R E C E N S I O N E


Recensione di Arianna Mancini

“Scendo dalla croce e vi dico addio/ Scelgo l’underground e faccio a modo mio/…e vado dritto al cuore”.
È una strofa tratta da Jesus Underground, terzo brano della scaletta che compone gli inediti dell’ultimo lavoro di Luca Gemma, Fantastiche Visioni, uscito lo scorso 7 ottobre per Adesiva Discografica. In questa citazione c’è molto di più di un gruppo di versi, c’è uno stile di vita e la coerente scelta di un percorso artistico dedito all’espressione qualitativa che non strizza l’occhio al selvaggio marketing discografico e che non cede alle lusinghe del mainstream. In un mondo popolato da talent show alla ricerca di fenomeni che riempiano gli stadi, conservare una certa integrità artistica è tanto raro quanto prezioso, ed è proprio qui che troviamo Luca Gemma; lui ha scelto la strada più “difficile”, che spesso è quella più autentica. Il suo mondo è quello dei teatri e dei piccoli club in cui c’è un rapporto più diretto con il pubblico, di certe trasmissioni radiofoniche, e non si tratta di spocchia, è una Scelta, con la S maiuscola. Ci troviamo nella sfera del cantautorato alternativo italiano e nelle sonorità che adornano i suoi componimenti troviamo influenze folk, soul, blues e pop alternativo; spogliando quest’ultimo termine dall’accezione negativa che di sovente gli viene assegnata e aggiungendo la connotazione pop di nicchia.    

Luca, di origini romane e milanese d’adozione, muove ufficialmente i primi passi nel mondo della musica negli anni ’90 con Pacifico con cui fonda i Rossomaltese, di cui è cantante ed autore dei testi e con i quali pubblica due dischi (Santantonio e Mosche Libere).
L’inizio del suo percorso solista si colloca nel 2003 con la pubblicazione del suo singolo d’esordio Luca, per CGD Warner. Dopo la breve avventura major, Gemma prosegue le sue pubblicazioni con il mondo della discografia indipendente. Dal 2004 al 2012 pubblica quattro dischi, rispettivamente con Ponderosa Music & Art e poi con Adesiva Discografica (sua attuale etichetta), “Saluti da Venus” (2004), “Tecniche di illuminazione” (2007), “Folkadelic” (2010) e “Supernaturale” (2012). Nel 2015 esce “Blue Songs”, primo album in inglese che lo porta in tour in Australia, Italia e Francia con alcune date in Inghilterra e Lussemburgo.
Il suo raggio d’azione non si ferma alle sue canzoni, collabora con svariati progetti artistici come cantante ed è altresì autore di brani per numerosi artisti sia pop che indipendenti (Aldo Nove, Bobo Rondelli, Cesare Malfatti, Emidio Clementi dei Massimo Volume, Fiorella Mannoia, Malika Ayane, Marian Trapassi, Patrizia Laquidara, Paola Donzella, Steve Piccolo dei newyorkesi Lounge Lizards). Luca compone anche per la tv (Fabio Volo per La7 e Mtv, Edmondo Berselli per Rai2), per la radio (Istituto Barlumen per Radio3Rai e Radio 24), per il cinema (Roberta Torre, Sud Side Stori) e per il teatro.

Fantastiche Visioni esce a cinque anni di distanza da La Felicità di Tutti (2017), che si avvalse del Premio Giorgio Lo Cascio per la canzone d’autore, un prestigioso riconoscimento che viene assegnato a cantautori di valore, di sovente fuori dai circuiti commerciali. Il nuovo nato, settimo capitolo solista, è stato scritto, suonato, registrato e prodotto da Luca Gemma, e come racconta l’autore stesso, non c’è alcun vezzo di megalomania celato dietro ciò, ma il blocco forzato causato dalla pandemia che lo ha costretto a fare di necessità virtù. Il mixaggio e mastering sono invece affidati a Paolo Iafelice, da anni suo assiduo collaboratore. È un disco composto da 10 brani, o meglio frammenti di quotidianità, del qui ed ora dell’essere umano e di ciò che parla al suo vivere, al suo cuore, giorno dopo giorno su questa terra. Non si può parlare di un concept album in senso stretto, ma i brani vivono di una sorta di liaison in cui spicca in maniera preponderante la componente cinematica, ascoltandoli li si visualizza come se scorressero su una pellicola impressa nella mente. C’è in tutto questo una nota decadente tinta di malinconico romanticismo in cui fanno capolino demoni, guizzi d’ironia, prese di coscienza, sogni ad occhi aperti e ricordi.

