R E C E N S I O N I
Articolo di Giovanni Carfì
Note di merito per album passati distrattamente in secondo piano, ma meritevoli di un loro piccolo spazio. Nell’impossibilità di raccontare tutto ciò che viene prodotto, una selezione di dischi con confronti senza vincitori, né punteggi; ma con la presunzione di restituire una sensazione il più immediata possibile, attraverso un’analisi che va oltre le solite stellette.
Terzo disco per questa cantautrice di origini austriache, che in poco più di tre anni è riuscita a maturare un percorso artistico che le ha regalato numerosi premi e riconoscimenti. Dopo un iniziale approccio sincero, e di cuore, nella stesura dei suoi testi, si avvicina ed esplora nuove sonorità, fino ad arrivare a suoni più pop, ma capace di parentesi riflessive ed effetto. Questo lavoro è una sorta di punto fermo, nel quale vengono raccolti i suoi brani più significativi, dove un filo di malinconia e talento lega il tutto.
Un disco nel quale l’autrice franco-israeliana, si è immersa in toto, arrangiando e scrivendo ogni singola nota. Alla base, due episodi contrapposti: la perdita del padre e la nascita del secondogenito. Quanto questo abbia influenzato e aiutato Yael, è intuibile, e lo è ancor di più se ci lasciamo accompagnare all’interno di questo lavoro dove il tempo sembra prendersi una pausa, per aprire una parentesi nella quale un abbraccio ci consola mentre racconti ci distraggono.

Lasciare respirare i brani, riuscendo a colorarli con tutte le proprie influenze stilistiche. Questo è quel che si può trovare in questo debut-album della band canadese. Nessun confine stilistico ma un’ottima alchimia nella quale chitarre, synth e atmosfere ’80 restano sospese in un equilibrio strano ed avvolgente; se poi vogliamo aggiungere una chiara attitudine post-punk il quadro è completo e la piacevolezza d’ascolto ne guadagna.

Ottavo lavoro per questa band partenopea che riesce a creare un sound ricercato, che trae origine dalla tradizione, dal folk, e lo riveste di una sorta di sacralità. Il suono della chitarra classica ci accompagna, tra storia e sensazioni, interagendo man mano con altri strumenti sui quali la voce femminile principale, chiara e ferma dirige il nostro viaggio, scandito dal peso delle parole.
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