R E C E N S I O N E


Recensione di Massimo Menti

Martina Bertoni violoncellista di formazione classica, collabora da tempo con il musicista e compositore friulano (ma romano d’adozione) Teho Teardo e con il musicista ed artista tedesco Blixa Bargeld (componente tra l’altro degli Einstürzende Neubauten). Esordisce nel 2018 come compositrice, e dopo la pubblicazione di un paio di EP, arriva al vero primo album, il bellissimo All the ghosts are gone all’inizio del 2020. Nel progetto d’esordio, la musicista si riappropria del proprio equilibrio fisico e psicologico venuti a vacillare dopo un periodo difficile, scavando nel subconscio esplorando territori sconosciuti per ritrovare identità e consapevolezza. A circa un anno di distanza, precisamente a fine gennaio scorso, vede la luce il nuovo full lenght pubblicato per Karlrecords ed intitolato Music for Empty Flats, naturale seguito e completamento del precedente, concepito e prodotto tra Berlino dove l’artista risiede e lavora e Reykjavík. 

Si tratta di Musiche per spazi vuoti, che hanno avuto origine l’inverno precedente dalle esperienze e dalle sensazioni vissute in un appartamento di nuova costruzione, quindi completamente spoglio alla periferia di Reykjavík, nel quale Martina ha soggiornato per un breve periodo. In quel lasso di tempo ha potuto ascoltare i suoi brani preferiti in completa solitudine e quello che ne è risultato è un concept album dal fascino sinistro ed oscuro. Il violoncello crea sonorità mutuate dagli stati d’animo condizionati dal buio inverno islandese, l’archetto scivola lentamente sulle corde dello strumento generando dilatazioni ambientali, trame acustiche che si intrecciano ad un ordito electro, realizzando così tessiture droniche ipnotiche ed isolazioniste. Composizioni sperimentali che si sviluppano lentamente come fossero cristalli di ghiaccio su una superficie, architetture dalla perfetta simmetria ma di fragile bellezza, ogni volta diverse nella loro genesi ma simili nella conformazione definitiva. Il violoncello, il cui suono è materia grezza nelle mani della Bertoni, viene sapientemente manipolato, successivamente elaborato aggiungendo riverberi, feedback e frequenze sub-bass, per concepire nuove forme, granulose, opacizzate, nebulose, nuove creature. Sonorità che esprimono perfettamente le sensazioni che stiamo provando in questo particolare periodo storico, distanziamento che diviene isolamento, un fuggire dalle relazioni e un trincerarsi in se stessi cercando in qualche modo di riempire vuoti imposti o celati radicalmente in ciascuno di noi. Pensieri negativi satureranno la nostra mente, offuscandola forse, circoli viziosi riaffioreranno (In circles of thoughts//Blue ed.): non dobbiamo però temerli, o averne paura (Fearless), dobbiamo in qualche maniera districarli, inevitabilmente dovremmo confrontarci e rapportarci con loro, comprenderli ed infine accettarli. Non mera rassegnazione ma sensata presa di coscienza. In questo la musica ci viene in aiuto, consolatrice, ispiratrice, decontaminante e catartica. 

Tracklist:
01. Bits
02. Bright wood
03. in circles of thoughts//blue ed.
04. music for empty flats
05. fearless
06. moving nature
07. distant tropics