L’incipit è affidato a Sul Precipizio, primo singolo che ha annunciato l’uscita del disco. La melodia della chitarra acustica apre lo scenario di un precipizio, quello di un cuore in bilico fra domande, confessioni e richieste di salvataggio. È uno stato interiore borderline, se ognuno di noi precipitasse dentro il proprio cuore non saprebbe mai cosa trovare, quello è un pianeta oscuro; ma lo scorrere giocoso del brano fa sembrare tutto più lieve, del resto la scrittura melodica anche usata per veicolare contenuti più forti è un tratto peculiare di Luca.
Bagliori elettronici e lunari ci avvolgono per tutta la durata del liquido Né Santo, Né Killer. In questa linea di confine fra non essere né martire né carnefice l’unica certezza è “il bello che rinasce quando meno te lo aspetti”, il sentire oltre la superficie e le canzoni che sono esorcismi in cui chiudere violenze e paure. Il brano in chiusura vive di sonorità che riportano indietro ai tempi del sodalizio MogolBattisti, un fischio malinconico chiude il brano e sembra quasi di vedere un aquilone che volteggia nel cielo sullo sfondo infinito di un mare autunnale.
E poi arriva lui, Jesus Underground, un brano che con il suo procedere ritmato scintilla di decisa e tagliente verità, del resto solo così si può andare dritti al cuore, altre vie non ce ne sono.
Rimpianti e desideri scorrono fra le crepe di una melodia guidata dal suono di un affranto pianoforte in apertura di L’errore, che è una mancanza che resta inappagata, ma il suono dell’armonica in un assolo scintillante alla Bennato fa brillare tutto di un’ipotetica possibilità, che resta però senza risposta.

A seguire, Pezzi ci introduce in una danza, e qui torna la “melodicità” per veicolare contenuti amari, in cui i frantumi di una relazione è ciò che rimane quando la “pelle che ti veste come un abito perfetto/ Improvvisamente stretto se il dolore/ Dà forma al cuore poi lo riduce a pezzi in un istante”. Da qui, con un piccolo passo entriamo nel dilatato intro sintetico della title track che ci conduce in un viaggio visto con gli occhi di un bambino. Sembra quasi d’essere dentro quest’automobile che scorre veloce sulla strada, sul paesaggio, nei sogni e mondi immaginifici che ognuno di noi ha avuto nell’infanzia. Tutto gioca su pulsazioni ritmiche e flash cinematici: un proiettile che torna indietro prima di uccidere, un incontro con uno sguardo nell’orizzonte. Le vibrazioni si sintonizzano in una frizzante aria di realizzabilità. Questo sentore lieve si mantiene intatto in L’Aria del Mattino con le sue atmosfere fiabesche e bucoliche che ci riportano all’origine della vita, tutto è nell’aria, nell’ossigeno, in questa alchimia magica.  
Cambia il Mondo riluce di malinconica consapevolezza che si fa ancora più vivida in Il Tuffatore, tinta da sonorità sognanti e pensieri zen: “Lascia tutto dietro sé il rumore del giorno/ Quello delle vanità e si getta nel profondo/ In cerca della verità ma non sempre gli riesce/ A volte incontra solo un pesce e si deve accontentare/ Ma il tuffatore ci riprova dopo alcune ore”.
Riverbero chiude l’album, prima di procedere all’ascolto socchiudete le palpebre. Inizia il brano e si apre un nuovo scenario: siamo a fine anni Sessanta, ci troviamo in una balera della costa ligure in una notte di fine estate e Domenico Modugno ha appena terminato un suo concerto. La brezza del mare e la luna spiano due amanti e la certezza di un sentimento che non passa mai. Il brano fluisce in un crescendo lento e morbido fino ad acquistare corposità liquide per poi sfumare su sé stesso in un riverbero.   

L’asimmetrico decadentismo lunare è la linea che pulsa viva nel succedersi dei brani, un volto senza maschere che si fa essere umano lontano dai sensazionalismi da affabulatore di masse, siamo tutti più belli nello splendore dell’esser senza veli. Un disco che è un ritorno alle radici, la semplice e distorta autenticità di un viaggio intimo dentro di sé.

Tracklist:
01. Sul Precipizio
02. Né Santo Né Killer
03. Jesus Underground
04. L’Errore
05. Pezzi
06. Fantastiche Visioni
07. L’Aria del Mattino
08. Cambia il Mondo
09. Il Tuffatore
10. Riverbero