(Welcome to) BEGGAR TOWN
Di fango, di rabbia, di sole, di speranza.
In viaggio con i Cheap Wine.
Articolo di Fabio Baietti
Ho visto scomparire la tua immagine sbiadita mentre riprendevi la via del ritorno a casa. Dopo aver incrociato vampiri in libera uscita e troppe anime disilluse dalle bugie. Con una pietra al posto del cuore, perdute dentro al loro dolore. Ti ritrovo dopo due anni. La tua auto è la tua casa. I sedili posteriori una camera dove non riesci a sognare. Riprendi la strada principale, tra banchi di nebbia e un grigio denso ed opprimente. Non ci sono illusioni quando il volante ti dirige verso la tempesta imminente. Nessuna deviazione, nessuna uscita. Non hai scampo.
Una pioggia incessante ha allagato le strade, il fango deturpa paesaggi e speranze. Dalla radio esce una musica cupa, claustrofobica. Solo qualche tocco di piano crea sprazzi di luce. Ti muovi incredulo nel tripudio dei sensi più estremi. Apocalisse di urla e rifiuti. Regno di mosche e cani randagi ormai stanchi di ululare. Assaggi la vergogna come un misero pasto mentre assisti alla parata in onore del Re dei Mendicanti. Sei nella loro città, Amico mio. Senti tintinnare monete al suolo, come ogni riff di chitarra scuote il tuo corpo. E il rullante dà il via al prossimo giro di carte. Non avrai scampo se rimani in questo lurido posto.
Rifugiati in un sogno, la tua ultima oasi. Sogna di mare in burrasca e di navi senza timonieri. Di occhi sbarrati e di codardi al guinzaglio. La scialuppa di salvataggio da prendere solo, come il pittore quando rimane schiavo dei suoi demoni. Capace di barattare il futuro per una tavolozza dai colori cangianti. Sogni di chitarre e canzoni. Ultimo baluardo contro l’indifferenza degli aguzzini. Reclami il Sole, perché asciughi le strade e le lacrime. Sembra realtà. Ma il risveglio è brutale tra le macerie prodotte dalle troppe bugie raccontate. Nessuno ti ha aspettato, la fuga è iniziata. Destinazione verso il nulla.
I tuoi occhi spalancati sul disastro. L’incubo divenuto realtà. Prodotto finito dell’industria dello scempio. Ladrocinio spietato ed impunito di dignità e decoro. Feccia. Della peggior specie. L’unica cosa che puoi ora investire non è certo il denaro ma la tua rabbia. Profonda, truce. Non ti rimane che stringere una turpe alleanza con l’Uomo Nero. Ormai sei complice di un disegno, tanto malvagio quanto salvifico. Limitrofo alla vendetta verso chi ha indossato il ghigno delle grandi occasioni. Parallelo al disgusto che provi nel guardare lo scempio allo specchio. Hai rapinato una banca, ti sei rimesso al volante con il cuore in subbuglio. Squassato da un giro di basso a tutto volume. Adrenalina agognata, elettrica estasi in “la maggiore”.
Sei pronto per la resa dei conti, sfregio da lasciare sul corpo di bugiardi e criminali, di chi ti ride alle spalle, di chi ti ruba il futuro. L’auto non trova più ostacoli, sei il paladino di chi più nulla ha da perdere. Perché quando hai un fucile carico nel bagagliaio, la pietà è un inutile orpello. Vedo fuoco e cenere nelle tue pupille, accecate dall’odio. Ascolto il tuo respiro affannoso, dopo la carneficina di anime in saldo. Annuso il profumo del nulla e di una libertà che ormai trovi solo sulle ali di una Fata…
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