R E C E N S I O N I
Articolo di Giovanni Carfì
Note di merito per album passati distrattamente in secondo piano, ma meritevoli di un loro piccolo spazio. Nell’impossibilità di raccontare tutto ciò che viene prodotto, una selezione di dischi con confronti senza vincitori, né punteggi; ma con la presunzione di restituire una sensazione il più immediata possibile, attraverso un’analisi che va oltre le solite stellette.
Già incontrato in occasione del suo Ep d’esordio, ed ora lo ritroviamo in una veste più definita. Le sue canzoni, suonano e sanno di paesaggi vicini e lontani, tra cantautorato rock, spirito bohémienne e alle volte “ermetico”, un’originalità rara attraverso cui unisce i suoi amori sparpagliati sotto la bandiera dei cittadini del mondo, unico e da scoprire; lui e il suo mondo.
Un concept album nel quale i tormenti musicali (e non), si raccontano attraverso sonorità che richiamano la prima scena indie rock italiana di oltre una decade fa (quasi due), ma con un occhio alla contemporaneità; un tentativo di raccontarsi attraverso un cambio prospettico rispolverando la sua storia musicale e personale, riversandola in un piacevole Ep.

Una fotografia di una generazione, che nonostante sia “Z”, non è poi così diversa da altre nel vivere le proprie storie. Piccole istantanee di delusioni, amicizie e amori, ma precise nella loro resa emozionale, nella quale la giovane età amplifica il tutto, rafforzandone l’importanza. Questo l’esordio di una giovane cantautrice, dove grazie ad un sound fresco e morbido, risulta semplice e diretto.

Alle volte l’espediente narrativo è utile per incuriosire e dare uno scenario nel quale collocarsi; una serie di poesie ritrovate in una vecchia Casio, per aprire la curiosità su un disco dalle chiare influenze new wave, ma con un’anima sonora ricca e articolata, che fa ben sperare nelle doti del trio pugliese. Un lavoro ammiccante nelle sonorità, ma orfano di un’identità che arriverà sicuramente col tempo.

Rispondi