R E C E N S I O N I


Articolo di Giovanni Carfì

Note di merito per album passati distrattamente in secondo piano, ma meritevoli di un loro piccolo spazio. Nell’impossibilità di raccontare tutto ciò che viene prodotto, una selezione di dischi con confronti senza vincitori, né punteggi; ma con la presunzione di restituire una sensazione il più immediata possibile, attraverso un’analisi che va oltre le solite stellette.

Francesco Incandela

Palermitano classe ’83, violinista e compositore che cerca attraverso il suo strumento, il difficile compito della narrazione. Lo fa nel migliore dei modi attraverso cinque tracce strumentali, grazie alle quali possiamo attraversare luoghi ed emozioni, ritrovando matrici più classiche, ritmiche inaspettate dietro ad un vicolo di un mercato colorato, così come odori e sapori che abbracciano tutta l’area del Mediterraneo e la sua luce.

Lily Kershaw

Cantante e compositrice che arriva da Los Angeles, si autodefinisce una cantautrice compulsiva sin da giovanissima, scrivendo e lavorando su se stessa. Questo album è un lavoro molto ricco, di atmosfere e strumenti, sulle cui note la voce di Lily è pulita, chiara ed emozionante. Nonostante il tema stesso e le sue ispirazioni vertano su un dualismo, su tematiche fatte di paure, misteri interiori ed universali, il tutto viene reso in modo assolutamente godibile e leggero, dove ogni traccia dell’album esorcizza qualunque ombra.

Madbeat

Un disco diretto come un pugno in faccia, ma non fa male, anzi è sano, schietto e sincero, forse troppo. Dopo un precedente lavoro nel 2015, ecco il naturale seguito dove il punk è solo la molla che muove e alimenta tracce che parlano di tematiche comuni, amicizia, coraggio e un pizzico di rassegnazione, un velo malinconico che cerca di cogliere emozioni e storie condivisibili. Un lavoro onesto, da ascoltare rigorosamente a volumi violenti, ma con un bel sorriso.

Züth!

Secondo lavoro per la band marchigiana che torna con un lavoro che fonde testi molto curati, ma con un occhio distaccato, su temi anche non facili. Il sound è piacevole, con voci brillanti che contrastano con la sensazione di “denuncia” e insicurezza dei testi. Linee melodiche aperte e orecchiabili, si scontrano con le immagini, o forse i ricordi, alle volte troppo affievoliti e sommersi dal marasma odierno, ma rispolverati con delicatezza e perentorietà.