R E C E N S I O N E
Recensione di Claudia Losini
C’era una volta a Torino, nel 1961, l’Esposizione Internazionale del Lavoro. In occasione di questo evento e del centenario dell’unità d’Italia, fu costruito un quartiere, tra Nizza e Millefonti, Italia 61. C’era un parco con una fontana a stella, il Circarama, un sistema di proiezione cinematografica a 360° della Walt Disney, la cabinovia che collegava, passando sopra il Po, il Parco del Valentino con il Parco Europa sulla collina di Torino. E c’era una monorotaia, simbolo della tecnologia, del boom italiano degli anni, dello sviluppo e della proiezione verso un futuro quasi fantascientifico, come si sognava negli anni 60.
Quella monorotaia venne dismessa qualche mese dopo la sua inaugurazione, per poi essere abbandonata e, pian piano, diventare un ricordo, un’icona di quel passato florido che non ritornerà più. Tutt’oggi è possibile vedere, arrivando a Torino, una parte dei binari, che sono diventati uno scenario quasi post industriale, affascinante e decadente.

Music For Monorail è un concept album di musica elettronica “vintage” prodotto dal polistrumentista Luca Onyricon Giglio. Il suo nome d’arte riprende il film del 1968, con protagonista Jane Birkin, e la sua produzione musicale ruota intorno alle tematiche analogiche, di creazione di una musica come un artigiano. Luca è inoltre fondatore del progetto di musica elettronica sperimentale Propaganda 1904, dedicato alla musica per colonna sonora cinematografica e alla sonorizzazione live del cinema muto.
Tanti sono quindi i collegamenti che uniscono Onyricon a decenni precedenti, a un passato a volte anche oscuro, nascosto, dimenticato.
Il suo nuovo disco è uscito il 6 maggio 2021, esattamente dopo 60 anni dall’inaugurazione e dal primo viaggio della monorotaia Alweg, avvenuto il 6 maggio del 1961, e vuole riportare alla luce e far conoscere ai più giovani, già a partire dalle immagini di copertina, d’archivio, e ai video d’epoca utilizzati per i videoclip dei singoli, quel pezzo di storia torinese dove tutto trasudava tecnologia, ricchezza, innovazione. Tutti i titoli dei brani sono un richiamo a una parte della struttura, da Alweg, il nome tecnico della monorotatia costruita per Italia 61, a Circarama, fino all’omaggio del palazzo di Torino Esposizioni, costruito da Nervi. Abbiamo anche Pan Am, la famosa compagnia aerea statunitense considerata la più elegante di sempre che ha avuto l’apice del successo proprio nei decenni raccontati dal concept album.

Station, singolo di cui è stato pubblicato il video, crea una contrapposizione tra la musica elettronica, quasi cavalcata, e le immagini di repertorio del parco Italia 61, e genera quel particolare feeling analogico che vibra in ogni altra canzone.
L’album è una sorta di architettura sonora, per costruire, brano per brano, lo sviluppo esponenziale tecnologico degli anni del boom economico, è un omaggio a un futuro mai esistito, a un passato mai vissuto, a un’epoca di grandi sogni elettrici che si sono spenti con la realtà di un’industria vista come prigione. La musica elettronica richiama subito i Kraftwerk (così come il video del singolo Station), per far entrare l’ascoltatore subito in un’epoca definita, quella dei computer che avrebbero dominato il mondo, e si contrappone con stralci industrial, alla NIN, lo stridore delle fabbriche, della monotona vita nel grigiore torinese che aveva avuto un barlume di eccitata speranza con Italia 61.
Torino ha un suono peculiare, quel suono è elettronico e nostalgico, e Onyricon lo costruisce con maestria e grande devozione.
Tracklist:
01. Pan Am
02. Alweg
03. Station
04. Dallas
05. Monorail 61
06. Circarama
07. Ovo
08. Vela
09. Elevator
10. PCM (Power Control Module)
11. Elettronova
12. Nervi
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