R E C E N S I O N E


Recensione di Simone Catena

I Greenbeard sono un progetto interessante e roccioso, da Austin. Il loro sound viaggia sul panorama stoner rock, a tinte psichedeliche. Il gruppo nasce nel 2014, con una forte vibrazione che viene messa in maggior risalto, durante le esibizioni live; nei loro concerti si crea un’esperienza unica e delirante, da lasciare il segno su questo genere pesante, ma allo stesso tempo melodico e introspettivo. La produzione di questo nuovo e intenso lavoro in studio dal titolo Variant, prende piede nel 2018, poi a causa della pandemia le registrazioni subiscono un rallentamento e anche un cambio di formazione. Il titolo si accosta al periodo complicato che tutti abbiamo vissuto, ma nonostante questo la band, non si perde d’animo. Il disco viene prodotto e distribuito dall’etichetta americana Sailor Records, che accoglie il loro entusiasmo e pubblica un lavoro magnetico e creativo. Infine al suo interno ci sono anche delle novità importanti, che spostano i diversi generi musicali come il soul e l’R&B, in strutture melodiche e di spessore. Per un ascolto sensazionale, oltre i confini della mente.

Creatures of the Night da il via a questo gioiello dissonante, in modo classico e graffiante. Sulla distorsione pesante, in perfetto stile heavy metal, si crea un’atmosfera ruvida con una linea vocale amplificata e oscura, poi il groove corposo della ritmica si unisce al solo di chitarra tagliente. Segue Burns Like Basketwave e un basso ipnotico, che incastra il loop temporale in chiave electro noise, per poi esplodere su un tiro acido e martellante. Nel bridge il gusto musicale ci porta al doom macchinoso, stile Black Sabbath, con un vortice spaziale prezioso. La chitarra torna a ruggire sulle note di Getting in the Car. No Time to Explain, dove un tappeto quasi glam rock prende vita in un luogo che subisce un mutamento surreale. Un brano diretto e orecchiabile, con un sentimento vivace che unisce le voci bianche di coristi gospel e il sassofono suggestivo.

Diamond in the Devil’s Grinder invece aggiunge altre influenze sonore come una tematica blues e un ritmo simile a un valzer, che danza leggero sulle raffiche furiose del sassofono e gli assoli desert rock, azionando una vibrazione fresca e malinconica. La batteria sospesa di Sanitario de La Soul, porta il percorso su un rituale dolce e rilassante, fino a crescere d’intensità sul passaggio caotico che chiude il brano.
Verso la fine Exodus è la composizione più pesante del disco, dove il cuore pulsante è una distorsione disturbante stile Cathedral, lasciando un’emozione incredibile e d’impatto. Senza dubbio uno dei momenti più alti e devastanti di questo lavoro. Bare Bones chiude il sipario su una batteria enorme e una struttura accattivante, che ci indica la giusta direzione da seguire in un paesaggio mistico.

Variant rappresenta un cambiamento e una fusione eccellente sulla visione infinita della band ed è un capitolo importante e solido, che li conferma alla grande ancora una volta.

Tracklist:
01. Creatures of the Night
02. Burns Like Basketwave
03. Getting in the Car. No Time to Explain
04. Diamond in the Devil’s Grinder
05. Sanitario De La Soul
06. Exodus
07. Bare Bones