vorrei dirle tante cose, o forse mi sarebbe bastato farle sapere che mentre tanti la adorano per Strange o Lost on you io la amo per Swichblade, che ascolto decine e decine di volte in macchina, come pochi altri brani di pochi altri autori, senza che mi stanchi mai!
Ma mentre faccio tutti questi pensieri sono già incolonnata insieme agli altri che hanno già sfruttato i loro secondi a disposizione, a un certo punto però la sua voce emerge da tutto il caos intorno: “Ehi! Ehi!”, mi giro e mi dice sorridendo: “This is for you!” In mano tiene la copertina che mi ha autografato e che ho dimenticato sul tavolo, il tempo di un nuovo grazie e un nuovo sorriso, poi la fila scorre veloce verso l’uscita.
“This is for you”, l’unica frase che siamo riuscite a scambiarci in quei pochissimi istanti.
Ok, ero partita all’inizio “denigrando” i “firmacopie”, e non è che abbia cambiato idea, ma senza entrare nel merito di chi guadagna, a chi giova, chi fa contento, come funziona e quant’altro, in fondo credo che da fan sia sufficiente comprendere che ci vuole sempre molto rispetto verso chi si va a incontrare, e verso chi è impegnato nella buona riuscita di un evento, anche se spesso l’entusiasmo potrebbe prevalere e farci pretendere l’impossibile.
Per il resto ci rimane sempre la grande possibilità di scegliere.
Nel caso di LP è bastato un “firmacopie” per capire che quel corpo così minuto e magrissimo, racchiude una persona dolcissima e forte, magnetica e con un grandissimo stile, doti che vanno ben oltre una bellezza puramente estetica e che credo in lei abbiano riconosciuto in tanti qui oggi. Si è fatto buio, le luminarie rendono Piazza Duomo ancora più bella, ripasso e LP è ancora là, sta continuando a regalare sorrisi anche all’ultima cinquantina di persone in attesa di incontrarla.
Sarei tentata di rientrare ma la poesia si perde in un attimo, chi mi ha pazientemente accompagnato fino qui, mi dice: “Andiamo a casa dai, pensa come ci rimarresti male se rientrando in libreria dovessi scorgere da un cestino della spazzatura la tua foto che hai regalato a LP strappata in mille pezzi!”
Che dire, a volte è meglio vivere di illusioni che di sogni spezzati…
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