I N T E R V I S T A
Articolo di Angela Todaro
È uscito da qualche settimana il videoclip del brano Le mani di Rodolfo, il nuovo singolo di Carmelo Pipitone, che anticipa il secondo album da solista del chitarrista e co-fondatore del gruppo Marta sui Tubi e membro delle band O.R.K. e Dunk.
Il nuovo lavoro, previsto in uscita il prossimo autunno, vede nuovamente la produzione artistica di Lorenzo Esposito Fornasari, già al fianco di Carmelo Pipitone nel disco del suo esordio solista, Cornucopia, pubblicato nel novembre 2018.
Lo abbiamo contattato per capire qualcosa di più sulla situazione attuale e sui suoi progetti futuri…
Come mai hai scelto “Le mani di Rodolfo” come primo singolo per la presentazione del tuo nuovo album da solista? Vuoi darci qualche anticipazione del tuo nuovo progetto?
Ho scelto Le mani di Rodolfo come singolo perché è il primo pezzo che ho scritto per questo disco che vedrà la luce a novembre e che si chiama Segreto Pubblico.
Da quando hai iniziato a scrivere per il nuovo album? A cosa ti sei ispirato e cosa dobbiamo aspettarci?
Da li poi sono partiti gli spunti per le altre canzoni, e, come era già successo per Cornucopia, ho preferito analizzare ed approfondire un “solo” argomento; nel caso di Cornucopia il tema principale era l’attacco di panico e tutto il mondo vi gravitava attorno, nel caso invece di Segreto Pubblico l’omicidio, in particolare il femminicidio, tema sempre all’ordine del giorno, ahimè!
Avremo il piacere di vederti suonare in questo periodo? (Se si dove e con chi o quando)
Farò pochissime date in solo, mi sto preparando per il nuovo live in trio.
L’ultima volta che ci siamo sentiti eravamo in pieno lockdown. Cosa pensi sia cambiatoe cosa pensi e/o speri cambierà ancora? (aspettative e speranze e Come mai hai scelto novembre per far uscire il disco?)
Sì l’ultima volta che ci siamo sentiti c’era il lockdown, spero non ce ne sia un altro. Vedi, credo che la gente non abbia compreso realmente cosa sta succedendo e mi fermo qui.
Tempo fa ti chiesi cosa ne pensassi degli streaming. Ad oggi ti chiedo cosa ne pensi dei live in questa formula in cui artisti e locali cercano di adattarsi (considerando il fatto che abbiamo già perso e perderemo molte altre realtà che danno spazio alla musica).
Sui live in streaming non ero e non sono d’accordo, ne ho fatti un paio per raccolta fondi destinati ad ospedali, ma oltre a questo ho preferito evitare. Credo abbiano appiattito la musica e il lavoro del musicista, per non parlare poi dello spettatore che, secondo me, a tratti si è anche annoiato. Per quanto riguarda invece le nuove disposizioni per i live già il discorso invece cambia. Per carità, non ci si può ancora abbracciare, bisogna usare la mascherina e deve essere garantita la distanza per ogni singolo individuo. E’ frustrante anche così ma almeno è un inizio e un tiepido ritorno alla normalità (?).
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