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Dischi sotterranei

C+C=Maxigross – Cosmic Res (Trovarobato/ Dischi Sotterranei, 2022)

R E C E N S I O N E


Recensione di Riccardo Provasi

Cosmic Res dei C+C=Maxigross, in uscita il 20 gennaio, è pronto a portarci in cunicoli astrali psichedelici, proprio come tutti i loro ultimi lavori. La formazione rimane la medesima: il collettivo, nato nel 2011, vede come autori principali di musiche e testi Tobjah (Tobia Poltronieri) e Cru (Niccolò Cruciani) aiutati nell’arrangiamento e nelle produzioni da Duck Chagall, co-fondatore. Sebbene siano passati solo due anni dall’ultimo sforzo discografico del collettivo (SALE/ELAS è uscito nel 2020), sono stati un periodo sufficientemente pregnante e impattante sulla storia, anche personale, dei due artisti: in primo luogo ovviamente l’isolamento forzato causato dalla Pandemia da Covid-19, in secondo luogo la prematura scomparsa di Miles Cooper Seaton, fondatore del gruppo indie/folk Akron/Family, grande amico personale dei C+C=Maxigross dopo il suo trasferimento a Verona. Si può dire che l’album sia sostanzialmente dedicato alla sua memoria e, soprattutto, frutto della sua eredità: nonostante siano sicuramente presenti riferimenti testuali all’intero delle composizioni, tutta la musica presente nell’album risente delle atmosfere synth folk (psichedeliche al punto giusto) tipiche dell’arte di Seaton. Ad anticipare l’uscita dell’album sono stati rilasciati come singoli Ooh, and it makes me wonder (eh sì, sono proprio i Led Zeppelin) a novembre e Io me ne sto fermo ad aspettare il mese successivo.

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Batti 5: 5 domande in 5 minuti – Vinnie Marakas

Le contiamo sulla punta delle dita: 5 domande ai nostri artisti, il tempo di batter 5 et voilà, in 5 minuti le risposte.

I N T E R V I S T A


Articolo di E. Joshin Galani

Un progetto interessante quello del Batti 5 di oggi, tra elettronica e disincanto, l’amore per il surreale, il fiorire del declino: ecco Vinnie Marakas con la sua uscita discografica Giovane Cagliostro, il primo EP prodotto da Richard Floyd per Dischi Sotterranei. Questa la sua presentazione: “Performer eclettico, baro giocatore di dadi e operatore del sottosuolo… alchimista e mago metropolitano, il nome della sua Opera è scritto sul manto delle tigri. Secondo alcuni esegeti non sarebbe un uomo ma un essere demoniaco che da sempre attraversa i secoli…”
L’abbiamo incontrato in occasione dell’uscita del suo singolo Rrose Sélavy.

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Jesse the Faccio – Le cose che ho (Dischi Sotterranei, 2021)

R E C E N S I O N E


Recensione di Giovanni Tamburino

Il 26 novembre 2021, dopo I soldi per New York e Verde, è uscito per Dischi Sotterranei Le cose che ho, il terzo lavoro del cantautore padovano Jesse the Faccio.
Dopo i testi e le sonorità tra lo scanzonato e il punk delle precedenti produzioni, la cifra costante adesso è l’intimità, in una dimensione nuova e completamente inedita.
Il disco diventa la porta per un ambiente fin troppo familiare a chiunque abbia vissuto gli ultimi due anni. Riconosciamo sensazioni che preferiremmo non avere mai scoperto che ritornano e si riassumono senza nemmeno troppa sintesi nei quattro pezzi dell’EP, raccontando l’animo di Jesse in un momento così essenziale come quello del lockdown.

Concepite e incise durante e immediatamente nel corso del 2020, le quattro perle di questa collana di brani danno perfettamente l’idea di come siano state realizzate. La gestazione di ogni pezzo è stata rapida, fedele all’impulso che ne ha determinato la creazione. Quella stessa malinconica sincerità trova la realizzazione perfetta nei testi. Monologhi detti ad alta voce, ma forse più dialoghi con qualcuno che non è presente, eppure ancora fin troppo ingombrante.

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Pietro Berselli – Evidentemente no (Dischi Sotterranei, 2021)

R E C E N S I O N E


Articolo di Cinzia D’Agostino

Pietro Berselli, giovane cantautore bresciano, ora adottato dalla bella Padova, si riconferma uno dei talenti più sorprendenti degli ultimi cinque anni. Ricordo con molto trasporto quel suo live in Latteria Molloy che apriva il concerto a Paolo Benvegnù, rammento il mio stupore nell’ascoltare qualcosa di finalmente differente, sincero ma contornato da sonorità post rock e pezzi recitati con una tensione spiazzante. Erano i tempi del suo esordio con Orfeo l’ha fatto apposta, lavoro impareggiabile, estremamente sensibile, teatrale, oscuro. Evidentemente no esce il 3 settembre 2021 per Dischi sotterranei e non è di certo il sequel del suo fratello maggiore, nato nel 2017. E per fortuna, aggiungerei. Fermo restando che Orfeo è un disco di una bellezza travolgente, la scelta di virare verso orizzonti più “leggeri” ma sempre mantenendo un alto livello musicale è sempre indice di evoluzione, di abbandonarsi ai propri stati d’animo creando una nicchia consolatoria, divertente e canzonatoria, seppur molto profonda.

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Non Voglio Che Clara – Superspleen Vol.1 (Dischi sotterranei, 2020)

R E C E N S I O N E


Articolo di Cinzia D’Agostino

Ho il ricordo di questo gruppo bellunese da un cd che acquistai alla Fnac dieci anni fa, s’intitolava “Dei cani” e il nome della band Non voglio che Clara mi ispirava un romanticismo ormai dimenticato. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quel giorno, ma oggi ritrovo il piacere di ascoltare la stessa eleganza e delicatezza che mi aveva conquistato così tanto.
Esce così il loro quinto lavoro Superspleen Vol. 1, dopo ben cinque anni di silenzio che sono serviti a Fabio de Min e compagni anche a comporre e suonare tanto insieme, trovando una nuova intima intesa. Loro stessi definiscono questo lavoro “corale”, frutto di armonia e condivisione nella scrittura e nella composizione.

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