R E C E N S I O N E
Recensione di Simone Catena
Dalle profondità del sound contemporaneo arrivano i Cola De Zorro, trio sperimentale krautrock cileno. La band nasce nel 2005 da un’idea di vecchi amici, che dopo la scuola si riuniscono nei loro spazi più ricercati, per dar vita a un progetto e un percorso sensazionale, che affonda le radici nel progressive e la cultura musicale di spessore. Dopo l’esordio nel 2012, con l’album introspettivo Can Can, il gruppo apre nuovi orizzonti sulle tematiche jazz fusion e si confermano nel 2018, con l’ultimo lavoro in studio Soma, che li lancia nel vortice sonoro fatto di magnetismi eccellenti. Il nuovo album si intitola El Desierto Avanza, prodotto per l’etichetta Le Rock Psicophonique ed è largamente ispirato alla crisi idrica in Cile, mettendo in primo piano un problema delicato e importante. Le sonorità si mescolano a ampie suite strumentali, cariche di energia, che esplorano ritmi e liriche latine per un viaggio interiore da non perdere.

L’apertura di Tortuga accende subito una vibrazione corposa, che si lascia andare a un’emozione delicata. L’arpeggio di chitarra poi avvolge il loop temporale, con una dolcezza unica e, l’ingresso ipnotico del basso, si materializza in qualcosa di ruvido e dissonante, che ci porta a bordo di un’astronave abbandonata nella galassia. Segue Ollas Y Sartenes e il suo segnale frenetico, verso una corsa martellante. Il vortice caotico di distorsioni, trasmette una sfera incandescente con una struttura ripetitiva, ma dal tiro contagioso. Un brano sperimentale, dal forte timbro space rock. Sulla title track El Desierto Avanza invece le melodie rallentano il mood, su una chitarra malinconica e un riverbero ovattato, la composizione poi si completa nel bridge dolce e rilassante, fino a scontrarsi con il rumore finale.
Tanu è il primo singolo dove la band crea un punto di partenza, sinfonico e incredibile. La trama del brano si regge su un nucleo corposo, lasciando emozioni orientali e un’esplosione rocciosa, ricca di spunti notevoli, grazie anche al solo di chitarra travolgente.
Il tempo matematico di Circulo, ci invita dentro un passaggio catartico, con un insieme di frequenze basse e oscure, la traccia si evolve nella parte centrale, dove l’oscurità lascia il posto a un pensiero nascosto e confuso. Una canzone lunga, che sposta le idee verso una tematica complessa.
Verso la fine il synth danzante di Al Cubo, apre gli occhi su una cavalcata sognante e uno stile frizzante, che rallenta sulle pause orchestrali e aggressive. Il brano conclude la sua corsa su un organo elettrificato e un’atmosfera spettrale. La chiusura del disco viene affidata al mondo surreale di Largo Camino Al Silencio, qui le sonorità subiscono una metamorfosi geniale, con l’aggiunta in chiave elettronica di pad lunari, che si incastrano alla perfezione. Una conclusione interessante, con un ascolto godibile.
La band mescola i vari ritmi distorti e campionati, portando a termine un lavoro importante ed epico, che si sviluppa durante la sua durata in modo impeccabile e originale. Per un’esplorazione autentica e fuori dal normale.
Tracklist:
01. Tortuga
02. Ollas Y Sartenes
03. El Desierto Avanza
04. Tanu
05. Circulo
06. Al Cubo
07. Largo Camino al Silencio
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