L I V E – R E P O R T
Articolo e immagini sonore di Stefania D’Egidio
La Milano Music Week si è conclusa da poco, tanti gli appuntamenti in giro per la città, ormai è una tappa fissa dei miei autunni meneghini nonché una ghiotta occasione per ascoltare e parlare di musica. Quest’anno ho scelto il Nidaba Theatre, un locale piccolino, ma che restituisce all’appassionato quella bella sensazione di vicinanza all’artista che negli anni, purtroppo, si è persa nella folle corsa a riempire gli stadi e nella ricerca ossessiva dei sold out. L’ho scelto perché volevo vedere dal vivo un gruppo bolognese che mi ha fulminato al primo impatto: i Rumba de Bodas, giunti al loro quattordicesimo anno di attività, nati da un incontro tra i banchi di scuola, come spesso accade. Da allora un’attività live quasi frenetica per non tradire il nome scelto, che in bolognese significa “fare casino”, portando, prima in strada e poi sui palchi in giro per il mondo, il loro mix esplosivo di generi musicali. Dopo l’attività di busking, in Italia e in altre piazze d’Europa, iniziano a fare le prime apparizioni in vari festival, il Boomtown Festival in Inghilterra, il Fusion Festival in Germania, il Cous Cous Festival in Sicilia, il Montreaux Jazz Festival in Svizzera fino al 2018, quando volano in Corea del Sud e in Russia.

In discografia tre album, pubblicati nel 2012, nel 2014 e nel 2018, l’ultimo dei quali, Superpower, edito dalla Irma Records, rappresenta una svolta nel sound della band, virando dallo swing, reggae e ska degli esordi, al soul, al funk e all’elettronica. Anche la formazione subisce vari cambi, a partire dalla voce, che tra il 2013 e il 2016 vede Matilda De Angelis davanti al microfono, abbandonato poi per la carriera cinematografica (tranne la parentesi estiva con Elisa) e che ora è affidata alla cantante italoghanese Rachel Doe. L’attuale formazione è composta, oltre che da Rachel, da Kim Gianesini al sax, Mattia Franceschini ai synth, Pietro Posani alla chitarra, Giacomo Vianello Vos al basso e Alessandro Orefice alla batteria. Nel 2021 hanno pubblicato i singoli Rimini Minivan e Isole, nel 2022 Mare e Krabu per l’etichetta italotedesca Rubik Media.
Nell’agosto del 2022 sono stati impegnati in un tour in Germania, supportati dalla Regione Emilia Romagna, per poi chiudere la stagione a Rimini, dove hanno presentato il singolo Ciao Mare insieme a Mirko Casadei, che li ha invitati ad esibirsi al festival di world music Balamondo. La serata milanese del 24 novembre è anche l’occasione per presentare il video del nuovo singolo, Todo Mundo, che anticipa l’uscita del nuovo album con Rubik Media, prevista per il marzo 2023; video prodotto in collaborazione con gli studenti della Scuola Civica di Cinema Luchino Visconti di Milano, diretto da Edoardo Maione e girato, tra mille avventure, come hanno raccontato i protagonisti, nella splendida cornice del Parco delle Cave. Un brano che parla di libertà, la libertà di essere chi si vuole e di girare il mondo, ispirato dalle musiche del batterista algerino Kharim Zhiad, scritto volutamente in portoghese e francese perchè la musica è inclusione e deve andare oltre i confini, guardando al passato, ma con uno sguardo ottimista sul futuro. Quale migliore esempio dei Rumba de Bodas che hanno fatto della contaminazione il loro credo artistico?
Formazione a sette elementi su un palco che andrebbe bene per tre, al massimo quattro e, nonostante questo, hanno tirato alla grande per ben due jam session, della durata di circa un’ora e mezza ciascuna. Tra una birra e un panino si avrebbe voglia di salire sui tavoli per ballare, tanta è l’allegria che sprigiona dai loro brani; manco a dirlo i fiati conducono il gioco, tromba e sax in prima linea insieme a Rachel, che di presenza scenica ne ha da vendere, la batteria è relegata in un angolino, in parte coperta da una tenda. Alessandro si vede appena, ma in compenso si fa sentire: picchia così forte che quasi mi spacca un timpano… ho il brutto vizio di dimenticare sempre i tappi a casa e di posizionarmi, quando possibile, vicino al palco. Tutti gli altri in seconda fila, a fare capolino con gli assoli dei rispettivi strumenti.

Tanta roba, ce n’è davvero per tutti i gusti con un sound che spazia dallo swing di Sweet Crazy Sunshine e Nowadays all’afrobeat e al funk di Strawberry Head e Lucky To Be Here, brano in cui i sintetizzatori esplodono in un coloratissimo arpeggio, come anche in Freaky Funky: devo essere sincera, era dai tempi dei Dirotta Su Cuba che non si vedeva un gruppo così frizzante in Italia e di anni ne sono passati parecchi… ahimé! Facendo un giro su youtube si capisce, inoltre, che la band ha capito l’importanza del videoclip nella promozione della musica, i loro sono tutti molto curati nei dettagli e in piena sintonia con la grinta che hanno; prevedo per questi ragazzi un futuro radioso: la sostanza c’è e si percepisce nelle esibizioni live, ora manca solo, passatemi un francesismo, quella bella botta di culo per fare il salto di gradino che li porterà sui grandi palcoscenici che meritano.
Serata bellissima!










Rispondi