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Andrea Appino

Ossi – Ossi (Snowdonia Dischi/Audioglobe, 2022)

R E C E N S I O N E


Recensione di Stefania D’Egidio

Tra i miei peggiori difetti sicuramente la testardaggine, se mi convinco di una cosa non c’è verso di togliermela dalla testa: una di queste l’avversità per le piattaforme di musica digitale, sia per lo sfruttamento economico ai danni dell’artista, che per la smaterializzazione dell’opera, perché, per quanto di facile fruizione, nulla può eguagliare il piacere di tenere in mano un cd o, meglio ancora, un vinile. Per questo oggi voglio parlarvi di un lavoro in uscita il 9 settembre: il nuovo progetto di Vittorio Nistri e Simone Tilli, un album che va ascoltato, ma soprattutto sfogliato,letto, guardato e riguardato, per il suo artwork, che è un omaggio a quel fumetto underground che fu, negli anni passati, fiore all’occhiello di quella controcultura di cui ci sarebbe tanto bisogno ancora oggi. La copertina stessa dovrebbe essere esposta in una galleria d’arte, riunendo due firme storiche della rivista Frigidaire: in front cover l’indomabile scheletrino del compianto Andrea Pazienza , la back cover, il booklet e il logo affidato a Ugo Delucchi, che di Pazienza stesso fu allievo. Le dimensioni atipiche del booklet (25.4 x 17.4) richiamano quelle del fumetto underground americano degli anni ’70, la spirale psych e i colori sono del disegnatore Lido Contemori e il progetto grafico di Gabriele Menconi (Galleria di Arte Moderna e Contemporanea di Viareggio). Insomma, come potrebbe tutto ciò essere sostituito da un frigido click?

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The Zen Circus – L’ultima casa accogliente (Polydor/Universal, 2020)

R E C E N S I O N E


Articolo di Cinzia D’Agostino

Ogni volta che ascolto un nuovo disco, soprattutto italiano, mi immergo a pensare a come renderà dal vivo, poi mi ricordo del periodo storico in cui viviamo e mestamente mi ridirigo sui binari della realtà e provo a concentrarmi su questi nuovi meccanismi. La promo oggi non può di certo essere lo showcase, gli album escono in punta di piedi dai social, dove scopro da un post che introduce il singolo Appesi alla Luna che un nuovo lavoro degli Zen sta uscendo, mentre imperversano gli ascolti su Spotify o Amazon Music. E intanto che cerco consolazione perché non so quando potrò di nuovo sudare in mezzo alla folla di un live, la trovo commuovendomi mentre la voce di Andrea Appino mi grida nelle orecchie un po’ di rabbia, un po’ di chirurgica analisi della realtà, un po’ di ricordi di fanciullezza e di illusioni di libertà a cui siamo ancora immancabilmente aggrappati.
Non sono mai stata una fan estrema del Circo Zen, sebbene io li abbia sempre apprezzati e seguiti, quanto una grande estimatrice del cantautore Appino, il grande paroliere, il ragazzo dal sorriso ammaliante e dall’accento squisitamente e odiosamente toscano, dalla voce inconfondibile che mi procura sempre una stretta al cuore ed un brivido lungo la schiena non appena le mie orecchie ne percepiscono il timbro.

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Maestro Pellegrini: L’avventura solista tra Zen Circus e Conservatorio

I N T E R V I S T A


Articolo di Luca Franceschini 

Dagli esordi acerbi con i Walrus, passando attraverso le scarne ma significative pagine della storia del rock indipendente italiano scritte con i Criminal Jokers, la band da cui ha poi avuto origine la carriera solista di Francesco Motta, fino ad approdare alla grande vicenda degli Zen Circus, con cui suona dal 2017 e assieme ai quali ha vissuto anche un Sanremo, quello dello scorso anno. Prima, durante e dopo, c’è un percorso da musicista classico, con gli studi di fagotto al Conservatorio, sulla scia di una famiglia che ha fatto della musica la propria vocazione (il padre Andrea Pellegrini è un importante pianista Jazz), Francesco Pellegrini, detto simpaticamente “Maestro” proprio per via del suo percorso accademico, è approdato anche lui all’esordio da solista. Uno sbocco quasi obbligato, per un artista che, pur sempre al servizio degli altri, non ha mai nascosto la passione per la scrittura ed il desiderio di mettersi alla prova in un progetto che fosse tutto suo.

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La vera vera vera verità svelata degli Zen Circus sul loro nome, che farà cambiare la versione di Wikipedia

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Parole sparse sul narrato collettivo che non c’è, sul fallimento degli anni 70, passare dalla politica al supermercato e l’imprinting anarchico dei nostri darkettoni. E “Il testamento”? pensavo fosse terapeutico, invece sto peggio di prima.

Intervista di E. Joshin Galani

E’ nella festa di Sant’Ambrogio Milanese che incontro gli Zen Circus, prima del loro spettacolo all’Alcatraz.
Devo aspettare un po’ il termine di un’altra intervista e lo faccio nel retropalco.

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Appino @ Abbabula, Festival di Musica e Parole d’Autore – Sassari, 14 Maggio 2016

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Articolo di Savino Di Muro, immagini sonore di Benedetta Di Muro

Il Festival Abbabula è il più importante evento in Sardegna dedicato alla musica e alle parole d’autore, che in 17 anni ha portato a Sassari il meglio della scena musicale nazionale ed internazionale. La serata conclusiva della sua diciottesima edizione, che si è tenuta dal 12 al 14 maggio 2016, ha visto come protagonista il cantautore Appino. Continua a leggere “Appino @ Abbabula, Festival di Musica e Parole d’Autore – Sassari, 14 Maggio 2016”

The Zen Circus – Canzoni contro la natura (2014 – La Tempesta Dischi)

the zen circus canzoni contro la naturaArticolo di Nadia Merlo Fiorillo

“Tutti gli uomini sono a loro modo anormali. Tutti gli uomini sono in un certo senso in contrasto con la natura e questo, sino dal primo momento, con l’atto di civiltà che è un atto di prepotenza umana sulla natura, è un atto contro natura”.

Questo pensiero, posto come chiusa di Canzone contro la natura, terza traccia dell’ottavo disco degli Zen Circus, è la cornice di senso entro cui la band pisana definisce il loro nuovo album e se nel suo esordio solista Appino ha preso spunto dal suicidio di Monicelli, stavolta l’ispirazione proviene da un’intervista di Pasolini a Ungaretti. 

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