R E C E N S I O N E
Recensione di Claudia Losini
For Those That Wish To Exist esce tre anni dopo Holy Hell, dedicato alla scomparsa del membro della band Tom Searle (fratello del cantante Dan), scomparso nel 2016. Questo album sente quindi la mancanza di una parte fondamentale nella composizione dei brani, per quanto nella loro carriera, gli Architects si erano già spostati da una impronta mathcore fino a diventare i portatori del vessillo del metalcore. A livello di suoni, questo disco si discosta dalle produzioni precedenti, per modellarsi su un modello forse più mainstream, più accessibile e meno spinto, accantonando anche un poco i tecnicismi che da sempre li hanno contraddistinti.

Ma questo non significa che questo disco sia un passo indietro, anzi, la scelta coraggiosa di scegliere di “abbassare i toni” a favore di canzoni che entrano nell’orecchio dell’ascoltatore per non uscirne più è una sfida che il gruppo inglese vince a pieni titoli, con pezzi come Dead Butterflies o Meteor. In ogni caso, anche i fan più longevi possono trovare la loro soddisfazione: Animals, Black Lungs e Impermanence richiamano il sound dei dischi precedenti, senza però creare un distacco con quelle che sono le canzoni più grandiose e orchestrali.
Anche a livello di tematiche, pian piano si lascia andare il dualismo tra vita e morte, per parlare apertamente della lenta distruzione a cui il mondo sta andando incontro, e della parte che ognuno di noi gioca in questo processo. Sappiamo infatti che la band è sempre stata attiva politicamente e aperta sostenitrice dell’organizzazione Sea Sheperd, schierandosi apertamente a favore delle sue cause.
Dan Searle vuole indagare nella responsabilità del singolo individuo, più che puntare il dito contro la società o la politica, per dare delle risposte al come mai non riusciamo a cambiare il nostro modo di vivere e di essere per provare a salvarci. La società ci ha deresponsabilizzato e siamo troppo abituati a dare la colpa a qualcun altro, mentre, soprattutto in questo periodo storico, è necessario guardarsi dentro e iniziare a rivalutare il nostro ruolo e la nostra responsabilità nei confronti del mondo. Il compito di un artista è quello di veicolare messaggi forti, che possano, anche nel piccolo, portare un cambiamento: nasce così quello che può essere considerato un concept album, 15 tracce che vanno ascoltate d’un fiato, di sicuro uno dei lavori più completi e ambiziosi degli Architects, che permetterà a un pubblico sempre più ampio di conoscerli e apprezzarli.
Tracklist:
01. Do You Dream of Armageddon?
02. Black Lungs
03. Giving Blood
04. Discourse Is Dead
05. Dead Butterflies
06. An Ordinary Extinction
07. Impermanence ft. Winston McCall (Parkway Drive)
08. Flight Without Feathers
09. Little Wonder ft. Mike Kerr (Royal Blood)
10. Animals
11. Libertine
12. Goliath ft. Simon Neil (Biffy Clyro)
13. Demi God
14. Meteor
15. Dying Is Absolutely Safe
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