R E C E N S I O N I


Articolo di Giovanni Carfì

Note di merito per album passati distrattamente in secondo piano, ma meritevoli di un loro piccolo spazio. Nell’impossibilità di raccontare tutto ciò che viene prodotto, una selezione di dischi con confronti senza vincitori, né punteggi; ma con la presunzione di restituire una sensazione il più immediata possibile, attraverso un’analisi che va oltre le solite stellette.

Beta Audio Version 😉

Two Hicks One Cityman

Un disco che suona funk e synth pop, una miscela strana da leggere ma piacevole da ascoltare. Tre ragazzi mantovani che con questo secondo lavoro, riescono a proporre un sound fresco usando ingredienti sonori che sono da sempre nella dispensa di chi mangia groove, ma a cui piace sperimentare inserendo spolverate di elettronica e colore a quella che altrimenti sarebbe “la solita minestra”.

Savoir Adore

Arrivano da Brooklyn e presentano quest’album che è la naturale continuazione di First Bloom, uscito ad ottobre. Paul Hammer e Deidre Muro, danno vita ad un pop perfetto, ballabile, orecchiabile, suonato e non banale. I suoni e le atmosfere risentono di certe sonorità d’oltre oceano, risultando molto attuali e riuscendo ad integrarsi con la morbida voce di Deidre, perfetta su questo mood.

Portobello

Disco d’esordio, successivo ad un ep anno 2017. Nato come progetto solista, la band si allarga apportando elementi che contribuiscono a creare nove tracce di stampo molto indie pop. Una sorta di binario musicale che attraversa spazi pop rock, atmosfere più indie, per poi ritornare sul filo conduttore del disco: la speranza. Un augurio, un momento in cui si cerca un cambiamento o semplicemente si diventa adulti.

Simone Lombardi

Dalla paura dell’oblio, la necessità di fotografare emozioni di un periodo della sua vita. Così Simone Lombardi decide di mettere le sue capacità sonore al servizio della memoria. Compositore e designer, dopo aver sonorizzato documentari, video e installazioni, decide di creare un’istantanea del suo percorso; il pianoforte ne è il fulcro, ma ogni traccia è una scoperta dove affiorano momenti e suoni inaspettati, ma perfettamente coniugati tra loro.

Tense Up!

Potrebbe bastare la copertina per intuire cosa suonano questi ragazzi reggiani; ma come un film noir non è carino fare spoiler. Chitarre nervose, dalle tinte surf e rock’n’roll, danno vita a spezzoni surreali nati da pellicole in bianco e nero con tanto di dialoghi, lasciando immaginare visivamente finali dal pathos racchiuso in un vecchio tubo catodico. Proposta originale e divertente dove l’adrenalina la fa da padrona.

The Chasing Monster

Arrivano da Viterbo e dopo un sali e scendi dai palchi hanno messo in musica questo spirito “errante”; e così nonostante l’ambito post-rock, i brani sono viaggi in cui la matrice rock tiene l’ascoltatore incollato alle ritmiche, per poi ritrovarsi in spazi più dilatati, giusto il tempo per poter riprendere fiato. Tracce compatte e dalle ottime aperture, bilanciano muri di suoni ed atmosfere quasi cinematiche.

Lazybones Flame Kids

Questi cinque ragazzi dopo un primo disco nel 2016 e conseguente tour, tornano con un lavoro di prim’ordine. Complice la provenienza isolana, il mare o il vento, danno vita ad una base strumentale ricca di melodie che imperversano su un flusso sonoro chitarristico più compatto. Voci che appaiono come miraggi all’orizzonte e cambi repentini e improvvisi che richiamano la forza del mare, sia esso da ammirare o interiore.

The Doormen

Un lavoro volutamente diretto e definito; un sound dalle sonorità british, con una forte impronta rock e delle spaziature anomale. Registrato in presa diretta, traspare il “tutto d’un fiato”, e riesce a coinvolgere nonostante alcune sonorità risultino essere strafottenti e orecchiabili allo stesso tempo. Una miscela ottima per un disco solo apparentemente grezzo, con suoni da scoprire ascolto dopo ascolto.