R E C E N S I O N E
Recensione di Nadia Cornetti
Come i folletti dei boschi, anche CATT arriva da un posto dove di esseri umani ce ne sono pochi e di alberi tantissimi; nata in un piccolo paese della Germania del Nord, tra natura, foresta e suoni armoniosi e celestiali, Catharina Schorling – questo il suo vero nome – trasporta le proprie origini nella musica che realizza: è uscito il 24 marzo per Listenrecords Change, il nuovo album della cantautrice e musicista tedesca, che torna dopo 2 anni dal rilascio del suo ultimo LP.
Classe 1995, da sempre circondata dalla musica in tante forme, CATT ha definito ogni canzone di questo album “una piccola casa”, e la mia sensazione durante l’ascolto è stata proprio questa: sentirmi a casa. Preciso subito che il sound di CATT non appartiene propriamente alla musicalità a cui sono solita approcciarmi – che normalmente è decisamente più cruda, noise e, come si suol dire, “difficile”- ma non mi è risultato affatto forzato l’ascolto delle dieci tracce dell’album: questo perché, nonostante l’armoniosità e apparente facilità del prodotto, il lavoro strumentale è di qualità altissima, come molto grande è il tentativo – decisamente riuscito – di completare il più possibile ciascun pezzo con tutte le sfumature che solo un aggregato di suoni di strumenti differenti può creare.

Ecco che, dunque, Intro ci dà il benvenuto in questo nuovo mondo di CATT, in un’armonia dove ogni nota è al suo posto, e un pianoforte magistralmente accarezzato ci introduce in un’atmosfera ambient, evocativa, dall’effetto calmante. Si susseguono, dopo questa introduzione dal caloroso e confortevole benvenuto, tracce molto coese ma anche differenti tra loro: passiamo dai brani dal sound calmo, introspettivo – come la bellissima voce e piano di Seven Wishes o I’m the Wind, dove la delicatezza è data da echi dolcissimi e da una chitarra il cui effetto è piacevolmente live – fino a pezzi decisamente più movimentati – la title track Change, prima tra tutti, ma anche l’elettronica Wild Heart, dal ritmo vagamente dance e molto fresco, davvero cool, oserei dire. Procedendo con l’ascolto si concretizza sempre di più la convinzione che la registrazione di questo lavoro sia svolta da mani esperte: i suoni sono puliti, precisi, ma anche autentici, studiati ma non costruiti a tavolino. Prende origine così qualcosa di estremamente radiofonico, sì, ma nel senso più bello del termine; troppo spesso siamo abituati ad associare il mainstream alla banalità di un prodotto, ma non è questo il caso: CATT e i professionisti che la accompagnano – citiamo il chitarrista Felix Anton Remm e il co-produttore Aaron Ahrends – hanno cercato con successo di tendere alla perfezione, riempiendo i brani al punto giusto, senza esagerare e “stroppiare”, ma certamente neanche lasciandoci la sensazione che manchi qualcosa. Torna a più riprese questa sensazione di pienezza avvertita sin da subito, anche grazie a un affiancamento di strumenti a corda, pianoforte e persino fiati, che intervengono a dare una nota calda e ancor più evocativa e a riempire pur integrandosi molto bene, come succede nella già citata Seven Wishes, un brano basso, corredato da cori quasi gospel e – per l’appunto – dal perfetto sopraggiungere della tromba.
Ho già menzionato Wild Heart, bellissimo primo singolo che cattura con un intrigante motivetto realizzato da basso e tastiere, raggiunti presto dai fiati, che con i loro interventi concisi e con i loro rapidi vocalizzi donano un tocco originalissimo a un brano pop, ballabile, piacevolissimo da ascoltare e per nulla banale. CATT sa senza dubbio cantare, ma non solo: le basi dei pezzi quasi non le definirei tali, poichè sono parti alla pari rispetto alla voce, per quanto si amalgamano bene in un risultato finale completo. Tra i pezzi più intimi, poi, troviamo la raffinata Honesty lies, dove solo dopo la seconda strofa approda la batteria per portare un ritmo quasi mediterraneo, nuovamente arricchito di pienezza e calore da parte degli immancabili fiati. Non mancano neppure le atmosfere anni 80 in Change, come ci accorgiamo subito in No One Ever Tells You pezzo dal ritmo molto veloce, in crescendo, in cui la voce soave di Catharina tocca acuti molto piacevoli e soavi. Ritmi vari, dunque, persino tribali, come in Dream of a Sun Hat, ma nonostante la musicalità sembra giungere spesso da parti lontane del mondo, il tema della sicurezza, della culla e casa confortevole che vogliono rappresentare i pezzi, è sempre presente, anche se la situazione evocata è triste: “Sarai un’altra persona che lascerò, starai bene, senza me nella tua strada”, come dice in I’m the Wind; o ancora “Rimani, fino a che questa non diventerà una casa per me” nel raffinatissimo fanalino di coda Slow Motion Harmony.
Tirando le fila, posso senza dubbio affermare che una sensazione di comfort mi ha pervaso in tutto l’ascolto, e spero sia proprio questo che CATT desiderava trasmettere.
Ho trovato in Change un raffinato gioiello, in cui ogni brano è come una pietra preziosa con taglio, colore – e calore – differenti, ma che meravigliosamente si armonizzano, sino a comporre un disco di cui sicuramente sentiremo parlare molto bene.
Tracklist:
01. Intro
02. Change
03. Seven Wishes
04. Wild Heart
05. Honesty Lies
06. No One Ever Tells You
07. Dream Of A Sun Hat
08. I’m The Wind
09. Spell Me Free
10. Slow Motion Harmony
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