R E C E N S I O N E
Recensione di Antonio Spanò Greco
Sul finire del 2020, Vittorio Pitzalis ha realizzato un signor disco che entra direttamente nella mia personalissima classifica dei best album 2021 perché è di una bellezza cristallina, pura, dove la musica e l’anima di Vittorio si mostrano senza remore, un blues asciutto ma corposo che dà vita alle proprie storie intrise di emozioni e sentimenti contrastanti ma sinceri. Vittorio, classe 1960 nella sua isola, la Sardegna, è una leggenda, un’istituzione che solo con l’aiuto del suo amico Michelegiuseppe Rovelli fondatore della MGJR Records e degli JaneStudio di Cagliari ha coronato il sogno di incidere un cd nel 2017 dal titolo Jimi James, bissando il fortunato connubio con questo splendido The Time Has Come.
Raccontare di Vittorio è come aprire il famoso cassetto dei ricordi, affinità musicali ci uniscono come quando racconta che tra i suoi artisti italiani preferiti c’era l’Edoardo Bennato dei primi lavori, oppure quando segnala che il concerto degli Area del mitico Demetrio Stratos a Cagliari nel 1977 è stato uno dei migliori a cui ha assistito come per me quello visto a Como in quegli anni. Inizia a strimpellare la chitarra a 5 anni grazie al fratello maggiore, a 18 con Elmore James vede la luce del blues e per Jimi Hendrix ha una completa devozione. “Suonare il blues è facile, difficile è sentirlo” diceva Jimi, “l’unica cosa che conta nel blues è il cuore” afferma Vittorio e non si può dare torto né all’uno né all’altro. Nella sua discontinua carriera Vittorio ha sempre riscosso consensi e premi vari, ha aperto i concerti di Robert Plant, Bo Diddley e Steve Wynn e nel 2018 vincendo la finale italiana del festival Delta Blues di Rovigo conquista il pass per rappresentare l’Italia al 35° International Blues Challenge a Memphis Tennessee svoltosi nel gennaio del 2019. Di tale esperienza ricorda tutto e come vedremo più avanti è la spina dorsale dei brani incisi per quest’album.
Nove tracce per 37 minuti intensi e almeno tre, quattro brani decisamente stupendi. Rispetto al primo album completamente acustico qui, dopo le prime tre canzoni, Vittorio prende in mano l’elettrica dimostrando oltremodo grande verve ed estro. Dark Evil Blues apre il disco: brano acustico stile anni 20/30 con gli innesti del basso tuba di Matteo Floris che ci riportano agli albori del blues grazie anche alla voce che sembra sempre sul punto di sforare ma contribuisce in gran misura alla riuscita del brano. Segue The Pink canzone country dai sapori western dedicata a una persona cara “vedere una vita andarsene via pian piano, quella vita che teneva tanto a me ed io che ancora tengo tanto a lui”. Mr. Aron, tra le mie preferite, è dedicata al grande Elvis, ballata acustica scritta dopo la visita a Graceland e aver toccato con mano la grandezza del re del rock’n’roll. Con il brano You Treated Me Badly appare l’elettrica, blues asciutto, grezzo, acido, dove affronta il tema della mancanza di rispetto da parte dei presunti amici, blues incalzante e liberatorio da queste brutte esperienze di vita. Looking For Beale Street: “Gennaio 2019, Memphis, Beale Street, la via del Blues, l’alba nel Mississippi, non c’è altro da aggiungere” così scrive Vittorio di questo brano, altro tra i miei must, e siamo completamente d’accordo. Are You Experienced è la prima cover, canzone del chitarrista preferito Jimi qui introdotto con voce a cappella voluta fortemente dall’amico Rovelli, inizio in acustico e quartetto d’archi con Massimiliano Pani al violino, Martino Piroddi alla viola, Maurizio Biancu al violoncello e Alessio Povolo al contrabbasso per poi svilupparsi in elettrico lisergico e sul finire ritornare all’acustico, 6 minuti abbondanti di pura passione e libidine. Please Come Home For Christmas, cover del pianista blues Charles Brown, è un augurio in musica a tutte le persone, compresi i suoi amati gatti, una ballata soft impreziosita dall’Hammond di Enzo Valsecchi. La cover Love Me Tender è il tributo a Presley doveroso e sentito. Chiude il disco Let’s Move On To The Boogie ispirato dal boogie del mitico John Lee Hooker, chiusura in grande spolvero. “Il blues è tutto ciò che ho avuto, che ho, e che avrò per sempre” così conclude Vittorio. Lavoro che non lesina emozioni, arrangiato egregiamente e curato anche molto bene nel booking con belle foto. Grazie
Tracklist:
01 Dark Evil Blues
02 The Pink
03 Mr. Aron
04 You Treated Me Badly
05 Looking for Beale Street
06 Are You Experienced
07 Please Come Home for Christmas
08 Love Me Tender
09 Lets Move On to the Boogie
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