R E C E N S I O N E
Recensione di Riccardo Provasi
Mina, indubbiamente colonna portante della musica italiana (l’immensa Sarah Vaughan una volta disse “Se non avessi la mia voce, vorrei avere quella della cantante italiana Mina”, quindi forse possiamo parlare di un prestigio globale) il 21 aprile è tornata a incantare, col suo timbro magico, milioni di ascoltatori. Non serve in alcun modo fare preamboli o introduzioni sulla sua figura e il suo lavoro, direi che la sua fama, i suoi successi e riconoscimenti possono parlare per lei.
Ti amo come un pazzo, ultimo sforzo della tigre di Cremona, sebbene non sia un capolavoro sotto il profilo delle composizioni, permette di ragionare approfonditamente sia sulla direzione intrapresa dalla musica italiana in generale, sia sull’importanza che mostri sacri sulla cresta dell’onda da sessant’anni hanno nei confronti di tutte le generazioni. Sotto il profilo puramente tecnico, l’album presenta dodici tracce (compresa la hit “Un briciolo di Allegria”, in collaborazione con Blanco) per un totale di cinquantun minuti e una mezza dozzina di generi musicali proposti.

Una volta fatte tutte queste precisazioni, è giunta l’ora di analizzare adeguatamente il contenuto di questo, attesissimo, album. La voce di Mina è sorprendente: invecchiata, questo è certo, ma calda, toccante, morbida, potente ed evocativa. La tecnica vocale rimane invariata, la padronanza di ogni registro (sebbene l’estensione da fuoriclasse della giovinezza sia ovviamente un ricordo) permette ai suoi songwriter di scrivere linee vocali ancora articolate e movimentate, sicuramente superiori, sotto il profilo della difficoltà, alla media degli artisti in circolazione. La pecca, o meglio, il rammarico, è che i compositori, eccezion fatta per il singolo scritto da Blanco e Michelangelo, abbiano preferito non osare in nessun senso: testi, sonorità, arrangiamenti e atmosfere risultano sostanzialmente banali, ripetitivi, scontati e a tratti anacronistici.
Brani come Zum pa pa, L’orto, Lascia, sembrano scritti pensando proprio a come rendere un prodotto, cantato comunque da una signora di ottant’anni, indirizzato ad una platea di coetanei o comunque di massimo una generazione più giovane. Le immagini suscitate sono superate, a tratti anche stucchevoli e comunque estranee alla maggior parte dei nuovi ascoltatori. Numerosi, anche per il titolo, i brani dedicati alla tematica dell’amore naturalmente inesauribile, che risultano spesso terreno fertile per testi poco ispirati, ma adatti a sviluppare appieno le capacità canore di Mina (come Non ho più bisogno di te).
Sotto il profilo degli arrangiamenti poi, spesso sembra che il mantra less is more abbia preso il sopravvento, sebbene alcune sezioni risultino vuote e quasi non sviluppate appieno.
In conclusione, Ti amo come un pazzo risulta sicuramente un prodotto adatto a mostrare ancora una volta le potenzialità vocali della più grane voce italiana, sebbene mostri una decisa avversione a renderlo pienamente godibile a tutte le fasce d’età.
Tracklist:
01. Buttare l’amore
02. Come la luna
03. Don Salvato’
04. Fino a domani
05. Zum pa pa
06. Tutto quello che un uomo
07. L’orto
08. Lascia
09. Non ho più bisogno di te
10. Un briciolo di allegria (con Blanco)
11. La gabbia
12. Povero amore
Rispondi