R E C E N S I O N E


Recensione di Simone Catena

Il trio inglese FES, fa il suo esordio discografico con un album intenso e magnetico, azionando un meccanismo audace, per un insieme di atmosfere lunari. La giovane band disegna un viaggio malinconico, che tocca nel profondo ognuno di noi, con una vena artistica frizzante e originale. Il debutto personale dal titolo With Regards From Home, prodotto per l’etichetta Small Pond Records, con base a Brighton, segna il primo capitolo dinamico e eccellente del gruppo, spostando gli equilibri su tematiche dolci e orecchiabili, che sviluppano il genere alternative rock a tinte pop, fino a toccare corde più tecniche, su un timbro math rock. Il risultato è un ambizioso lavoro eccentrico, dove la qualità vocale di Pollyanna Holland-Wing, frontman carismatica della band, coccola a dovere l’ascoltatore, in un percorso melodico interessante.

Con il primo singolo Clarinet, che ha annunciato l’uscita dell’album, tutto è incentrato sul ricordo dell’infanzia e la crescita interiore, dove i nostri diversi stati d’animo incontrano un cammino maturo, fatto di scelte difficili. Nel sound, il brano regge un impatto sonoro notevole, dove il riff di chitarra contagioso incastra la melodia del ritornello e avvolge lo stupendo cambio finale, che stravolge la traccia su un passaggio tecnico e complesso. Ma, seguendo il giusto ordine, veniamo travolti dalla distorsione ruvida e l’apertura corposa di Chew, con una ritmica ampia e ben eseguita. La canzone scorre in modo lineare, fino a un punto cruciale, che chiude all’improvviso nel silenzio. La carica energica di Sun Visor invece, gioca sul rapporto matematico di basso/batteria e un bridge commerciale che libera un sentimento unico e giocoso. Le seguenti So So e Bruises, avviano un cammino differente, che collega un legame solido e ben strutturato. Le tematiche poi seguono un soggetto principale nell’affrontare la vita e i suoi molteplici sbalzi d’umore, danzando su vibrazioni dure e mantenendo un’armonia vocale sognante.

Il tappeto aggressivo di Force Feed, aziona la seconda parte di quest’opera. Qui l’attenzione viene catturata dalle melodie post hardcore, che avvicinano l’ascolto ai primi Biffy Clyro, band scozzese di spessore. Nel bridge centrale il muro strumentale trasmette una sensazione incredibile. Black Eye segue le sfuriate energiche e spedite, con uno stile quasi punk rock e, solo nel finale, veniamo sorpresi da un gusto ricercato reggae. Invece le melodie acustiche di Seethrough, calmano gli animi per una ballad rilassante. La grinta torna prepotente sulla fresca e raggiante Frisbee in un continuo susseguirsi di emozioni lussuose. Verso la fine, ci soffermiamo sulla sperimentale Trial and Error, che mescola post rock e fusion in un vortice grandioso, carico di adrenalina. La chiusura dell’album viene affidata a Washout, una composizione classica, che danza su un pianoforte prezioso, di una classe sopraffina. La degna conclusione di un lavoro travolgente.

Il primo atto dei FES è una miscela esplosiva di buone sensazioni e ritmi matematici, dove il trio riesce a dare un forte segnale a tutta la scena indie rock del momento.

Tracklist:
01. Chew
02. Clarinet
03. Sun Visor
04. So So
05. Bruises
06. Force Feed
07. Black Eye

08. Seethrough
09. Frisbee
10. Trial And Error
11. Washout