R E C E N S I O N E
Recensione di Andrea Notarangelo
La realtà delle cover, è un po’ come la giungla descritta da Rudyard Kipling nel suo famoso romanzo: misteriosa. Si tratta di un mondo sacro e profano allo stesso tempo, in quanto, confrontarsi con un brano altrui, significa averne interiorizzato il concetto per poter poi imprimere qualcosa di proprio e trasmettere un nuovo e più approfondito messaggio. Solo ed esclusivamente con questa formula, una canzone o un’intera selezione di cover, risulterà vincente. Per chi scrive, la riproduzione fine a se stessa non ha senso di esistere. Fatta la dovuta premessa, presentiamo la nuova uscita di Chan Marshall, al secolo Cat Power, un’artista poliedrica, abituata a vestire brani altrui con il proprio tocco personale. Covers non è il primo esperimento in tal senso, nella sua carriera Cat Power ha già dedicato due interi dischi alla riproposizione di brani. Quest’ultimo lavoro è stato preceduto da Jukebox (del 2008) e The Covers Record (del 2000), album che si apriva con la famosa (I Can’t Get No) Satisfaction (del duo Rollingstoniano Mick Jagger/Keith Richards), completamente spogliata della carica aggressiva e resa lunare da una sola chitarra ripetitiva e affascinante come un cielo notturno pieno di stelle. E a proposito di Rolling Stones, l’artista li omaggia nuovamente con un’emozionante versione di You Got The Silver, reperibile però solo nell’edizione giapponese. Questo è lo spirito con il quale Chan Marshall affronta il non facile compito di appropriarsi di una canzone altrui e renderla al 100% Cat Power.

Ed è così che Bad Religion, traccia di Frank Ocean, perde la sua anima soul per acquisirne una più intima, sfumata, arricchita di cori che vanno e vengono, mentre un piano crea un tappeto sonoro ciclico che persiste fino alla conclusione del brano. Unhate è l’eccezione alla regola del disco. Si tratta infatti dell’unica concessione, l’unico brano originale della selezione. Nella fattispecie, è una nuova versione di Hate, brano dell’artista contenuto in The Greatest del 2006. La Marshal ti avvolge con la sua voce calda, come un vento lieve nel deserto che riempie il vuoto del paesaggio. Pa Pa Power dei Dead Man’s Bones viene completamente trasformata. Il trattamento subito fa acquisire nuova vita alla canzone, che viene velocizzata e cadenzata da un ritmo quasi dark. Un esperimento davvero particolare, perché mentre l’ascolti, ti attendi che da un momento all’altro entri direttamente nel microfono Robert Smith per un duetto davvero interessante. Ma è solo una sensazione, eppure, resta la curiosità di cosa potrebbe accadere se Cat Power duettasse con il leader dei Cure. Si tratterebbe di qualcosa di unico, come la Bella quando incontra la Bestia, anche se non sappiamo definire a chi dei due assegnare una di queste parti. Il brano successivo, White Mustang di Lana Del Rey, è molto interessante in quanto accade l’esatto contrario. Lana Del Rey interpreta il suo brano con un incedere particolarmente noir che ricorda proprio Chan Mashall. Quindi, la nostra Cat Power decide di far qualcosa di diverso e forse, mentre provava a cantarla, immaginava come avrebbe potuto affrontare un brano, la sua collega Lana Del Rey. Chissà se è andata proprio così, ma l’effetto è davvero disarmante e dimostra a tutti gli effetti che la musica è il risultato semplice di un lavoro complesso.
Se proprio si deve scegliere una rivisitazione meno riuscita, la scelta cade su Endless Sea di Iggy Pop. La qualità resta sempre alta, ma il brano non subisce particolari modifiche. Al contrario, Here Comes a Regular, dei The Replacements è una bella riscoperta. Il classico tratto da Let It Be, disco inciso dalla band nel 1984, in questa versione sostituisce la chitarra come strumento principe, a favore del piano e la traccia perde l’incedere disperato a favore di un’atmosfera minimale e intimista. L’ultimo sussulto, posto a conclusione, è I’ll Bee Seeing You, un classico associato a Billie Holiday, ispirato dalla morte di alcuni collaboratori di Chan, tra cui anche Philippe Zdar, con cui aveva lavorato per Sun, venuto a mancare nel 2019. Cat Power a tal proposito dichiara: “Quando le persone che ami ti vengono portate via, c’è sempre una canzone che la tua mente assocerà al loro ricordo. È una conversazione con chi sta dall’altra parte, e per me è importantissimo portarla avanti, continuare a sentirli”. In Covers ci sono molti fantasmi e ricordi che custodiremo fino alla fine.
Tracklist:
01. Bad Religion
02. Unhate
03. Pa Pa Power
04. White Mustang
05. A Pair Of Brown Eyes
06. Against the Wind
07. Endless Sea
08. These Days
09. It Wasn’t God Who Made Honky Tonk Angels
10. I Had a Dream Joe
11. Here Comes A Regular
12. I’ll Be Seeing You
13. You Got the Silver [only in Japan Edition]
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