R E C E N S I O N E


Recensione di Andrea Notarangelo

Meno di un anno fa ho avuto la fortuna e il privilegio di occuparmi del loro trepidante rientro. Per chi si fosse perso la mia precedente recensione e desidera approfondire, o vuole solo fare confronti, invito a ricercare, qui su Off Topic Magazine, quanto scritto sul predecessore A Bit Of Previous. In quell’occasione ricordo di essermi abbandonato a un facile quanto sentito romanticismo. Perché occorre dirlo, i Belle And Sebastian non sono in grado di fare dischi brutti, o banali; devo però aggiungere che su questo punto, in seguito, avrò una riflessione da fare. Ci arriveremo cammin facendo. Il 13 gennaio è uscito Late Developers, album (quasi) gemello del precedente e che desidera dimostrare sin da subito un legame netto e profondo. Come A Bit Of Previous, anche questa nuova fatica è stata concepita in patria, per la precisione a Glasgow, loro città natale, in quanto la pandemia ha bloccato sul nascere il progetto originale di emigrare a Los Angeles. Queste ‘sessioni scozzesi’ hanno però giovato all’ensemble, in quanto, le due nuove opere, le prime interamente concepite e registrate nella madrepatria dai tempi di Fold Your Hands Child, You Walk Like a Peasant, ci raccontanto di una band che ha voglia di ritrovare l’ispirazione e la spensieratezza dei primi anni. Ricordate gli albori dei 2000? Io sì.

Dopo tanto tempo dalla dipartita della band feticcio per antonomasia, gli Smiths, ecco arrivare i Belle And Sebastian, gruppo designato a prendere in mano lo scettro di “Signori assoluti della musica pop”. In quegli anni, qualsiasi cosa facessero, toccassero, si trasformava in oro e, in un momento in cui il web la faceva da padrone (e i social non avevano ancora il potere mediatico di oggi), era facile trovare foto di attori, artisti e in generale gente famosa, ritratti assieme alla propria copia in lp del loro debutto Tigermilk o dell’altro capolavoro assoluto che corrisponde al nome di If You’re Feeling Sinister. Senza perdersi in ulterori chiacchere e dati statistici, notiamo come Late Developers rimandi al passato già dalla sua copertina: le tinte ricordano il già citato Tigermilk, mentre la ragazza ritratta, sembra guardare con trasporto una foto appena sviluppata dove è impressa a sua volta un’altra donna, già protagonista della copertina del predecessore A Bit Of Previous. Il titolo poi, è un rimando agli sviluppi successivi, a quelle istantanee, in questo caso canzoni, venute in seguito.

Juliet Naked ci accoglie con il botto in una formula semplice ma non banale, dove una chitarra acustica si sposa perfettamente con l’elettrica e nella quale Stuart Murdoch canta con deciso trasporto. Gli anglosassoni parlano di ‘instant classic’ e questo brano ha tutte le carte in regola per diventarlo. Give A Little Time è un gioiellino pop con il cantato affidato alla voce cristallina di Sarah Martin. Ha qualcosa di fresco e manieristico allo stesso tempo e può riassumere bene l’arte dei nostri amati scozzesi: classicità senza banalità. La successiva When We Were Very Young è un ritratto sincero, oltre che una valutazione obiettiva dei tempi che furono. È una buona fusione pop, dove alla voce ricorda vagamente il compianto cantante dei Blueboy Keith Girdler, mentre nella parte strumentale i jingle-jangle in perfetto Marr style nei mai dimenticati Smiths. Stuart canta malinconico “I wish I could be content with the football scores / I wish I could be content with my daily chores with my daily worship of the sublime – Vorrei potermi accontentare dei risultati delle partite di calcio / Vorrei potermi accontentare delle mie faccende quotidiane e della mia quotidiana adorazione del sublime” ed è impossibile non ritrovare in lui l’eredità di tematiche care a Morrissey. Da questo momento in poi, la nuova prova della band perde un po’ di carattere fino a giungere al singolo I Don’t Know What You See In Me, canzone nata con la voglia di piacere, con una lunga intro nella quale il sintetizzatore è protagonista indiscusso, fino a quando, a circa un minuto dall’inizio, viene piacevolmente accompagnato da una batteria decisa e da qui lo svolgimento di tutta la parte strumentale. Inutile dire che l’effetto ricercato viene ottenuto e l’ascoltatore non potrà tenere ferme le dita, iniziando a tamburellare sulla propria scrivania. Patinata e artificiale come solo gli ultimi Coldplay sanno fare, il prodotto è comunque di alta qualità e l’effetto catchy è garantito. Il disco scorre liscio e perfetto nella produzione, forse fin troppo. In questo livellamento l’unico sussulto è dato da When The Cynics Stare Back From The Wall, dove la band dimostra una volta di più, qualora fosse necessario ribadirlo, che i loro giochi di parole e i racconti di piccole e grandi storie (stra)ordinarie, da anni fanno scuola. Nello specifico in questo bozzetto, Stuart si occupa delle strofe, lasciando a Sarah il compito di spezzare l’atmosfera e creare il ritornello perfetto. Il racconto di questa canzone vale la pena condividerlo e vede come protagonista una ragazza con poca autostima. Murdoch racconta di questa persona che, non appena vede un uomo da cui è attratta, non perde tempo per flirtarci come una bambina. Lui le spiega che dovrebbe evitare di comportarsi così perché la gente tende a evitarla attraversando la strada non appena la vedono passare per non averci più a che fare. In un secondo momento, il narratore la invita per un caffè perché le vuole far capire che se proseguirà a commettere gli stessi errori, non riuscirà a imparare la lezione e a star ben con sé stessa.

Perché alla fine la chiave è proprio questa, se vuole conoscere qualcuno di interessante, deve vivere tutto con semplicità ed essere pronta a fare un po’ di selezione e a darsi valore. Facile no? E i Belle And Sebastian sono proprio questa cosa qui: un racconto semplice, ma mai banale, un film che hai già visto ma che non puoi smettere di rivedere, una storia che sai già come andrà a finire eppure non puoi smettere di riascoltarla.       

  

Tracklist:
01. Juliet Naked (3:22)
02. Give A Little Time (3:23)
03. When We Were Very Young (3:53)
04. Will I Tell You A Secret (2:16)
05. So In The Moment (3:23)
06. The Evening Star (4:25)
07. When You’re Not With Me (4:43)
08. I Don’t Know What You See In Me (3:39)
09. Do You Follow (4:19)
10. When The Cynics Stare Back From The Wall (4:21)
11. Late Developers (4:20)

Photo © Anna Isola Crolla