C I N E M A
Articolo di Francesca Marchesini
«C’era una volta un ingegnere bolognese che non riusciva a sottostare alle costrizioni della vita. Un giorno, il nostro eroe, decise che voleva essere libero; chiese in prestito una barca al suo amico, figlio di un costruttore navale, e salpò navigando lontano dalle coste romagnole per fondare un suo mondo senza regole in mezzo al mare.»
Raccontando la trama dell’ultimo film scritto e diretto da Sidney Sibilia, risulta istintivo adottare la formula della fiaba. La storia di un uomo che in nome della libertà e dell’amore decide di costituire una nazione indipendente assume i toni del racconto incantato… e poco importa se la storia narrata sul grande – o meglio piccolo (la distribuzione del film è un’esclusiva Netflix) – schermo non rispecchia del tutto la realtà dei fatti. Il buon esito di questo quarto lungometraggio del regista salernitano, reduce dalla trilogia Smetto quando voglio, sta proprio nell’essere riuscito a ricordare cosa significa sognare e lottare per i propri desideri.
La cinepresa segue le vicende dell’ingegnere Giorgio Rosa che, in piena primavera sessantottina, cerca di realizzare un proprio mondo al largo di Rimini e al di fuori delle acque territoriali italiane. Decide di farsi aiutare dal compagno di studi Maurizio nella costruzione di “un’isola d’acciaio” e, con l’intervento dell’organizzatore d’eventi tedesco W. R. Neumann, la struttura diventa ben presta famosa come luogo dove tutto è lecito. Giorgio non accetta però di aver costruito semplicemente una discoteca in mezzo al mare e chiede il riconoscimento di Stato indipendente da parte dell’ONU; il Governo italiano, impegnato con le rivolte studentesche, non vuole sopportare l’ennesima forma di ribellione contro le istituzioni e decide di intervenire “armato fino ai denti”.
Dopo diciannove anni, quelli passati dalla messa in onda dell’ultimo episodio della sitcom Via Zanardi, 33 su Italia 1, Elio Germano torna finalmente a Bologna dimostrando ancora una volta di non essere solo un ottimo attore, ma anche un magnifico imitatore di accenti. L’attore romano, così come la quasi totalità del cast, adotta un’inflessione marcatamente bolognese e romagnola senza che il tutto risulti clownesco. Ottima anche la performance della controparte femminile (e interesse amoroso) di Germano, Matilda De Angelis; lei, bolognese d’origine anche nella realtà, sta ottenendo grande successo come attrice anche a livello internazionale e la possiamo vedere condividere le scene con Nicole Kidman nella serie The Undoing – Le verità non dette.
Ma per quanto la recitazione risulti efficacie, il prodotto finito potrebbe apparire ai più come una banale commedia balneare dalle tinte (della fotografia) vintage; al prodotto di casa Groenlandia manca sicuramente l’allucinazione che ha reso il film d’esordio di Sibilia con protagonista Edoardo Leo una sorpresa davvero piacevole. L’incredibile storia dell’Isola delle Rose ha comunque il grande pregio di ricordare, con la sua scrittura leggera, ma carica di desiderio di affermazione, cosa significa sognare di poter realizzare qualcosa di così immenso da far diventare indimenticabili.
21 dicembre 2020 at 11:45
L’ho trovato un po’ lento come ritmo, comunque interessante