R E C E N S I O N E


Nel frattempo scriverò parole che mi portino in giro senza fine ne dove,
trasformerò i suoni in rumori e i rumori in amici che non abbiano odori

(Lou Mornero, Caro Mio, 2021)

 

Recensione di Francesca Marchesini

Nel 2017, usciva per Cabezon Records l’EP di debutto di Lou Mornero; a distanza di quattro anni il cantautore milanese ritorna con un album full lenght dal respiro internazionale prodotto dal polistrumentista italiano, ma di stanza in Inghilterra, Andrea Mottadelli. La loro conoscenza risale ai tempi della formazione I Paradisi (che nel 2016 fecero uscire l’album Dove andrai) e consolidano il loro legame creativo proprio lavorando a Grilli; questa opera d’esordio è una commistione dell’impegno creativo di entrambi gli artisti che operano in simbiosi, anche se lontani nello spazio (l’album si sviluppa fra i rispettivi home studio di Milano e Londra).

Ed è proprio fuori dall’Italia che ci dobbiamo recare per cogliere le molteplici sfaccettature assunte dalla musica racchiusa in quest’album; dal dub al blues, dai tocchi tribali della traccia d’apertura all’Ouverture che chiude con un ossimoro l’opera ma apre uno spiraglio luminoso sul futuro musicale del cantautore. Inoltre, parlando proprio di sfumature e luoghi di produzione distanti, è evidente come l’influenza rock dell’ultimo brano sia una conseguenza dell’essere l’unica canzone registrata a Londra presso il Bella Studion da Iggy B (produzioni per Nick Cave, Prodigy, Arctic Monkeys).
L’album inizia con la title track, la voce ricorda vagamente quella di Cristiano Godano dei Marlene Kuntz e il testo brevissimo è accompagnato dallo scrosciare della pioggia… o per meglio dire, di suoni che richiamo l’hang drum. Seguono La cosa vuota, per cui presta la voce Daniele Paoletta, e Acquario dove l’influenza del trip hop di Bristol (Massive Attack e Portishead) è più che palese. Poi il cantautore imbraccia la chitarra e da Caro Mio fino alla sopraccitata Ouverture si fa strada il richiamo al folk e al rock. Le liriche si riferiscono ad attimi vuoti, l’agonia del nulla o semplicemente l’intensificazione delle emozioni nell’assenza di un qualcuno o di un qualcosa.
Più che positivo, quindi, l’ascolto di questo primo album di Lou Mornero; una raccolta di brani che nella scrittura strizza l’occhio al gusto contemporaneo per il cantautorato italiano indipendente e nella produzione si rifà alla scena della sperimentazione elettronica inglese anni Novanta, senza però risultare scontato o nostalgico.

Tracklist:
01. Grilli
02. La cosa vuota
03. Due
04. Acquario
05. Happy Birthday Songwriter feat. Paolo Saporiti
06. Caro mio
07. Piccolo tormento
08. Ouverture