R E C E N S I O N E


Recensione di Simone Catena

L’unità Comatose è un interessante progetto nato nel Minnesota l’inverno 2019. Un collettivo di musicisti provenienti da diverse esperienze passate, in progetti che portano avanti il genere grungegaze, con tinte alternative ambient. Ritagliano una fetta importante sulla scena indipendente underground, nella zona più psichedelica dell’America.
Il nome della band è un grido estremo alle problematiche quotidiane del mondo, alle continue sofferenze, crisi economiche, terrorismo e infine la grande pandemia mondiale, che sta bloccando il sistema in maniera decisa. Loro rappresentano la nuova generazione perduta, che nonostante tutto dimostra di non arrendersi mai. In questo album di debutto A Way Back prodotto per l’etichetta Transcending Records, troviamo il sound diretto e incendiario di un intera generazione, avvolta in questo caos con una buona dose di riff energici anni 90 e i continui richiami al passato, per un risultato sorprendente.

Il primo singolo di lancio Inside è la reazione al recupero della malattia mentale, che crea un vortice infinito e spesso si è incapaci di sfuggire al miglioramento, per ritrovare noi stessi.
Circles apre con il botto questo lavoro, in grande stile grunge noise, l’orecchio ci porta ai primi Alice In Chains, quelli più acidi e fuori di testa. La voce incantevole di Adam Carroll accompagna lo schema potente del brano lasciando il segno. A seguire Gone trascina un delay distorto e malato in una follia disarmante e fuori dal tempo, i cori iniziali sono una delizia e la struttura procede a gonfie vele.
Su Alone si sente tutta l’influenza musicale per il post grunge d’annata, con molte influenze cross over. Le qualità vocali ci cullano dolcemente su un tappeto godibile e prezioso, il basso oscuro nella parte finale, chiude a dovere la take. Un’esplosione sonnolenta e devastante si sprigiona nel brano Skin, le chitarre surreali giocano con l’effettistica di feedback sonori, lasciando un brivido unico e irripetibile. Tutto si colora d’immenso sulle note di Spread, composizione stupenda e formidabile, una delle migliori di questo disco. Il tiro punk rock rende il tutto speciale e ci porta a fare un balzo improvviso nell’ignoto.
Dopo gli scream che dilaniano l’atmosfera nel singolo Inside, ci soffermiamo su Further. Una traccia personale, dal gusto maturo e tecnico, anche qui il tempo spedito è di grande fattura cosmica, ci sono molti richiami a progetti storici come Filter e Open Hand, band americane di rilievo, che nell’arco della loro storia hanno creato un movimento importante.
In chiusura ci lasciamo contagiare dal timbro duro e pazzesco di Sinking, la giusta conclusione per un buon disco, suonato al massimo e studiato con grande personalità per un gruppo di ragazzi con le idee chiare, concentrato sul suo unico obiettivo, quello di raccontare storie vissute al massimo.

Tracklist: 
01. Circles
02. Gone
03. Alone
04. Skin
05. Spread
06. Inside
07. Further
08. Sinking