R E C E N S I O N E


Recensione di Giovanni Tamburino

Alla vigilia del ventesimo anniversario dalla fondazione della band, i Paramore decidono di ribaltare ancora una volta gli stereotipi e i preconcetti attorno alla propria identità e al proprio suono. L’uscita di This Is Why, poche settimane fa, ha sancito l’inizio di una nuova fase per la formazione comandata dall’inconfondibile carisma e dalla voce di Hayley Williams.
Già paladini della ormai tramontata (ma ne siamo sicuri?) cultura emo, poi icone pop, oggi la band originaria del Tennessee si dimostra ancora piena di vitalità e di recettività rispetto al mondo della musica in ogni sua sfaccettatura, con un disco caratterizzato da un funk tagliente, che tra rabbia e ironia racconta di un’anima ancora tutta rock.
Pubblicato da Atlantic Records e anticipato dall’uscita dei tre singoli – la title track, The News e C’est Comme Ça – il sesto lavoro dei Paramore è una riflessione su se stessi e sul mondo circostante.

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La composizione semplice del trio non è per nulla un impedimento ad un suono capace di passare dagli spigoli acuminati di The News al riverbero ovattato di Liar. Plettrate funk, percussioni serrate, fraseggi dal sapore math rock – e persino un glockenspiel martellante in Figure 8 – si alternano su ironiche considerazioni sul diventare grandi, tra paranoie, caffeina e sedute dal chiropratico, confessioni di un mondo, virtuale e non, che non viene più percepito come luogo di incontro e scambio, ma ostile. In un contesto sempre più polarizzato, la Williams si domanda se effettivamente valga la pena esprimere la propria opinione, o persino averne una.
Lo smarrimento dei teenagers punk è rimasto per forza di cose una costante, ma ha un po’ rinunciato al dramma per guardare il mondo con una più consapevole e matura ironia. Un leggero distacco che permette di giudicare senza farsi trascinare dagli eventi. Un atto di accusa senza eccessi e sentimentalismi, di fronte al bombardamento mediatico, al soverchiante flusso di notizie e al ridicolo tentativo di chiudere gli occhi e far finta di nulla.

“Every second, our collective heart breaks / All together, every single head shakes / Shut your eyes, but it won’t go away / (Turn on, turn off, the news)”

Il disco affronta la realtà a tutti i livelli, dall’esplosione mass-mediatica alle macerie di un passato individuale. Con Big Man, Little Dignity l’attacco nei confronti di chi cela le proprie responsabilità per la fine di una storia tra mille bugie non lascia scampo, spogliandolo di qualunque giustificazione di fronte alla propria mancanza di integrità e onestà.
Altra prova della maturità musicale della band è la coerenza di suono che rimane evidente nonostante le molteplici articolazioni che ogni pezzo porta con sé. Questi punk kids hanno imparato bene i trucchi del mestiere e mostrano sempre più un atteggiamento e la competenza di chi conosce bene gli ingredienti per realizzare un disco di rilievo nel panorama odierno.

This Is Why è un disco da veterani. Una confessione a cuore aperto che, pur raccontando di un mondo spoglio di illusioni e di velleità, mostra di non essere sconfitto da esso. In una realtà contraddittoria, spietata, fatta di dolori, addii, isterie, Crave è la bandiera di chi rimane innamorato della propria vita, persino delle proprie fragilità, senza censurare nulla:

“What if I told ‘em that now that I’m older / There isn’t a moment that I’d wanna change?

Tracklist:
01. This Is Why (3:27)
02. The News (3:08)
03. Running Out Of Time (3:12)
04. C’est Comme Ça (2:29)
05. Big Man, Little Dignity (4:20)
06. You First (4:06)
07. Figure 8 (3:25)
08. Liar (4:22)
09. Crave (3:55)
10. Thick Skull (3:53)