Articolo di Roberto Bianchi
Amerigo Verardi, da Brindisi, è un esponente storico della psichedelia rock italiana. Nella seconda metà degli anni ottanta fondò gli Allison Run, che furono un fulmine a ciel sereno: due Ep e un album stellare, testi in inglese e composizioni di grande qualità. Le recensioni furono ottime sia in Italia sia all’estero, così come il successo commerciale. Con lui suonavano Alessandro Saviozzi a chitarra, voce e tastiere, Mimo Rash a batteria, percussioni e voce, Umberto Palazzo al basso e Sabo Sabbetta alle tastiere.
Una piccola parentesi personale: Alessandro Saviozzi è stato il mio grande amico d’infanzia, dai sette ai tredici anni abbiamo condiviso tutto il nostro tempo libero, la nostra spensieratezza, i sogni e le grandi speranze. Con lui ho cominciato ad ascoltare Beatles, Pink Floyd e Rolling Stones. Un giorno si è trasferito da Gallarate a Brindisi e i nostri contatti si sono pian piano diradati, ho però seguito con affetto la sua carriera e colgo l’occasione per salutarlo con tanto affetto!
Gli Allison Run si sciolsero inaspettatamente nel 1990, ma Amerigo Verardi non si è mai fermato! Dopo quell’esperienza ha dato vita a progetti alternativi (Betty’Blues, Lula e Lotus) e si è proposto come solista. Ha inoltre collaborato con artisti del calibro di Natalie Merchant, Federico Fiumani, Manuel Agnelli, Baustelle, Dente, Marco Ancona, Virginiana Miller e Carmen Consoli.
Oggi, dopo quattro anni di pausa apparente, pubblica Hippie Dixit, doppio CD complesso, intrigante, significativo e maturo. Un’opera che merita un attento ascolto, possibilmente in cuffia, dimenticando le frenesie dei giorni nostri, l’immediatezza delle comunicazioni telegrafiche, i flash dei videoclip. Occorre fermarsi un attimo, lasciarsi trasportare dalle note, percepire ed elaborare i messaggi trasmessi, riflettere!
Cento minuti di musica e parole nate dalla penna dell’autore con la sola eccezione di A Me Non Basta, scritta da Alessandro Tomaselli. Il prodotto è un intelligente connubio tra serietà profonda e irriverente ironia. I suoni affondano le radici nella psichedelia di Syd Barret e Julian Cope e sono ulteriormente arricchiti da sfumature folk, pop e rock. A questo si aggiungono contaminazioni etniche, sfumature elettroniche e richiami classici che ricordano Jean Michel Jarre e Anthony Phillips.
Quasi tutti gli strumenti sono suonati dall’autore che ha registrato nel suo studio casalingo chitarre di ogni genere, xilofoni, rumori ambientali, campionature elettroniche, sonorità indiane e medio-orientali. Con Verardi hanno collaborato Andrea D’Accico alle chitarre, Roberto D’Ambrosio al bouzuki, Paolo Celeste al basso, Rocco Caloro alle percussioni, Fabio Sasso alla batteria e Isabella Benone al violino. Le voci femminili sono di Ilenia Protino, Daniela De Maria e Paola Petrosillo.
Umori, contrasti, atmosfere sognanti, viaggi spazio-temporali, momenti visionari, divagazioni esoteriche, riferimenti biblici, confessioni personali e realtà quotidiane sono parte integrante delle quattordici affascinanti tracce. S’inizia con L’Uomo Di Tangeri che dura più di quattordici minuti, seguita da Terre Promesse. Basterebbero questi due momenti per giustificare l’acquisto, ma c’è molto di più! Un citazione speciale per Le Cose Non Girano Più, un piccolo gioiello senza tempo. Non è pero semplice scomporre e isolare i singoli brani: il disco vive della sua interezza e richiede un ascolto sequenziale.
Il sogno di un artista è di poter creare un opera che possieda una bellezza duratura: Amerigo Verardi ha trasformato il suo sogno in realtà. Chapeau!
Tracklist:
Cd 1
01. L’uomo di Tangeri
02. Terre Promesse
03. Pietre al collo
04. Due Sicilie
05. Cisternino Bhole Baba Dhuni
06. A piedi nudi
07. Brindisi (ai terminali della via Appia)
Cd 2
01. Viaggi di Paolo
02. Korinthos
03. Chiarezza
04. Verità
05. Innocenza
06. Le cose non girano più
07. A me non basta
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