R E C E N S I O N E
Articolo di Stefania D’Egidio
Ad esser sincera, a parte I Don’t like Monday, credo di non conoscere nessuna passata canzone dei The Boomtown Rats. Non tra i gruppi più blasonati dell’era postpunk e new wave, nonostante sia stato il primo gruppo irlandese a raggiungere la vetta delle classifiche in Gran Bretagna, ne ho sempre sentito parlare più per le vicende umane e professionali del suo leader, il cantante Bob Geldof, che per la loro produzione.
Un artista poliedrico, che si è sempre diviso tra musica, cinema ed attivismo politico, con una vita costellata di gravi lutti familiari. Artefice del più grande evento musicale del secolo scorso, quel Live Aid che nel 1985 portò sul palco i migliori musicisti del mondo per raccogliere fondi a favore dell’Africa, aveva già capito l’anno precedente con Do They Know The Christmas? che l’arte non dev’essere fine a se stessa e che può dare un grande contributo ad importanti battaglie sociali.
Così quando mi hanno proposto di recensire l’ultimo lavoro, uscito lo scorso 13 marzo per l’etichetta BMG, Citizens of Boomtown, mi ci sono tuffata a capofitto, sia per la curiosità di riscoprire un gruppo che colpevolmente ho sempre trascurato, sia per vedere cosa si possa combinare a distanza di 36 anni dal precedente disco. Ma soprattutto cosa li avrà spinti ad incrociare di nuovo le loro strade dopo così tanto tempo? Bisogno di soldi? Una reale voglia di dire ancora la propria? Non lo so, ma fatto sta che l’album mi piace assai, sarà perché ho nostalgia di quel tipo di musica, sarà che ho sempre amato tutto ciò che fosse made in UK, sarà che, avendo ormai una certa, ho voglia di sentire gli strumenti musicali veri e non i loop creati al computer.
La formazione vede come al solito Bob Geldof alla voce e chitarra, Pete Briquette al basso e al synth, Simon Crowe alla batteria e Garry Roberts alla chitarra.
L’album trasmette subito delle belle sensazioni, copertina in bianco e nero con un paesaggio urbano sullo sfondo e i quattro in controluce; la prima cosa che mi colpisce sono le chitarre graffianti, quell’anima glam che viene fuori fin dalle tracce iniziali, a metà tra T-Rex e David Bowie: Trash Glam Baby fa proprio un bel baccano, con un ritornello che fa venire voglia di cantare a squarciagola e un video altrettanto bello, fatto di giochi di chiaroscuro e desaturazioni parziali; si prosegue all’insegna del rock con Sweet Thing e Monster Monkeys, chitarre ruvide e armonica blues, gli ingredienti per un ottimo lavoro ci sono tutti: si va dal rock anni ’70 al rap in stile ’80, in K.I.S.S., poi alla traccia n.5 la perla, Passing Through, una ballad che esalta le doti canore del frontman e ci riporta agli anni d’oro della premiata ditta Bowie/Reed.
Mi dico che sono stata una stupida ad ignorarli in tutto questo tempo, che da amante della sei corde, avrei dovuto dedicare loro un po’ delle mie attenzioni, ma poi la svolta che non mi aspetto: Citizens of Boomtown avrebbe potuto benissimo concludersi dopo l’ottava canzone, Rock’n’Roll Yè Yè, e invece no, i quattro hanno voluto strafare, strizzando un occhio alle nuove tendenze musicali, a quell’elettronica un tantino ossessiva, in stile Born Slippy, per chi si ricorda la colonna sonora del film Trainspotting, più velata in Get A Grip, e decisamente pesante in The Boomtown Rats. Presi singolarmente i due pezzi non sarebbero neanche male, ma messi alla fine dell’album sembrano stonare con il resto della produzione, forse sarebbe stato meglio includerli come bonus track, ma questo è pur sempre un mio modesto parere di ascoltatrice.
Comunque, tutto sommato, il lavoro mi ha convinto per i suoi ritmi grintosi e le chitarre graffianti, gli accordi di pianoforte tirati, come nella migliore tradizione rock’n’roll, e le armoniche blueseggianti; sarebbe davvero un peccato se Boris Johnson lasciasse in balia del Covid-19 i sessantenni londinesi perché, almeno in fatto di musica, hanno ancora tantissimo da dare…
Per i feticisti, oltre all’album, è stato appena pubblicato un libro di memorie di Geldof, Tales of Boomtown Glory, che ripercorre le tappe fondamentali della band, con foto inedite e testi di canzoni, pubblicato da Faber Music e, a breve, dovrebbe uscire anche un film documentario, diretto dall’amico Billy McGrath.
Nel mese di ottobre dovrebbe anche partire un tour europeo, al momento non sono previste date in Italia, ma speriamo cambino idea.
Voto: 9 su 10
Tracklist:
01. Trash Glam Baby
02. Sweet Thing
03. Monster Monkeys
04. She Said No
05. Passing Through
06. Here’s a Postcard
07. K.I.S.S.
08. Rock ‘n’ Roll Yé Yé
09. Get a Grip
10. The Boomtown Rats
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