R E C E N S I O N E


Recensione di Francesca Marchesini

Con questo Rant voleva dire che nessuno è felice. Da nessuna parte.
(Chuck Palahniuk, 2007)

Nowhere Emilia, pubblicato lo scorso 14 gennaio, è l’album di debutto di Ibisco, pseudonimo di Filippo Giglio, bolognese classe 1995. Ed è proprio Bologna, o per meglio dire la provincia bolognese, ma per essere più precisi la provincia emiliana, ad essere al centro di questo disco; Ibisco racconta la noia e la desolazione di chi resta, di chi sogna il caos della metropoli e si ritrova bloccato nella nebbia padana. La narrazione e il sound di Nowhere Emilia si fondano su una tensione verso l’urbano che emerge mentre il musicista vaga per quel quartiere Bolognina che sa un po’ di Berlino e rivela il suo amore per la dark wave e il cantautorato italiano á la Baustelle, ma lo contamina con l’autotune.

L’album si apre su Meduse, che, insieme a Ragazzi, è uno dei primissimi singoli di Ibisco, uscito ancora nel 2020; i brani raccontano della giovinezza che va sprecandosi tra viaggi in macchina senza meta e la consapevolezza – e autoironia – che la vita stessa è di fatto priva di scopo. Un disagio che rimbomba su «batterie elettroniche dentro le canoniche/nelle case sudicie, nelle fughe via da me», come recita il testo di Bologna Nord, concetto evidentemente incarnato da Houtunno a metà tracklist; e se gli Zen Circus cantavano che «la provincia crea dipendenza» (Pisa merda, 2016), quella che traspare dal lavoro di Ibisco è più che altro una provincia che non dà scampo e da cui non ci si riesce a liberare neanche quando ci si sposta in città. Non manca qualche spensierato cliché stilistico, come nel caso di Pianure e Quartieri, che viene dimenticato immediatamente dopo gli ascolti in coda al disco (Tintoria e Luci), che incanala in modo eccelso le principali fonti d’ispirazione dell’artista. Si nota anche un tentativo di trattare il tema romantico, o meglio, si parla delle relazioni romantiche che si tentano di vivere in un contesto (emotivamente) cupo come in Chimiche; su questo filone è bene non dimenticare B, brano che vede la partecipazione di Enula e che all’attacco sembra fare un vaghissimo richiamo alla soundtrack – e, perché no, anche all’immaginario – della serie tv Euphoria realizzata dall’inglese Labrinth.

Nel suo romanzo Rabbia, lo scrittore statunitense Chuck Palahniuk, noto ai più per Fight Club, spiegava come la gente va via dai paesini di provincia per avere la possibilità di sognare di restarci e, allo stesso modo, chi ci resta ha una ragione per sognare di andare via. Con Nowhere Emlia, Ibisco esprime fondamentalmente lo stesso concetto e lo fa incantando con un suono electro dalle sfumature oscure, ma con un occhio rivolto a un futuro che gli si augura prospero, nonostante l’oscurità e il gelo umido della notte emiliana.

Tracklist:
01. Meduse
02. Bologna Nord
03. Ragazzi
04. B (feat. Enula)
05. Pianure
06. Houtunno
07. Chimiche
08. Quartieri
09. Tintoria
10. Luci

Photo © Silvia Violante Rouge