A P P U N T I  D A  N O V A R A J A Z Z


Articolo di Mario Grella

Reiner Baas si siede e incomincia a suonare e con quel visino rockabilly sembra proprio essere capitato per sbaglio in un festival jazz. Ma basta che Ben Van Gelder incominci a soffiare nel suo sax perché il dialogo prenda corpo, serrato e stringente, fatto di inaspettato equilibrio tra il tessuto sonoro della Gibson di Reiner e le acute incursioni del sax di Ben. Sonorità leggere, fresche con solo qualche eco del passato vicino e lontano, ed è giusto così per questa “strana coppia” tra le tante che Novara Jazz ha saputo proporre in tutti questi anni. Reiner Baas tenta qualche incursione nel “noise” e, naturalmente, ci riesce e ci riesce anche con una grazia notevole, se mi si passa l’ossimoro. Lo segue Ben anche se far chiasso col sax è più difficile e non sembra proprio la sua aspirazione. Ma c’è anche posto per qualche “ballata”e qualche accordo alla Leo Kottke, anche se tutto è filtrato, come solo i chitarristi jazz sanno fare, dall’idea che mai e poi mai occorre addomesticare l’orecchio. Gran bell’inizio di serata nel cortile del Museo Faraggiana.

Altra musica alla sera per il concerto conclusivo. È finalmente arrivata l’ora della Marmite Infernale: al mio via scatenate il purgatorio! Eh si, perché sarebbe troppo retorico per un gruppo così scatenare l’inferno. Il folklore immaginario prende subito corpo, tra rumori di aia e tonalità aspre, un po’ come se Frank Zappa avesse deciso di cantare per la festa del santo patrono. Ma naturalmente non si tratta solo di questo, una sezione fiati che impazza servendo piatti di “Free” e ritmi balcanici, con la stessa disinvoltura, e poi echi lontani di canti yiddish che si perdono nelle dissonanze più estreme, marce funebri e organetti delle Ardenne. C’è dell’altro? Si, c’è la  voce tutta francese di Marie Nachury che gioca con le corde vocali e che sta a metà tra la sacerdotessa agreste e la “femme fatale”. Bellissimo il testo recitato e urlato, vagamente “sprechgesang” che ci ricorda che “…seulmente la pensée perdure…” ed è sempre meglio ricordarlo, in questi tempi oscuri in cui ci tocca vivere. Insomma nella marmitta c’è davvero di tutto, rumori compresi anche se non sono certo gli “sciacquii, calpestii o dolci romori…” ma lasciano un segno indelebile, in questa XVI edizione di Novara Jazz. Oggi doppia appendice, al pomeriggio, con la Dedalo Swing Band  e all’ora di pranzo, alla Galleria Giannoni con Barre Phillips, contrabbasso solo. Per molti, ma non per tutti. E poi, aspettiamo settembre…

Crediti immagini: Chiara Puglisi