The Mirror – visioni allo specchio di Christian Di Martino
Come mi capita ormai da un po’ di anni il cinema orientale è quello che riesce ancora a farmi rimanere a bocca aperta.
Tratto da uno dei racconti di Murakami, Granai Incendiati, contenuto nel libro L’elefante scomparso e altri racconti, Burning di Lee Chan-dong è un film bellissimo
È sicuramente un film complesso e stratificato, da guardare ed elaborare con i giusti tempi. Che lascia diversi quesiti, probabilmente secondari per Il regista coreano, senza nessuna risposta.
Ma qui non bisogna cercare risposte, bisogna solo guardare oltre quello che vediamo, capire il mondo spesso distorto dagli occhi del suo protagonista.
Un giovane aspirante scrittore con un passato difficile alle spalle, che non riesce a codificare ancora questo mondo, “per me questo mondo è un enigma”, dice a un certo punto.
Siamo disorientati per tutta la durata del film, esattamente come Jong-soo, non capiamo dove andrà a parare ma andiamo avanti affascinati da questa atmosfera torbida (tipica tra l’altro di alcuni romanzi di Murakami) che si crea nel momento in cui il giovane incontra altri due personaggi.
Prima Hae-me, una vecchia amica di infanzia, a cui il regista coreano affida una delle chiavi del film mentre mostra a Jong-soo una pantomima:
“non devi immaginare che l’arancia sia qui, ma dimenticare che non è lì”.
Poi Ben, il presunto ragazzo di Hae-me, ricco e annoiato che a un certo punto svela di avere l’hobby di bruciare i granai abbandonati.
Diverse sono le chiavi da cercare per aprire le porte di Burning.
Di solitudini parla questo film.
Non avere una bussola per orientarsi in questo mondo crea una distorsione della realtà, non sapendo più se quello che si vede è reale o meno. Dev’essere terribile non avere la minima idea di chi ascoltare, di chi fidarsi.
E la solitudine è un terreno fertile per far crescere ossessioni o strani hobby.
Quindi si finisce a cercare nei modi più disparati un contatto con il mondo in cui si vive per sentirsi presenti in un determinato istante.
Si finisce a credere a cose che non sono reali commettendo azioni da cui non si può tornare indietro.
voto 8.5/10
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