R E C E N S I O N E
Recensione di Roberto Bianchi
Ho avuto l’onore e la fortuna di ascoltare Norah Jones cinque anni fa al Teatro degli Arcimboldi di Milano (qui il live report https://wp.me/p46drT-1YE) poco dopo la pubblicazione di Day Breaks. Una serata emozionante, che ha confermato il talento e la classe della Jones. In questi ultimi anni Norah ha lavorato in un modo diverso, sperimentando nuove sonorità e organizzando brevi sessioni, alle quali hanno partecipato musicisti di differenti estrazioni, tra i quali segnalo Thomas Bartlett, Jeff Tweedy, Rodrigo Amarante e Mavis Staples. Alcuni brani, figli di queste collaborazioni, sono confluiti nell’album Begin Again, uscito lo scorso anno. L’Artista nel frattempo ha mantenuto vivo il progetto country al femminile Puss n Boots con Sasha Dobson e Catherine Popper, pubblicando Sister, secondo album del trio che include brani originali e cover di Tom Petty, Dolly Parton e Concrete Blonde. Pick Me Up Off The Floor è il disco che non ti aspetti, nato dai ruvidi mix registrati durante le citate sessioni. La Jones, passeggiando in totale relax con il proprio cane, ha riascoltato le composizioni archiviate nel proprio smartphone e, grazie al diverso contesto, le ha percepite con una nuova luce: “Mi sono resa conto del surreale filo conduttore che univa i brani come un sogno febbrile che si svolgeva tra Dio, il Diavolo, il Cuore, Il Paese, il Pianeta e me”.
I validi musicisti impegnati nel progetto sono molti: tre bassisti e un percussionista (Christopher Thomas, John Patitucci, Jesse Murphy, Josh Lattanzi e Mauro Refosco), tre batteristi (Nate Smith, Dan Rieser e Josh Adams), il chitarrista Dan Lead, il tastierista Pete Remm, il trombettista Dave Guy e il sassofonista tenore Leon Michels. L’intrigante sezione di archi è composta da Mazz Swift, Ayane Kozasa e da Paul Wiancko; le altre voci sono quelle di Ruby Amanfu e Sam Ashworth.
Potremmo farci ingannare dalle premesse e pensare che il Cd sia una semplice raccolta commerciale di brani minori, ma non è assolutamente così: il progetto ha un’anima, vive di luce propria e trasmette grandi emozioni.
L’iniziale How I Weep richiama certi lavori di Philip Glass: la costruzione musicale amalgama perfettamente l’avanguardia con la musica contemporanea; armonie essenziali, letto di archi, corde pizzicate, accordi pianistici minimali e voce sussurrante. Le liriche lasciano il segno.
Flame Twins è una notevole sorpresa: il brano ha una struttura musicale particolare che sovrappone sapientemente piano, hammond e chitarra elettrica. La calda voce di Norah è la ciliegina sulla torta. Una meraviglia!
Hurts To Be Alone inizia come un classico brano smooth-jazz, un momento che richiama il tipico stile che ha reso famosa la pianista, ma lo sviluppo compositivo, e l’uso del Wurlitzer, ci conduce verso contaminazioni elettroniche anni ’80.
La penombra avvolge Heartbroken, Day After, ballata after-hour molto intensa e coinvolgente. La Pedal Steel e il Pianoforte dominano la scena.
Say No More è diversa, ipnotica, accattivante, scorrevole. La magica voce è arricchita dal preciso suono del piano, ed elevata dal calore dei fiati. Il brano ti entra nella testa, ti accompagna nel divenire.
“Sapessi com’è strano sentirsi …. Innamorati a Milano”: la melodia di This Life, per qualche strana associazione mi rammenta la canzone di Alberto Testa e Memo Remigi, interpretata magistralmente da Ornella Vanoni. È una composizione elegante, raffinata, superiore.
This Life, è un manifesto di questo particolare momento; un percorso che prova a guidarci dall’oscurità verso orizzonti permeati di un auspicato ottimismo. La riuscita composizione, arricchita dai fiati, è corposa e ricca di melodia.
I’m Alive è figlia della collaborazione con Jeff Tweedy (Wilco). Siamo al cospetto di interessanti frammenti, edificati su un struttura ritmica jazzistica, che è abilmente miscelata con il piano della Jones e la chitarra elettrica.
Where You Watching è un momento notturno. Gli archi e la voce di Norah la rendono onirica e inquietante, la sezione ritmica è incalzante: siamo al cospetto di un mantra che ci guida verso un orizzonte infinito.
Stumble On My Way è lieve, dolcemente sottile, semplice e accogliente.
La conclusiva Heven Above ci regala un angolo di apparente leggerezza, che in profondità racchiude incertezze, dubbi e la presenza di qualcosa d’irrisolto.
Pick Me Up Off The Floor è un momento di ricerca, di cambiamento, di elevazione; la qualità del prodotto è nettamente al di sopra della media. Norah Jones prosegue con coerenza il suo percorso, rispettando i territori del blues, del pop e delle sofisticate sfumature jazz, ma consacrandosi come raffinata cantautrice.
Tracklist:
1. How I Weep
2. Flame Twin
3. Hurts To Be Alone
4. Heartbroken, Day After
5. Say No More
6. This Life
7. To Live
8. I’m Alive
9. Were You Watching?
10. Stumble On My Way
11. Heaven Above
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